Il nuovo stemma di monsignor Salvucci

Monsignor Sandro Salvucci, già arcivescovo di Pesaro dal 2022, nel 2023 ha ricevuto in affidamento anche l’arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado,  unendo le due Sedi in persona Episcopi.

In occasione della sua ordinazione episcopale, avvenuta il  1 maggio 2022 a Pesaro, monsignor Salvucci adottò uno stemma ideato per l’occasione.

Salvucci
Lo stemma di monsignor Sandro Salvucci: “Di rosso, alla banda d’argento, caricata di un ramo di palma di verde, accompagnata da tre spighe d’oro nel cantone sinistro del capo e da tre burelle ondate d’argento sormontate da una stella dello stesso, in punta” (blasonatura ufficiale)

Con scelta tanto frequente quanto discutibile, l’emblema fu caratterizzato anche da alcune figure riferite ai suoi precedenti incarichi pastorali e all’arcidiocesi pesarese a lui affidata nell’occasione.

Con l’assunzione delle cure anche dell’Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, si è dunque reso consigliabile rivedere l’emblema araldico, escludendo i riferimenti specifici all’arcidiocesi pesarese, oppure includendo dei riferimenti anche alla seconda arcidiocesi ora affidatagli.

La scelta ha dunque visto premiare la seconda ipotesi, e trasformare il primitivo stemma a campo unico, in un inquartato.

salvucci inquartato
Lo stemma di monsignor Sandro Salvucci: “Inquartato di rosso e d’argento. Nel 1° alla spada (d’argento – ndr) con la punta rivolta all’ingiù, attraversata da un libro aperto dello stesso, caricato delle lettere greche Α e Ω di rosso; nel 2° al ramo di palma di verde posto in sbarra; nel 3° a tre spighe di grano al naturale poste rispettivamente in banda, in palo e in sbarra; nel 4° alla stella (7), accompagnata da tre burelle ondate del secondo in punta” (Blasonatura ufficiale)

La nuova insegna araldica è dunque stata così presentata:

Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un Arcivescovo Metropolita è tradizionalmente composto da:
> uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconducibili a fattezze di scudo araldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, da particolari devozioni o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altre particolarità;
> una croce doppiaarcivescovile (detta anche “patriarcale“) con due bracci traversi all’asta, in oro, posta in palo , ovvero verticalmente dietro lo scudo;
> un cappello prelatizio (galero), con cordoni a venti fiocchi, pendenti, dieci per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3.4), il tutto di colore verde;
> un pallio bianco con crocette nere, posto sotto lo scudo;
> un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.
Per questo stemma è stato adottato uno scudo di foggia “sannitica”, frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica mentre la croce  patriarcale d’oro è “lanceolata” , con cinque gemme rosse  a simboleggiare le Cinque Piaghe di Cristo.
“Inquartato di rosso e d’argento. Nel 1° alla spada con la punta rivolta all’ingiù, attraversata da un libro aperto dello stesso, caricato delle lettere greche Α e Ω  di rosso; nel 2° al ramo di palma di verde posto in sbarra; nel 3° a tre spighe di grano al naturale poste rispettivamente in banda, in palo e in sbarra; nel 4° alla stella (7), accompagnata da tre burelle ondate del secondo in punta”

Il motto:
“MAIOR EST CARITAS”
(1Cor 13,13)
Le parole scelte da don Sandro per il proprio motto episcopale sono tratte dal capitolo 13 della Prima Lettera ai Corinzi dell’Apostolo Paolo, conosciuto come “Inno alla carità”, una delle pagine più note del Nuovo Testamento. Le tre parole latine sono tratte dal versetto 13: “Ora, dunque, rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità”.

Interpretazione:
Gli ornamenti esterni caratterizzanti lo stemma di un Arcivescovo Metropolita, oltre ai venti fiocchi verdi pendenti ai due lati dello scudo, sono la croce astile arcivescovile e il pallio.
Tale croce, detta anche “patriarcale”, a due bracci traversi, identifica appunto la dignità arcivescovile: infatti, nel XV secolo, essa fu adottata dai Patriarchi e, poco dopo, dagli Arcivescovi.
Alcuni studiosi ritengono che il primo braccio traverso, quello più corto, volesse richiamare il cartello con l’iscrizione “INRI”, posto sulla croce al momento della Crocifissione di Gesù.
Il pallio è un paramento liturgico, tipico degli Arcivescovi con giurisdizione metropolitana, cioè di Arcivescovi che presiedono una provincia ecclesiastica con una o più diocesi, chiamate suffraganee. Secondo alcune interpretazioni, esso rappresenta l’agnello portato sulle spalle, dal Buon Pastore e le due strisce terminali di seta nera simboleggiano gli zoccoli. E’ l’Agnello crocifisso per la salvezza dell’umanità intera; questo spiegherebbe l’uso della lana, delle sei croci decorative e delle tre spille, le acicula, raffiguranti i tre chiodi della croce di Cristo, che vengono infilate nel pallio durante le celebrazioni presiedute dal Metropolita.
Tale paramento è il simbolo di un legame speciale con il Papa ed esprime inoltre la potestà che, in comunione con la Chiesa di Roma, il Metropolita acquista di diritto nella propria giurisdizione.
Il libro e la spada, antico simbolo in uso all’Università di Urbino, rimandano alla Parola di Dio che trova compimento in Cristo, Alfa e Omega, e che “è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio” (Eb 4,12). Tale simbolo richiama la missione del Vescovo di annunciare il Vangelo.
Il ramo di palma è simbolo del martirio; vuole ricordare i Santi Martiri Claudio, a cui è intitolata la storica Abbazia di Corridonia, la cittadina marchigiana in cui don Sandro è cresciuto, Terenzio, patrono di Pesaro, città capoluogo della Diocesi affidata alle cure pastorali dell’Arcivescovo, e Crescentino, patrono dell’Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in V., unita in persona episcopi all’Arcidiocesi di Pesaro.
Le tre spighe, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, rimandano alla terra di origine di don Sandro e alla ricca simbologia biblica legata al seme e alla vita che da esso germoglia.
Inoltre, tre spighe appaiono anche nello stemma di Montegranaro dove negli ultimi anni don Sandro ha vissuto l’esperienza di parroco.
Le onde in punta allo scudo simboleggiano il mare Adriatico su cui si affaccia l’Arcidiocesi di Pesaro e la stella posta sopra di esse è la Stella Maris, uno dei tanti titoli assegnati a Maria, la nostra Madre Celeste; questa definizione mariana, cara alle genti di mare, è ricordata nelle parole di san Bernardo di Chiaravalle che nel XII secolo scrisse:
“Se i venti della tentazione crescono, se sei spinto contro gli scogli delle tribolazioni, guarda alla stella, invoca Maria”.
Il rosso è il colore della Carità, dell’amore e del sangue: l’amore profondo e senza fine del Padre che invia il Figlio a versare il proprio sangue per noi, per la nostra redenzione.
L’ argento simboleggia la trasparenza, quindi la Verità e la Giustizia, doti che devono accompagnare quotidianamente lo zelo pastorale del Vescovo
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Scheda di approfondimento
L’araldica ecclesiastica

L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare.

Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono:

La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone.

Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi.

Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica:
> rosso per i cardinali;
> verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi;
> paonazzo per i monsignori;
> nero per i presbiteri.

Il numero di nappe per lato indica:
> 15 nappe rosse per i cardinali;
> 15 nappe verdi per patriarchi e primati;
> 10 nappe verdi arcivescovi;
> 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati;
> 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità;
> 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate;
> 3 nappe parroco;
> 1 nappa presbitero.

Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale.

La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere:
> semplice cioè ad una traversa per i vescovi
> doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi.

Stemma papale base
Impostazione classica di un stemma papale
Stemma cardinalizio base
Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo
Stemma arcivescovile base
Impostazione classica di uno stemma arcivescovile

Stemma vescovile base
Impostazione classica di uno stemma vescovile

Stemma di vicario base
Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale

Stemma di parroco base
Impostazione classica di uno stemma di un parroco

Stemma di sacerdote base
Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote


Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche.

I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile).
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Stemma arcivescovile base
Disegno Teresa Morettoni: Impostazione classica di stemma arcivescovile, con croce astile doppia, galero e nappe (10) verdi
17 Aprile 2025
Raffaele Coppola

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