In “breve” 20 agosto 2024

Il Duca di Parma e Piacenza ricevuto dal Gran Maestro dell’Ordine di Malta

Sua Altezza Reale il Principe Carlo Saverio di Borbone, Duca di Parma e Piacenza, Capo della Real Casa di Borbone Parma, Principe Reale d’Olanda, Balì Gran Croce di Onore e Devozione del S.M. Ordine di Malta, lo scorso 15 aprile ha fatto visita al palazzo di Malta, a Roma a Sua Altezza Eminentissima il Principe Gran Maestro dell’Ordine, Frà Jhon T. Dunlap.  Nell’occasione S.A.R. il Duca di Parma e Piacenza ha consegnato a S.A.E.ma il Gran Maestro il collare del Sacro Angelico Imperiale Ordine Costantiniano di San Giorgio, storicamente riservato ai Capi di Stato e di Case Reali, ricevendo la Gran Croce dell’Ordine al Merito Melitense, classe speciale.

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Gli ordini cavallereschi italiani

Lo scorso 18 maggio, si è tenuta a Palazzo Pirelli la presentazione de “Gli ordini cavallereschi italiani – i sistemi premiali conferiti e riconosciuti dalla Repubblica Italiana” di Alessio Varisco. Il libro esplora le origini, lo sviluppo e l’influenza degli ordini cavallereschi nel contesto italiano, analizzandone le origini e tracciando la loro evoluzione nel corso dei secoli.

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Il Gonfalone e il vessillo di Brescia

È stato presentato lo scorso 31 maggio a Botticino, in provincia di Brescia, il saggio ” Il Gonfalone e il vessillo di Brescia”, curato da Giuseppe Nova e da Roberto Bicci, e dedicato alla vicende storico-documentali del gonfalone e della bandiera della città di Brescia. La presentazione sarà repolicata il prossimo 2 ottobre a Brescia, presso il Palazzo del Broletto.

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Mostra sugli “Ordini Cavallereschi Italiani”

Lo scorso 2 giugno nella chiesa di Santa Maria Maddalena nel Parco di Villa Cusani Confalonieri di Carate Brianza, è stata allestita una mostra sugli ordini cavallereschi con i mantelli dei più diffusi ordini equestri in Italia. A curare l’iniziativa Alessio Varisco, nelle vesti di presidente dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia sezione di Monza e della Brianza. Dell’esposizione è disponibile anche un breve video.

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La musica è cultura… e l’università ne è la prova

Giovedì 4 luglio, in chiusura del primo semestre dell’anno sociale, si è tenuto il consueto incontro mensile della Delegazione di Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ramo “spagnolo”. L’incontro aperto dalla celebrazione della Santa Messa, è proseguito con una relazione del musicologo Prof. Enrico Reggiani Ordinario di Letteratura inglese e Cultura e Civiltà dei Paesi di lingua inglese presso la Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature straniere, nonché Docente di Linguaggi Musicali in Prospettiva Storica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, sul tema La musica è cultura… e l’università ne è la prova.

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Primo Convegno delle Famiglie Nobili e Notabili

Lo scorso 20 luglio a Firenze, per iniziativa di “Salviamo la Cultura Associazione & Florence Art Deposit Gallery”, si è tenuto il Primo Convegno delle famiglie nobili e notabili, che ha visto gli interventi diEnzo Modulo Morosini curatore ed editore del “Libro d’Oro delle Famiglie Nobili e Notabili”, Yulia Savitskaya e Alesia Savitskaya autrici di “Galateo: Rinascita Sociale”, Roberto d’Amato curatore del volume “Savonarola, Santo, Subito”, Luca Monti autore di “Firenze città santa dei Templari”. Un resoconto dell’evento è stato messo on line su YouTube.

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Balli e aristocrazia

Lo scorso 24 luglio “Studio Aperto”, testata giornalistica del canale Mediaset Italia 1, ha dedicato un ampio servizio ai balli dell’aristocrazia internazionale. Al minuto 4 e 28 secondi, un’ampia presentazione per quello che è oggi il ballo più noto in ambito aristocratico in Italia, ovvero il Ballo dei 100 e non più 100 di Casale Monferrato, curato da Pier Felice degli Uberti. Il servizio è ora visibile su Infinity


Disambigua
Nobiltà e titoli nobiliari in Italia

Con l’avvento della Repubblica in Italia, la rilevanza pubblica dello status nobiliare e dei titoli nobiliari italiani, sono sostanzialmente venuti meno, sebbene sia necessario distinguere fra stato nobiliare e titolo nobiliare di un individuo o di un casato.

Tale distinzione è rilevante sia sotto il profilo storico che giuridico, poichè di norma i diversi ordinamenti nobiliari del Regno d’Italia, degli stati preunitari, e degli stati esteri, hanno sempre riconosciuto insita nell’individuo o nel casato la nobiltà, che l’autorità pubblica può o poteva riconoscere, ma non conferire, in quanto stato proprio della persona, indipendente dalla volontà altrui (come dire che un individuo è onesto, e lo è a prescindere da qualunque riconoscimento pubblico o privato che sia, e all’inverso non può diventare onesto unicamente perchè venga dichiarato tale da una qualunque autorità); al contrario il titolo nobiliare è o era di norma frutto di una concessione sovrana, in quanto legato all’affidamento di una determinata funzione o di un determinato incarico, oppure manifestazione pubblica di una benemerenza comunque concessa dall’autorità sovrana. Va da sé che se comunque un sovrano riconosce o ha riconosciuto come nobile un individuo indegno, può risultare alquanto complicato contestare tale riconoscimento.

In Italia però l’avvento della Repubblica ha portato anche alla redazione di una nuova Costituzione che nella sua “XIV disposizione transitoria”, recita:
I titoli nobiliari non sono riconosciuti.
I predicati di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922, valgono come parte del nome
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La legge regola la soppressione della Consulta araldica
(XIV disposizione transitoria della Costituzione Italiana, comma 1- 2, e 4).

Dunque dall’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana (1° gennaio 1948) per l’Italia i titoli nobiliari hanno perso qualunque rilevanza pubblica; si badi bene, non sono vietati, semplicemente non sono riconosciuti, cioè non sono tutelati nè disciplinati, sono giuridicamente irrilevanti. Ne consegue che sotto il profilo giuridico ogni italiano può lecitamente autoattribuirsi qualunque titolo nobiliare desideri, senza incorrere in alcun reato, salvo eventualmente coprirsi di ridicolo. L’unica forma di tutela che permane è quella relativa ai “predicati nobiliari” (esempio: Rossi di Vallelupa), che a determinate condizioni possono essere riconosciuti e divenire parte del cognome (cosiddetta cognomizzazione).

Da notare che però la “disposizione” costituzionale non menziona lo status nobiliare, lasciando qualche incertezza interpretativa, infatti non essendo menzionato, non si può dire venga negato, e formalmente – a differenza di quanto accaduto per i titoli nobiliari – non viene neppure indicato esplicitamente come irrilevante; ed anche la rivendicazione dell’uguaglianza fra tutti i cittadini italiani non risulta conflittuale con la status nobiliare di un individuo o di un casato, laddove tale status non origini discriminazione di trattamento di alcun tipo e in alcun ambito, come in effetti è oggi. In tale quadro vi è chi sostiene che lo status nobiliare individuale e familiare possa essere tutt’oggi oggetto di riconoscimento e tutela pubblica, soprattutto nei casi di individui (ormai pochi) o casati, che già erano stati riconosciuti come nobili dallo Stato (sebbene nella precedente forma del Regno), tanto più che l’organo pubblico chiamato a gestire tali riconoscimenti (la Consulta Araldica menzionata nella citata XIV disposizione provvisoria della Costituzione Italiana) a tutt’oggi non risulta formalmente soppressa, ma solo non più rinnovata.
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Scheda di approfondimento
Gli ordini cavallereschi in Italia

Ordini Cavallereschi

Il conferimento e l’uso di titoli e decorazioni cavalleresche in Italia è disciplinato dagli articoli 7 e 8 della legge n. 178 del 3 marzo 1951, i quali in sintesi stabiliscono che in Italia sono LIBERAMENTE UTILIZZABILI i titoli e le decorazioni:

1) degli ordini cavallereschi nazionali (Ordine Militare d’Italia, Ordine della “Stella d’Italia”, Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, Ordine Cavalleresco “Al Merito del lavoro”, Ordine di Vittorio Veneto)
2) degli ordini cavallereschi della Santa Sede (Ordine dello Speron d’Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro
3) del Sovrano Militare Ordine di Malta

Sono invece SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per gli affari esteri, le decorazioni ed i titoli degli “Ordini non nazionali o di Stati esteri”.
Circa l’interpretazioni di quali possano essere considerati “ordini non nazionali“, molto si è discusso, e la dottrina attuale ha portato ad identificarli negli ordini cavallereschi dinastici.
Un elenco degli Ordini non nazionali o di Stati esteri le cui decorazioni almeno in alcuni casi siano state sino ad oggi autorizzate, è stato stilato dall’Ministero dell’Interno.

Gli articoli di legge anzidetti vietano il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati, e specificano che le relative sanzioni sono applicabili anche quando tali conferimenti siano avvenuti all’estero.

Doverosamente va evidenziato come vi siano anche ordini cavallereschi del tutto legittimi, le cui decorazioni però lo stato italiano non ha ancora avuto occasione di autorizzare, oppure vi siano ordini cavallereschi di cui le decorazioni in Italia non vengono autorizzate, per ragioni di opportunità politica (come l’Ordine supremo della Santissima Annunziata, o l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro). Assume dunque particolare rilevanza l’elenco degli ordini cavallereschi valutati legittimi dall’ICOC (Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi – International Commission for Orders of Chivalry), istituzione internazionale privata, che ha redatto un apposito Registro.
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20 Agosto 2024
Redazione

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