Il nuovo stemma di monsignor Riccardo Lamba

Monsignor Riccardo Lamba è stato nominato vescovo titolare di Medeli ed Ausiliare di Roma il 27 maggio 2022, ricevendo la consacrazione episcopale il successivo 29 giugno.

In tale occasione monsignor Lamba adottò uno stemma curato per lui da don Antonio Pompili, di cui demmo notizia nel mese di luglio di quello stesso anno.

stemma lamba
Disegno don Antonio Pompili – stemma di monsignor Riccardo Lamba: “Inquartato: nel 1° d’azzurro, all’ombra di sole caricata dalle lettere maiuscole, latine IHS, con una croce nascente dalla lettera H, e in punta tre chiodi della Passione, il tutto di nero (emblema dei gesuiti); nel 2° d’argento, al libro aperto d’argento, guarnito di rosso; nel 3° d’argento, al cuore fiammeggiante, di rosso; nel 4° d’azzurro, all’ancora, accompagnata nel canton destro del capo, da una stella (6), il tutto d’argento” (blasonatura Centro Studi Araldici)

Il 23 febbraio 2024 però papa Francesco gli ha affidato la cura pastorale dell’Arcidiocesi di Udine, dove ha fatto il suo ingresso lo scorso 5 maggio.

In omaggio al suo nuovo incarico monsignor Lamba ha deciso di adeguare il proprio emblema alla tradizione araldica dell’Arcidiocesi di Udine, che ormai da metà ‘800 – in maniera sostanzialmente stabile – prevede che le insegne araldiche dei suoi pastori siano caratterizzate dalla presenza nella parte superiore dello stemma, di un partito, recante le figure dei due patroni aquileiesi (l’Arcidiocesi di Udine è infatti una delle due eredi dell’antichissimo Patriarcato di Aquileia), Ermacora e Fortunato, e di un’aquila dorata, abbassando lo stemma originario, nella parte inferiore dell’insegna. A ciò si aggiunge il peculiare uso di poggiare sul lembo superiore dello scudo un palio episcopale, che poi ricade proprio sul partito superiore.

Da tutto ciò è scaturito un nuovo articolato stemma che è stato così presentato ai fedeli ed al pubblico più in generale:

Il blasone dello stemma di mons. Lamba è particolarmente ricco e presenta ben sei insegne, sei immagini.
Nei primi due quarti, in alto, troviamo rispettivamente la figura dei Santi Patroni aquileiesi Ermacora e Fortunato – vestiti di rosso e con in mano la palma del martirio – e l’aquila d’oro su sfondo blu, eredità patriarcale dai tempi di Bertrando di Saint Geniès. Sono due insegne consuete per gli Arcivescovi di Udine, presenti negli stemmi di tutti i pastori della Chiesa udinese – a eccezione di Alfredo Battisti – fin dai tempi di Zaccaria Bricito (1846-1851).
Nei due quarti inferiori sono presenti quattro insegne: nella sua araldica personale mons. Riccardo Lamba ha voluto richiamare gli incontri che hanno maggiormente influito la sua crescita nella fede e nel servizio e, nel passaggio da Roma a Udine, ha voluto mantenere inalterate (mons. Mazzocato, per esempio, giungendo a Udine da Rovigo cambiò parte del suo blasone eliminando un elemento).
Il sole radioso con il monogramma JHS (Jesus Hominum Salvator), simbolo cristologico diffuso da San Bernardino da Siena, divenne in seguito emblema dei Gesuiti (inteso come Jesum habemus socium), accompagnato dai tre chiodi della Passione; per mons. Lamba il simbolo indica il suo incontro con la spiritualità gesuitica. La seconda insegna è un libro aperto, riferimento alla Parola di Dio da cui la fede e la vita dei credenti sempre hanno origine, nutrimento e forza. Vi è poi il Sacro Cuore di Gesù, un richiamo a quella mitezza e umiltà di cuore che è il modello di ogni pastore nella Chiesa, ma anche un richiamo alla “Pentecoste” del santo romano Filippo Neri, figura cara a mons. Lamba. L’ancora presente nell’ultima insegna è presente anche nello stemma della Società di San Giovanni Bosco e richiama quindi la spiritualità salesiana, oltre a veicolare il contenuto simbolico di speranza, insieme all’idea di fermezza e fedeltà. Accanto all’ancora una stella fa riferimento a quelle che campeggiano sullo stemma carmelitano (nelle sue diverse varianti), richiamando così anche la mistica del Carmelo, altro incontro decisivo nella vita di mons. Riccardo Lamba. Inevitabilmente la stella contiene in sé ed esprime anche l’idea della luce della fede, che sempre deve brillare come guida nella vita del vescovo e di ogni cristiano.
Il motto episcopale
Uno degli elementi caratteristici dello stemma di mons. Riccardo Lamba è il motto episcopale, che il neo Arcivescovo ha tratto dal Vangelo di Giovanni (3,30). Il versetto riporta alcune parole di Giovanni Battista, in latino: «Illum oportet crescere, me autem minui», traduzione di «Lui deve crescere; io, invece, diminuire».
Nelle parole del Battista è Cristo che deve crescere, a differenza del Battista stesso che invece deve diminuire, cioè lasciar spazio a quella pienezza della Rivelazione che risplende solo nel Figlio di Dio. Con una metafora tipica del Vangelo di Giovanni, i due verbi che esprimono il crescere e il diminuire sono usati in greco anche in riferimento alla maggiore o minore luce che promana dai corpi celesti: questo versetto ha avuto del resto un ruolo significativo nella fissazione della festa di Natale nel solstizio d’inverno, di contro alla fissazione della Natività del Battista sei mesi dopo, quando le giornate cominciano ad accorciarsi“.


Scheda di approfondimento
L’araldica ecclesiastica

L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare.

Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono:

La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone.

Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi.

Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica:
> rosso per i cardinali;
> verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi;
> paonazzo per i monsignori;
> nero per i presbiteri.

Il numero di nappe per lato indica:
> 15 nappe rosse per i cardinali;
> 15 nappe verdi per patriarchi e primati;
> 10 nappe verdi arcivescovi;
> 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati;
> 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità;
> 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate;
> 3 nappe parroco;
> 1 nappa presbitero.

Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale.

La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere:
> semplice cioè ad una traversa per i vescovi
> doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi.

Stemma papale base
Impostazione classica di un stemma papale
Stemma cardinalizio base
Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo
Stemma arcivescovile base
Impostazione classica di uno stemma arcivescovile

Stemma vescovile base
Impostazione classica di uno stemma vescovile

Stemma di vicario base
Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale

Stemma di parroco base
Impostazione classica di uno stemma di un parroco

Stemma di sacerdote base
Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote


Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche.

I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile).
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Stemma di monsignor Riccardo Lamba: “Spaccato: nel 1° partito, a) d’argento, a due figure umane, a destra un vescovo tenente col destrochero un ramo di palma in banda e col sinistrochero un pastorale, a destra un diacono, tenente col destrochero un libro chiuso, col sinistrochero un ramo di palma in sbarra, vestiti di rosso, al naturale (Santi Ermacora e Fortunato), b) d’azzurro, all’aquila d’oro, armata, illuminata e lampassata di rosso; nel 2° inquartato: nel 1° d’azzurro, all’ombra di sole caricata dalle lettere maiuscole, latine IHS, con una croce nascente dalla lettera H, e in punta tre chiodi della Passione, il tutto di nero (emblema dei gesuiti); nel 2° d’argento, al libro aperto d’argento, guarnito di rosso; nel 3° d’argento, al cuore fiammeggiante, di rosso; nel 4° d’azzurro, all’ancora, accompagnata nel canton destro del capo, da una stella (6), il tutto d’argento”. (Blasonatura Centro Studi Araldici)
27 Marzo 2025
Raffaele Coppola

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