“Brevi” dagli ordini dinastici di Casa Savoia

Claustri Musica

Domenica 7 luglio 2024, presso il restaurato chiostro della Colleggiata dei Santi Pietro e Orso in Aosta, si è tenuto il primo di una serie di cinque concerti denominati «Claustri Musica». Ad esibirsi è stato il gruppo Sync Brass, un quintetto di ottoni composto da Lorenzo Bonaudo alla tromba, Florin Bodnarescul al corno, Riccardo Combetto alla tuba, Enrico Negro, tromba di fila dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino, coordinati dal Maestro Devid Ceste, primo trombone dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. L’evento, primo di cinque concerti, aveva l’obiettivo di celebrare l’inizio del restauro delle cosiddette «Lapidi Mauriziane» dell’Ospedale Regionale Umberto Parini, inaugurato e gestito dall’Ordine Mauriziano nel 1942. Le due lapidi, di notevoli dimensioni (circa 2 metri per 6 metri ciascuna), commemorano non solo la costruzione dell’ospedale attuale, ma anche quella del precedente, situato dove ora si trova il Palazzo dell’Amministrazione Regionale. Questi monumenti rappresentano una testimonianza storica significativa degli interventi più rilevanti nei 450 anni di storia mauriziana in Valle d’Aosta. All’evento benefico, organizzato dalla Delegazione degli Ordini Dinastici della Valle d’Aosta e dall’Associazione Bandistica della Città, hanno partecipato 150 persone, il massimo consentito dalle dimensioni del chiostro. Tra i partecipanti erano presenti dame e cavalieri della Delegazione della Lombardia, accompagnati dal Delegato, il Gran Ufficiale Alberto Di Maria, rappresentanti dell’AUSL della Valle d’Aosta, della Sovrintendenza ai beni culturali, del Consiglio Comunale della città, della Società Cogne SPA e dell’azienda Marmi Perino di Aosta. Il pomeriggio musicale si è concluso con un aperitivo presso il cortile del Palazzo Priorale della Collegiata dei Santi Pietro e Orso, offerto dalle Dame e dai Cavalieri della Delegazione valdostana. Il monumento restaurato sarà presentato al pubblico il 22 settembre prossimo, festa di San Maurizio, alla presenza del Principe Gran Maestro Emanuele Filiberto di Savoia e di S.E. il Gran Cancelliere Johannes Theo Niederhauser.

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Savoia Wine Project

Il “Savoia Wine Project”, un’iniziativa di beneficenza unica nel suo genere, lanciata dalla Delegazione giapponese degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia nel maggio di quest’anno, sta procedendo senza intoppi e le viti piantate personalmente da S.A.R. Emanuele Filiberto, Duca di Savoia, Principe di Piemonte e Principe di Venezia, nel corso della Sua ultima visita, stanno crescendo bene. Attraverso questo progetto, la Delegazione giapponese sostiene le aree della prefettura di Miyagi, nella regione di Tohoku, che hanno subito ingenti danni a causa del recente grande terremoto del Giappone orientale, attraverso la coltivazione di uva e la produzione di vini pregiati che ricalchino la grande tradizione piemontese e sabauda. Il sostegno delle Milizie Cavalleresche Sabaude è finalizzato a promuovere l’artigianato locale, creare posti di lavoro e incentivare il turismo nelle aree colpite. Per questo progetto è già stato sviluppato un nuovo vigneto. Le uve utilizzate per questo vino sono della varietà Nebbiolo, molto rara in Giappone. Infatti, tale vitigno è estremamente difficile da coltivare in Giappone. Nonostante queste sfide, le viti piantate da Sua Altezza Reale e dagli insigniti della Delegazione a maggio stanno crescendo bene. L’obiettivo è di arrivare a coltivare  2.000 piante, ampliando gradualmente il vigneto. Il 27 e 28 maggio scorsi, S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto ha visitato la cantina, dove si è svolto un pranzo di beneficenza e la cerimonia inaugurale del progetto. A questi eventi hanno partecipato il Sindaco della città di Sendai, i rappresentanti di quattro Comuni della regione e dell’organizzazione di promozione turistica, presenti con numerosi insigniti e sostenitori. La visita di S.A.R. è stata documentata da diverse emittenti televisive e testate locali.

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Mus-e

La conclusione dell’anno scolastico ha portato con sé anche la chiusura del
progetto speciale Finestre sull’arte, sostenuto dagli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, che per il quarto anno consecutivo hanno supportato Fondazione Mus-e Italia nella lotta contro la povertà educativa e la marginalità sociale dei bambini attraverso l’Arte. Il progetto si è svolto nelle scuole pubbliche primarie di sette città italiane – Bologna, Fermo, Lecce, Milano, Roma, Torino e, per la prima volta, Genova – in contesti “fragili” sotto il profilo sociale, economico, culturale, con la partecipazione di circa 170 bambine e bambini e delle relative famiglie. I bambini coinvolti hanno preso parte durante l’anno scolastico ad attività laboratoriali ad alto livello educativo, guidati da artisti professionisti, e si sono cimentati con entusiasmo in almeno due discipline per classe, dalle arti visive al canto, dal teatro alla danza. Attraverso il linguaggio universale dell’Arte, i bambini hanno così potuto rafforzare le proprie competenze non cognitive – in particolare, l’autostima, la capacità di risolvere i problemi e di concentrazione, l’accettazione delle regole di convivenza e delle Diversità, la gestione dello stress – imparando a conoscere meglio se stessi e accrescendo le proprie potenzialità espressive. Il fil rouge tematico dei laboratori realizzati quest’anno nelle diverse città era quello delle “Finestre sull’arte”, declinato in base alle varie discipline artistiche.


Scheda di approfondimento
Ordini Dinastici di Casa Savoia

ODDCS

Con l’indicazione di Ordini Dinastici di Casa Savoia (abbreviata anche in ODS oppure OODDS oppure ODDCS) ci si riferisce ad alcuni Ordini Cavallereschi già esistenti durante il Regno d’Italia, il cui magistero è stato conservato da Casa Savoia in quanto considerati dinastici (cioè appartenenti al patrimonio familiare) e non statuali (cioè appartenenti al patrimonio dello Stato Italiano, come invece l’Ordine militare di Savoia, l’Ordine al merito del lavoro e l’Ordine coloniale della Stella d’Italia).

Essi sono:
•L’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, il primo e più prestigioso Ordine di Casa Savoia, il cui magistero è detenuto da Vittorio Emanuele di Savoia ma conteso da Aimone di Savoia-Aosta; la Repubblica Italiana non riconosce quest’Ordine, che è invece riconosciuto dall’ICOC (International Commission for the Orders of Chivalry)
•L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, secondo per importanza fra gli Ordini di Casa Savoia, il magistero è detenuto da Vittorio Emanuele di Savoia ma conteso da Aimone di Savoia-Aosta; la Repubblica Italiana non riconosce quest’Ordine, che è invece riconosciuto dall’ICOC (International Commission for the Orders of Chivalry)
•L’Ordine al Merito Civile di Savoia (o Ordine al Merito di Savoia), istituito nel 1988, in qualche modo erede e prosecutore dell’Ordine della Corona d’Italia e dell’Ordine Civile di Savoia, il magistero è detenuto da Vittorio Emanuele di Savoia; la Repubblica Italiana non riconosce quest’Ordine, che è invece riconosciuto dall’ICOC (International Commission for the Orders of Chivalry)

Sito istituzionale degli Ordini Dinastici di Casa Savoia
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Scheda di approfondimento
Gli ordini cavallereschi in Italia

Ordini Cavallereschi

Il conferimento e l’uso di titoli e decorazioni cavalleresche in Italia è disciplinato dagli articoli 7 e 8 della legge n. 178 del 3 marzo 1951, i quali in sintesi stabiliscono che in Italia sono LIBERAMENTE UTILIZZABILI i titoli e le decorazioni:

1) degli ordini cavallereschi nazionali (Ordine Militare d’Italia, Ordine della “Stella d’Italia”, Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, Ordine Cavalleresco “Al Merito del lavoro”, Ordine di Vittorio Veneto)
2) degli ordini cavallereschi della Santa Sede (Ordine dello Speron d’Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro
3) del Sovrano Militare Ordine di Malta

Sono invece SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per gli affari esteri, le decorazioni ed i titoli degli “Ordini non nazionali o di Stati esteri”.
Circa l’interpretazioni di quali possano essere considerati “ordini non nazionali“, molto si è discusso, e la dottrina attuale ha portato ad identificarli negli ordini cavallereschi dinastici.
Un elenco degli Ordini non nazionali o di Stati esteri le cui decorazioni almeno in alcuni casi siano state sino ad oggi autorizzate, è stato stilato dall’Ministero dell’Interno.

Gli articoli di legge anzidetti vietano il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati, e specificano che le relative sanzioni sono applicabili anche quando tali conferimenti siano avvenuti all’estero.

Doverosamente va evidenziato come vi siano anche ordini cavallereschi del tutto legittimi, le cui decorazioni però lo stato italiano non ha ancora avuto occasione di autorizzare, oppure vi siano ordini cavallereschi di cui le decorazioni in Italia non vengono autorizzate, per ragioni di opportunità politica (come l’Ordine supremo della Santissima Annunziata, o l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro). Assume dunque particolare rilevanza l’elenco degli ordini cavallereschi valutati legittimi dall’ICOC (Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi – International Commission for Orders of Chivalry), istituzione internazionale privata, che ha redatto un apposito Registro.
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Disambigua
PREDICATI TITOLI NOBILIARI, CAVALLERESCHI ED ACCADEMICI

Per precisa scelta editoriale il Notiziario Araldico cerca di dare conto di tutti gli eventi e le iniziative di rilevanza araldica, nobiliare, cavalleresca, genealogica, vessillologia, faleristica, o comunque attinenti le discipline documentarie della storia, cercando di evitare atteggiamenti censori.

Tale scelta, unita alle tempistiche proprie di un quotidiano quale è il Notiziario Araldico, ed all’impossibilità di una verifica puntuale di tutti i trattamenti e le titolature accademiche, nobiliari e cavalleresche, contenute nei comunicati, nelle note informative, nei programmi degli eventi, nei documenti diffusi e/o comunque ripresi, può purtroppo implicare la pubblicazione di titoli contesi, contestati, non universalmente accettati, inesatti, o peggio ancora frutto di falsificazioni antiche o recenti.

Si evidenzia dunque che i trattamenti, i predicati, i titoli cavallereschi, i titoli accademici, i titoli nobiliari, pubblicati, lo sono senza attribuire loro alcun valore, e senza poter entrare nel merito.

Giova infine ricordare in questa sede che per disposizione costituzionale, in Italia i titoli nobiliari, sono privi di qualunque valore giuridico.
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