Il Mondo del Cavaliere n° 91
E’ stato distribuito un nuovo numero de “Il Mondo del Cavaliere”, il trimestrale edito congiuntamente dalla Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi (ICOC) e dall’Associazione Insigniti Onoreficenze Cavalleresche (AIOC), fondato e diretto da Pier Felice degli Uberti.
La rivista unica nel suo genere nel panorama mondiale, è giunta al suo 91° fascicolo, ed in questo numero propone:
- Editoriale – La nobilitazione negli ordini dinastici sopravviventi
- Lo scioglimento della Guardia Nobile d’Onore di Sua Santità, già Guardia Nobile Pontificia, di Diego de Vargas Machuca
- Salvatore Todaro, Medaglia d’Oro al Valor Militare, eroe dell’Umanità, di Giuseppe Tortorici
- Le Famiglie Storiche e le loro tradizioni: un esempio da imitare, di Giorgio Cuneo
- La Chiesa di San Leonardo a Manfredonia, di Emilio Carbone
- Cronaca ed eventi
- Festività di San Giorgio a Messina, Enna e Catania
- Ricordando Donna Carmela Mazzacuva Spanò
- SS Messa nel trigesimo della morte di S.E. il Duca de Vargas Machuca
- XXI Trofeo Vernagallo – Giro della Baronia
- Visita del Gran Prefetto S.A.R. la Principessa Beatrice a Pietraperzia
- Briciole di cultura ad Enna
- Solenni investiture ad Acireale
- SS Messa per il trigesimo di S.E. il Duca de Vargas Machuca
- Il vescovo di Cefalù Cavaliere di Gran Croce di Grazia Ecclesiastico
- XVII stagione concertistica
- Visita di S.A.R. la Principessa Beatrice all’abbazia di S. Martino delle Scale
- Festival organistico di S. Martino delle Scale
- L’Ordine Costantiniano dal Presidente dell’Ars
- S. Giacomo a Capizzi
- Solennità di S. Benedetto a San Martino delle Scale
- SS Messa mensile del SMOCSG – Delegazione per la Sicilia Orientale
- Solennità di S. Maria dell’Elemosina a Biancavilla
- Solennità dell’Esaltazione della Santa Croce a Palermo
- Solennità dell’Esaltazione della Santa Croce a Barrafranca
- Briciole di salute
Il Mondo del Cavaliere Il Mondo del Cavaliere è una rivista culturale trimestrale, fondata nel 2001 e tutt’ora diretta da Pier Felice degli Uberti. Edita congiuntamente dalla Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi (ICOC) e dall’Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche (AIOC), affronta tematiche storiche, ma pure di diritto o di costume, inerenti gli ordini cavallereschi, e più in generale i sistemi premiali, con anche recensioni delle pubblicazioni sul tema, e cronaca di alcuni degli eventi e delle iniziative che a vario titolo afferiscono tale variegato mondo. Per approfondire: Il Mondo del Cavaliere . |
Scheda di approfondimento International Commission for Orders of Chivalry L’ International Commission for Orders of Chivalry (ICOC; Commissione internazionale permanente per lo studio degli ordini cavallereschi) è un’organizzazione privata, che non usufruisce di sovvenzioni pubbliche, composta da studiosi di questioni cavalleresche e sistemi premiali. Il suo scopo dichiarato è quello di esaminare gli ordini cavallereschi per determinarne la legittimità. La sua sede si trova a Milano. La nascita dell’ICOC fu incoraggiata durante il Congresso Internazionale di Scienze Araldiche e Genealogiche di Madrid del 1955, da Vicente de Cadenas y Vicent che riteneva fosse opportuno creare una commissione di studiosi su questioni cavalleresche. Questa idea si è concretizzata nel 1960 durante il 5 ° Congresso Internazionale di Scienze Genealogiche e Araldiche di Stoccolma, sotto la protezione del principe svedese Bertil, duca di Halland (con l’Araldo di Stato di Svezia Gunnar Scheffer come segretario generale), quando si stabilì la formazione di un’apposita Commissione, presieduta da Alessandro Monti della Corte, allo scopo di creare un elenco provvisorio di ordini cavallereschi poi realizzato e presentato nel 1964. Nel 1999 la presidenza dell’ICOC è stata assunta dall’italiano Pier Felice degli Uberti, che ha rivisto e riorganizzato l’attività dell’istituzione appannata da alcuni decenni di gestioni discutibili. Attualmente, al fine di evitare qualsiasi conflitto di interessi, i commissari che ricoprono importanti cariche in un particolare ordine cavalleresco non possono partecipare alla decisione relativa a tale ordine. Il più recente registro e elenco provvisorio degli ordini dell’ICOC è stato pubblicato nel 2016. Sito Internet istituzionale: International Commission for Orders of Chivalry . |
Scheda di approfondimento Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche (AIOC) L’Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche (AIOC) è stata fondata il 2 gennaio 2001 a Milano, con l’Alto Patronato, e l’appoggio della Commissione Internazionale per lo Studio degli Ordini Cavallereschi (ICOC). Obiettivi statutari del sodalizio sono: 1) riunire gli insigniti di Onorificenze cavalleresche o Sistemi premiali e gli appartenenti agli Ordini cavallereschi; 2) promuovere e tutelare il diritto e il rispetto delle Istituzioni cavalleresche e dei Sistemi premiali perpetuando la loro funzione morale e civile; 3) mantenere ed accrescere fra i Soci l’insieme di quei valori spirituali, morali, culturali e sociali, che rappresentano il comune retaggio e patrimonio di tali Istituzioni e Sistemi; 4) dimostrare particolarmente con l’esempio offerto dai Soci l’attualità dell’ideale cavalleresco, stimolando all’interno e diffondendo all’esterno dell’Associazione lo spirito della Cavalleria inteso particolarmente come rispetto della donna e difesa dei più deboli, degli ammalati, degli anziani e dei poveri; intensificando ogni forma di assistenza e di tutela sociale ed umanitaria a favore di ogni essere umano senza distinzione di sesso, di razza e di religione; 5) porsi come punto di riferimento per quanti, svantaggiati o portatori di handicap, possano trovare, nelle varie sfaccettature ed espressioni dell’ideale cavalleresco, un sollievo al proprio disagio. Fra le realizzazioni più significative il trimestrale “Il Mondo del Cavaliere“, rivista dedicata agli Ordini Cavallereschi pubblicata sin dal 2001. Attuale presidente dell’ente: Maurizio Ferrante Gonzaga del Vodice. L’Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche (AIOC) non è in alcun modo collegato con il Centro Studi Araldici (CESA), ente editore del “Notiziario Araldico”. Sito istituzionale dell’Associazione Insigniti Onorificenze Cavalleresche (AIOC) . |
Scheda di approfondimento Gli ordini cavallereschi in Italia Il conferimento e l’uso di titoli e decorazioni cavalleresche in Italia è disciplinato dagli articoli 7 e 8 della legge n. 178 del 3 marzo 1951, i quali in sintesi stabiliscono che in Italia sono LIBERAMENTE UTILIZZABILI i titoli e le decorazioni: 1) degli ordini cavallereschi nazionali (Ordine Militare d’Italia, Ordine della “Stella d’Italia”, Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, Ordine Cavalleresco “Al Merito del lavoro”, Ordine di Vittorio Veneto) 2) degli ordini cavallereschi della Santa Sede (Ordine dello Speron d’Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro 3) del Sovrano Militare Ordine di Malta Sono invece SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per gli affari esteri, le decorazioni ed i titoli degli “Ordini non nazionali o di Stati esteri”. Circa l’interpretazioni di quali possano essere considerati “ordini non nazionali“, molto si è discusso, e la dottrina attuale ha portato ad identificarli negli ordini cavallereschi dinastici. Un elenco degli Ordini non nazionali o di Stati esteri le cui decorazioni almeno in alcuni casi siano state sino ad oggi autorizzate, è stato stilato dall’Ministero dell’Interno. Gli articoli di legge anzidetti vietano il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati, e specificano che le relative sanzioni sono applicabili anche quando tali conferimenti siano avvenuti all’estero. Doverosamente va evidenziato come vi siano anche ordini cavallereschi del tutto legittimi, le cui decorazioni però lo stato italiano non ha ancora avuto occasione di autorizzare, oppure vi siano ordini cavallereschi di cui le decorazioni in Italia non vengono autorizzate, per ragioni di opportunità politica (come l’Ordine supremo della Santissima Annunziata, o l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro). Assume dunque particolare rilevanza l’elenco degli ordini cavallereschi valutati legittimi dall’ICOC (Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi – International Commission for Orders of Chivalry), istituzione internazionale privata, che ha redatto un apposito Registro. . |
Disambigua Nobiltà e titoli nobiliari in Italia Con l’avvento della Repubblica in Italia, la rilevanza pubblica dello status nobiliare e dei titoli nobiliari italiani, sono sostanzialmente venuti meno, sebbene sia necessario distinguere fra stato nobiliare e titolo nobiliare di un individuo o di un casato. Tale distinzione è rilevante sia sotto il profilo storico che giuridico, poichè di norma i diversi ordinamenti nobiliari del Regno d’Italia, degli stati preunitari, e degli stati esteri, hanno sempre riconosciuto insita nell’individuo o nel casato la nobiltà, che l’autorità pubblica può o poteva riconoscere, ma non conferire, in quanto stato proprio della persona, indipendente dalla volontà altrui (come dire che un individuo è onesto, e lo è a prescindere da qualunque riconoscimento pubblico o privato che sia, e all’inverso non può diventare onesto unicamente perchè venga dichiarato tale da una qualunque autorità); al contrario il titolo nobiliare è o era di norma frutto di una concessione sovrana, in quanto legato all’affidamento di una determinata funzione o di un determinato incarico, oppure manifestazione pubblica di una benemerenza comunque concessa dall’autorità sovrana. Va da sé che se comunque un sovrano riconosce o ha riconosciuto come nobile un individuo indegno, può risultare alquanto complicato contestare tale riconoscimento. In Italia però l’avvento della Repubblica ha portato anche alla redazione di una nuova Costituzione che nella sua “XIV disposizione transitoria”, recita: “I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I predicati di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922, valgono come parte del nome. … La legge regola la soppressione della Consulta araldica” (XIV disposizione transitoria della Costituzione Italiana, comma 1- 2, e 4). Dunque dall’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana (1° gennaio 1948) per l’Italia i titoli nobiliari hanno perso qualunque rilevanza pubblica; si badi bene, non sono vietati, semplicemente non sono riconosciuti, cioè non sono tutelati nè disciplinati, sono giuridicamente irrilevanti. Ne consegue che sotto il profilo giuridico ogni italiano può lecitamente autoattribuirsi qualunque titolo nobiliare desideri, senza incorrere in alcun reato, salvo eventualmente coprirsi di ridicolo. L’unica forma di tutela che permane è quella relativa ai “predicati nobiliari” (esempio: Rossi di Vallelupa), che a determinate condizioni possono essere riconosciuti e divenire parte del cognome (cosiddetta cognomizzazione). Da notare che però la “disposizione” costituzionale non menziona lo status nobiliare, lasciando qualche incertezza interpretativa, infatti non essendo menzionato, non si può dire venga negato, e formalmente – a differenza di quanto accaduto per i titoli nobiliari – non viene neppure indicato esplicitamente come irrilevante; ed anche la rivendicazione dell’uguaglianza fra tutti i cittadini italiani non risulta conflittuale con la status nobiliare di un individuo o di un casato, laddove tale status non origini discriminazione di trattamento di alcun tipo e in alcun ambito, come in effetti è oggi. In tale quadro vi è chi sostiene che lo status nobiliare individuale e familiare possa essere tutt’oggi oggetto di riconoscimento e tutela pubblica, soprattutto nei casi di individui (ormai pochi) o casati, che già erano stati riconosciuti come nobili dallo Stato (sebbene nella precedente forma del Regno), tanto più che l’organo pubblico chiamato a gestire tali riconoscimenti (la Consulta Araldica menzionata nella citata XIV disposizione provvisoria della Costituzione Italiana) a tutt’oggi non risulta formalmente soppressa, ma solo non più rinnovata. . |
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