Il nuovo stemma di monsignor Ferretti
Lo scorso 18 novembre, papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Foggia-Bovino presentata da S.E. Rev.ma Mons. Vincenzo Pelvi, e contestualmente ha nominato al suo posto il Rev.do Giorgio Ferretti, del clero della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, fino a quel momento fidei donum in Mozambico (fidei donum, traducibile in “dono di fede”, indica i presbiteri, ma anche i laici diocesani che vengono inviati a realizzare un servizio temporaneo – di norma dai 6 ai 15 anni – in un territorio di missione dove già esiste una diocesi, con una convenzione stipulata tra il vescovo che invia e quello che riceve il missionario).
S.E. Mons. Giorgio Ferretti è nato a Genova, nell’omonima Arcidiocesi, il 27 novembre 1967. Ha conseguito la laurea in Filosofia presso l’Università di Genova e, dopo alcune esperienze come insegnante di Religione a Genova, ha conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. È stato ordinato presbitero il 6 novembre 2004 per la Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino ed è membro della Fraternità Missionaria di Sant’Egidio.
Ha ricoperto i seguenti incarichi: Collaboratore Pastorale della Basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma (2004-2008); Responsabile delle relazioni con Sudafrica, Lesotho, Swaziland e Botswana per la Comunità di Sant’Egidio (dal 2005); Segretario Particolare del Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino (2008-2016); Direttore dell’Ufficio Ecumenismo e Dialogo Interreligioso della medesima Diocesi e Membro del Consiglio Pastorale Diocesano (2009-2016); Assistente dell’Associazione dei Medici Cattolici della Provincia di Frosinone (2010-2016); Assistente dell’Associazione Scout d’Europa (2012-2016); Membro del Comitato Etico della Asl di Frosinone (2013-2015); Parroco in solidum della Cattedrale Santa Maria Assunta, di Ss. Annunziata e di San Benedetto in Frosinone (2013-2016); Responsabile della Mensa Diocesana per i Poveri (2014-2016). Dal 2017 è ststo sacerdote fidei donum nell’Arcidiocesi di Maputo, nella Repubblica del Mozambico, Parroco della Catedral Metropolitana de Nossa Senhora da Conceição e Membro del Consiglio Presbiterale. Dopo la nomina del 18 novembre, il 9 dicembre scorso ha ricevuto l’ordinazione episcopale, nella Basilica Papale di San Giovanni in Laterano, dal Cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo Metropolita di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, per poi fare il suo ingresso nell’Arcidiocesi Metropolitana di Foggia-Bovino il 14 gennaio 2024.
Per il suo nuovo incarico ha adottato uno stemma presentato successivamente all’ordinazione di cui al momento non è nota una blasonatura ufficiale.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
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