Lo stemma di monsignor Lagnese
L’11 dicembre 2023 il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Capua, presentata da S.E. Mons. Salvatore Visco, e ha provveduto a nominare nuovo pastore di tale comunità Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Caserta, che vi fa il suo ingresso il 4 febbraio 2024, unendo le due sedi in persona Episcopi.
S.E. Mons. Pietro Lagnese è nato il 9 settembre 1961 a Vitulazio, nell’Arcidiocesi di Capua, in provincia di Caserta. Ha compiuto la sua formazione presso il Seminario Maggiore di Capodimonte a Napoli, frequentando la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Tommaso, dove ha conseguito la Licenza in Sacra Teologia, per essere poi ordinato presbitero il 1° maggio 1986. Ha ricoperto i seguenti incarichi: Parroco di Santa Maria dell’Agnena a Vitulazio (dal 1987 al 2013); Segretario del Sinodo Diocesano (1988-1993); Padre Spirituale presso il Seminario Maggiore di Capodimonte; Membro del Collegio dei Consultori; Responsabile Regionale della Pastorale Familiare. Eletto alla Sede vescovile di Ischia il 23 febbraio 2013, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 1° maggio successivo. È stato trasferito a Caserta il 19 dicembre 2020. In seno alla Conferenza Episcopale Italiana è Membro della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. È, inoltre, Vescovo delegato per la famiglia e la vita nella Conferenza Episcopale Campana.
Monsignor Lagnese sin dal 2013 ha adottato un’insegna araldica che lo sta accompagnando nel suo ministero episcopale, insegna che non abbiamo mai avuto modo di presentare su queste pagine, e che nella circostanza del nuovo incarico cogliamo l’occasione di illustrare corredandola di una blasonatura formale che al momento non appare ancora disponibile fors’anche per l’uso di un Chrismon “irregolare”, avendo ruotato la “X” ad ottenere così una croce “tradizionale”.
“Lo stemma episcopale di Mons. Pietro Lagnese – recita la presentazione dell’emblema pubblicata sul sito della Diocesi di Caserta – si presenta, composto dallo scudo (a forma di calice), la croce in palo, il cappello prelatizio, con cordoni a sei fiocchi (ordinati 1.2.3) di colore verde e il cartiglio inferiore in oro con la scritta in nero, come da tradizione araldica ecclesiastica. Gli elementi rappresentati all’interno dello scudo sono la colomba e la stella, poste in alto rispettivamente a sinistra e destra, il monogramma greco C- R(Chi – Ro), con la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco, a (alfa) e æ (omega), in formato minuscolo e, in basso, sempre al centro, una serie di bande ondulate di colore bianco e blu, indicanti il mare; nel cartiglio sottostante l’iscrizione “Duc in altum”.Il colore oro degli elementi rappresentati nello stemma e il colore blu dello scudo, da una parte esprimono la partecipazione alla natura divina donata ai battezzati, dall’altra la risposta dell’uomo alla vocazione alla santità che si manifesta nell’impegno a vivere in maniera alta la vita cristiana e ad andare in profondità.Tra gli elementi rappresentati una particolare importanza, per posizione e dimensioni, è data al monogramma greco C- R(Chi – Ro). Il C e il R sono, nella lingua greca, le prime due lettere della parola “Cristo” (CristÒj) e, pertanto, indicano il Signore Gesù, Unto del Padre, centro della fede cristiana e cuore dell’annuncio della salvezza. Il C (Chi) è scritto, come in molte raffigurazioni antiche, a forma di croce. Nella mente del vescovo, il monogramma greco richiama l’espressione che l’apostolo Pietro rivolge allo storpio che egli guarisce mentre entra nel Tempio di Gerusalemme insieme a Giovanni. Allo storpio, che tende la mano per l’elemosina, Pietro annuncia: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!» (At 3, 6). La possibilità di rialzarsi, di risorgere, di vivere una vita nuova è data all’uomo solo in Gesù Cristo. Non c’è salvezza se non nel suo nome! (Cfr. At 4,12).Questa salvezza è per ogni uomo: riguarda tutto l’uomo e tutti gli uomini di tutti i tempi. L’alfa e l’omega poste a sinistra e a destra del monogramma indicano che essa è integrale e universale.Il mare, in basso nello stemma, richiama la missione evangelizzatrice della Chiesa affidatale da Gesù. L’immagine del mare ricorda il mistero del peccato e della morte, da cui Cristo è venuto a liberarci. La chiesa è chiamata a gettare le reti per tirare fuori dalle acque gli uomini e le donne che vivono nelle tenebre e nell’ombra della morte, nella quale la luce del cielo non penetra.In questa opera l’intero Popolo di Dio, pastore e gregge, è sospinto dal soffio dello Spirito Santo, di cui è immagine la colomba posta a sinistra. È lo Spirito, infatti, che conduce la Chiesa; è Lui che la guida e le dà la forza (Cfr. At 20, 22).La stella a otto punte rappresenta invece Maria, la Stella del mare, segno di consolazione e di sicura speranza: la Chiesa la invoca e contemplandola, pur tra burrasche e tempeste, non perde la rotta. I cristiani, sostenuti dall’intercessione della panaghia (tutta santa) e dai tanti testimoni che brillano nel firmamento del Cielo, corrono con perseveranza nella corsa che sta loro davanti tenendo fisso lo sguardo si Gesù (Cfr. Eb 12, 1-2).L’espressione “Duc in altum” esprime infine l’invito del Signore a scommettere su Dio e a credere nella potenza della Parola di Cristo che rende feconda l’azione della Chiesa. Come il pescatore di Galilea, essa è chiamata ogni giorno a dire al Suo Signore: “Sulla tua Parola getterò le reti” (Lc 5, 5), nella certezza che Colui che le chiede di fidarsi e di seguirlo renderà piena e abbondante la sua vita, desiderosa di contagiare tante altre persone perché si lascino “prendere” da Lui“.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
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