Il nuovo stemma di monsignor Mario Farci
Lo scorso 30 novembre il Santo Padre ha nominato vescovo della Diocesi di Iglesias, in Sardegna, il rev.do Mario Farci, del clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Cagliari, Preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.
S.E. Mons. Mario Farci è nato il 9 maggio 1967 a Quartu Sant’Elena, nell’Arcidiocesi e provincia di Cagliari. È stato ordinato sacerdote il 7 dicembre 1991, incardinandosi nell’Arcidiocesi d’origine, ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale nella basilica di Sant’Elena Imperatrice a Quartu Sant’Elena domenica 9 febbraio.
Ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario presso la parrocchia SS. Crocifisso in Cagliari (1992-1999); Direttore Spirituale dell Seminario Arcivescovile (1996-1998); Delegato Arcivescovile per l’Ufficio Diaconato permanente e ministeri Istituiti (1999-2022); Assistente Diocesano della FUCI (1999-2004); Direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo (1999-2022); dal 1994, Docente di Teologia Dogmatica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Cagliari; dal 1998, Docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna; dal 1999, Cappellano presso casa di cura S. Antonio in Cagliari; Amministratore presso la parrocchia SS. Crocifisso in Cagliari (2001); dal 2009, Membro del Comitato promotore del Master in Studi Ecumenici dell’Istituto Teologico San Bernardino di Venezia; Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (2010-2020); dal 2014, Membro fondatore dell’Associazione Italiana Docenti di Ecumenismo; dal 2012, Membro del Consiglio Presbiterale; dal 2019, Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Teologica Italiana; dal 2021, Referente Diocesano del Cammino sinodale; dal 2022, Preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, Membro della Commissione Ordini Sacri e Ministeri, Direttore dell’Ufficio Diaconato Permanente e Ministeri Istituiti, Membro del Comitato Nazionale del Cammino sinodale, Membro dell’Associazione Teologica Italiana e Membro del Comitato Scientifico della Scuola di Alta Formazione in Ecumenismo presso Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze. Nominato vescovo della Diocesi di Iglesias il 30 novembre 2024, vi ha fatto il suo ingresso domenica 16 febbraio.
Con l’ordinazione episcopale ha adottato anche un proprio emblema araldico, che è stato accompagnato anche dalla seguente presentazione ufficiale:
“Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un vescovo è composto da uno scudo, che può avere forme diverse e contiene simboli derivanti da storia e ideali personali, devozioni particolari, tradizioni familiari o riferimenti al nome, all’ambiente di vita o altre peculiarità; una croce astile in oro, posta verticalmente dietro lo scudo; un cappello prelatizio (galero), con cordoni e dodici fiocchi pendenti, sei per ciascun lato, il tutto di colore verde; tali ornamenti indicano, in araldica, la Dignità Vescovile; un cartiglio inferiore, recante il motto, solitamente scritto in nero.
Per questo stemma è stato adottato uno scudo di forma sannitica, la cui descrizione araldica è la seguente. Partito: nel primo di rosso a tre spighe di grano poste a ventaglio d’oro, nodrite nel terreno erboso, accompagnate in capo da una stella a 8 punte d’argento e in punta da un falcetto posto in banda al naturale attraversante; nel secondo d’azzurro alla Croce di Calvario d’oro, gemmata di rosso sulle estremità, ai due rami di palma decussati del secondo, accollati alla base del legno verticale e accompagnata in punta da tre cotisse ondate d’argento. Lo stemma è stato ideato e realizzato dal grafico araldista Giuseppe Quattrociocchi.
Il motto episcopale “Christus dilexit ecclesiam” è tratto dalla Lettera agli Efesini (Ef 5,25), riprende il nome della diocesi di Iglesias ed è la chiave interpretativa della riflessione proposta dal Vescovo nei suoi corsi di teologia.
I colori rosso e blu richiamano le città di Cagliari e Iglesias, quello verde la città di Quartu Sant’Elena dove il Vescovo è nato e cresciuto.
Il campo verde si ricollega alla famiglia materna del Vescovo (Campus), mentre il falcetto evoca la famiglia paterna (Farci da “fraci”, ossia falce), che era dedita principalmente all’agricoltura. Questo legame è simboleggiato dalle tre spighe, che rappresentano sia l’Eucarestia sia il “pane dei poveri”. Questo elemento, oltre a sottolineare l’amore per gli ultimi, è legato a Sant’Antonio da Padova, patrono della Casa di cura nella quale il Vescovo ha prestato il suo ministero di cappellano per più di venticinque anni.
La stella rappresenta Maria: don Mario è stato ordinato presbitero il 7 dicembre 1991, vigilia della solennità dell’Immacolata, e ha tenuto – tra gli altri – il corso di teologia mariana.
Le onde del mare accomunano le coste del Golfo degli Angeli e del Sulcis Iglesiente; nel mare si svolge la scena della “pesca miracolosa” narrata nel brano evangelico della messa di ordinazione episcopale (Lc 5,1-11).
Le due palme si riferiscono ai martiri che hanno evangelizzato la Sardegna; in particolare ricordando il martirio di sant’Antioco e san Saturnino.
La croce simboleggia l’amore di Cristo per la sua chiesa. Per questo – come insegnato dal Vescovo nei corsi di ecclesiologia ed ecumenismo – il popolo di Dio è “comunità d’amore” (Crf. Benedetto XVI, Deus Caritas est, 19-39), uno e indiviso ma non uniforme.
La croce richiama anche la figura di Sant’Elena che, secondo la tradizione, scoprì la vera Croce a Gerusalemme.
La croce infine richiama la parrocchia del SS. Crocefisso nel rione di Genneruxi (“porta della croce”), in cui il Vescovo ha svolto il suo ministero sin dagli anni in cui era seminarista.
Nella croce sono infisse quattro gemme, che alludono alla città di Quartu Sant’Elena, ai quattro figli della famiglia Farci e ai quattro nipoti del Vescovo”.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. ![]() Impostazione classica di un stemma papale ![]() Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo ![]() Impostazione classica di uno stemma arcivescovile ![]() Impostazione classica di uno stemma vescovile ![]() Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale ![]() Impostazione classica di uno stemma di un parroco ![]() Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
Scheda biografica Giuseppe Quattrociocchi ![]() Giuseppe Quattrociocchi è nato a Popoli in Abruzzo nel 1973 è diplomato in lingue e laureato in Musicoterapia presso il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara. Approfondisce lo studio dell’organo a canne e dedicandosi alla direzione di coro. E’ stato infatti organista e direttore di coro della “Corale Polifonica Parrocchiale” in Vittorito (Aq), direttore di Coro della “Cappella Musicale S. Lucia” in Cagliari, direttore e organista della Corale S. Maria della Pace in Popoli (Pe) e direttore del Coro Polifonico della Concattedrale di Valva. Studia con successo anche come grafico pubblicitario nel capoluogo sardo, specializzandosi anche come web designer e fotografo, divenendo titolare della Graphic and Heraldic Designer. Ancora adolescente, scopre la bellezza dell’Araldica che lo affascina, ed oggi è uno dei più stimati disegnatori araldici italiani. . |
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