Il nuovo stemma di monsignor Russo

Lo scorso 7 dicembre papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti presentata da S.E. Mons. Giovanni Ricchiuti, e ha nominato vescovo di tale diocesi il Rev.do Mons. Giuseppe Russo, del clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Taranto, Parroco della San Francesco d’Assisi in Martina Franca.

S.E. Mons. Giuseppe Russo è nato il 12 giugno 1966 a San Giorgio Jonico, in provincia ed Arcidiocesi di Taranto. Ha studiato Filosofia e Teologia presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, conseguendo il Baccellierato in Teologia. È Membro dell’Istituto Servi della Sofferenza. È stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1995, incardinandosi nell’Arcidiocesi di Taranto. Fra gli incarichi ricoperti si segnalano quelli di Vicario Parrocchiale presso la SS. Angeli Custodi in Taranto (1995-2000); Licenza in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense di Roma (1996); Consulente Ecclesiastico dei Giuristi Cattolici Sezione di Taranto (1998-2005); Difensore del Vincolo e Promotore di Giustizia del Tribunale Ecclesiastico Diocesano (1999-2005); Membro della Commissione Liturgica e Arte Sacra (2000-2005); Laurea in Ingegneria Civile presso l’Università di Pisa (2005); Responsabile del Servizio Nazionale per l’Edilizia di Culto nella Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana (2005-2015); Docente al Master Architettura e Arti per la Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico S. Anselmo (2010-2015); Sotto-Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (2016-2022). Dal 2022 è Parroco della San Francesco d’Assisi in Martina Franca.

A seguito della sua ordinazione episcopale avvenuta lo scorso 21 gennaio ha adottato un nuovo emblema araldico personale, che così ha presentato:

Partito: nel primo di rosso, al pastorale d’oro piantato su una terrazza erbosa, attraversato da un Agnello passante al naturale con la testa rivolta e sormontato da una corona di spine d’oro racchiudente tre chiodi posti a ventaglio d’argento; nel secondo dell’ultimo alla stella di otto punte, accompagnata in punta da sette filetti ondati: il tutto d’azzurro.

Il motto: PASCE AGNOS MEOS, che è in lettere maiuscole lapidarie romane di nero, è caricato su di un cartiglio al naturale, foderato di rosso, posto in punta.

Lo scudo, accollato ad una croce astile greca patente d’oro, caricata in cuore da una gemma di rosso, è timbrato da un cappello prelatizio (galero) di colore verde, dal quale pendono dodici fiocchi (sei per lato), dello stesso colore disposti 1, 2, 3. Gli ornamenti esteriori su descritti, in araldica indicano la Dignità Episcopale. Nella partizione di rosso – evocante il Sangue e la Passione salvatrice del Signore – campeggiano la corona di spine ed i chiodi della crocifissione, che uniscono l’offerta di Gesù, obbediente alla volontà del Padre, e quella di san Pio da Pietrelcina, confessore, alla cui spiritualità si ispira il carisma dell’Istituto secolare dei Servi della Sofferenza, fondato da mons. Pierino Galeone, cui il vescovo eletto appartiene.

L’Agnello con il pastorale rimanda al motto episcopale e – legato al campo rosso – ricorda che il ministero pastorale è ministero di passione, cioè di quotidiana offerta amorosa della propria vita al progresso del gregge.
Nella partizione d’argento sono collocati la stella d’azzurro a otto punte con chiaro rimando a Maria, Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli.
Le sette onde del mare, sempre d’azzurro, evocano i sette doni dello Spirito principale, la cui Sapienza inonda la vita dell’eletto, i sette Sacramenti – attraverso cui il Vescovo santifica il suo gregge – ed il golfo della diocesi bimare da cui il Vescovo eletto è stato generato alla vita, alla fede al sommo sacerdozio.


Scheda di approfondimento
L’araldica ecclesiastica

L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare.

Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono:

La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone.

Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi.

Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica:
> rosso per i cardinali;
> verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi;
> paonazzo per i monsignori;
> nero per i presbiteri.

Il numero di nappe per lato indica:
> 15 nappe rosse per i cardinali;
> 15 nappe verdi per patriarchi e primati;
> 10 nappe verdi arcivescovi;
> 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati;
> 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità;
> 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate;
> 3 nappe parroco;
> 1 nappa presbitero.

Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale.

La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere:
> semplice cioè ad una traversa per i vescovi
> doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi.

Stemma papale base
Impostazione classica di un stemma papale
Stemma cardinalizio base
Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo
Stemma arcivescovile base
Impostazione classica di uno stemma arcivescovile

Stemma vescovile base
Impostazione classica di uno stemma vescovile

Stemma di vicario base
Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale

Stemma di parroco base
Impostazione classica di uno stemma di un parroco

Stemma di sacerdote base
Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote


Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche.

I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile).
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Lo stemma di monsignor Giuseppe Russo: “Partito: nel primo di rosso, al pastorale d’oro piantato su una terrazza erbosa, attraversato da un Agnello passante al naturale con la testa rivolta e sormontato da una corona di spine d’oro racchiudente tre chiodi posti a ventaglio d’argento; nel secondo dell’ultimo alla stella di otto punte, accompagnata in punta da sette filetti ondati: il tutto d’azzurro”. (Blasonatura ufficiale)
6 Agosto 2024
Redazione

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