Lo stemma di monsignor Andreozzi
Lo scorso 3 maggio, papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola presentata da S.E. Mons. Armando Trasarti. Il Santo Padre ha nominato vescovo della Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola don Andrea Andreozzi, del clero dell’Arcidiocesi di Fermo, finora rettore del Seminario Umbro.
S.E. Mons Andrea Andreozzi è nato il 25 agosto 1968 a Macerata. Dopo aver frequentato il Seminario Arcivescovile di Fermo e aver studiato Teologia presso l’Istituto Teologico Marchigiano, ha conseguito la Licenza in Scienze Biblichepresso il Pontificio Istituto Biblico e il Dottorato in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, svolgendo inoltre un semestre all’École Biblique di Gerusalemme. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 26 ottobre 1996 per l’Arcidiocesi di Fermo. Ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario parrocchiale di San Michele Arcangelo a Monte Urano (1996-2006); dal 1996, Docente all’Istituto Teologico Marchigiano e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose SS. Alessandro e Filippo di Fermo; Vicerettore al Collegio Capranica di Roma (2006-2007); dal 2007, Parroco di S. Pio X in Porto Sant’Elpidio e Moderatore dell’Unità Pastorale, Vicedirettore del quindicinale diocesano La voce delle Marche. Dal 2014 è stato Direttore Spirituale nel Seminario di Fermo e dal 2020 è Rettore del Seminario Umbro. E’ stato quindi consacrato vescovo lo scorso 18 giugno.
Per il suo ministero episcopale monsignor Andreazzi ha scelto uno stemma così presentato:
Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un Vescovo è tradizionalmente composto da:
- uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconducibile a fattezze di scudo araldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, da particolari devozioni o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altre particolarità;
- una croce astile, in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo;
- un cappello prelatizio (galero), con cordoni a dodici fiocchi, pendenti, sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3), il tutto di colore verde;
- un cartiglio inferiore recante il motto scritto abitualmente in nero.
In questo caso è stato adottato uno scudo di foggia gotica, frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica mentre la croce astile d’oro è “trifogliata”, con cinque gemme rosse a simboleggiare le Cinque Piaghe di Cristo.
Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo del Vescovo Andreozzi
“D’azzurro, alla fascia d’argento, caricata di un giogo al naturale, accompagnata da una croce di Sant’Andrea in capo e da due burelle ondate, sormontate da una stella (7) in punta, il tutto del secondo”
Il motto: OMNES DOCIBILES DEI (Gv 6,45)
Le parole scelte da don Andrea per il proprio motto episcopale sono tratte dal Vangelo di Giovanni laddove l’Evangelista riporta le parole di Gesù: ”Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio.” – (Est scriptum in prophetis: Et erunt omnes docìbiles Dei.)
Interpretazione
La croce di Sant’Andrea, posta nel capo dello scudo è un chiaro riferimento al nome del Vescovo.
Nella parte centrale dello scudo è raffigurato un giogo, simbolo, in araldica, di concordia, devozione, pazienza, sentimenti che sono ispirati dalla pacatezza dei buoi che, con mansuetudine, aiutano l’uomo nel lavoro dei campi, al fine di mantenere l’armonia del creato e la custodia della terra; inoltre, tale strumento, è ripreso in un passo del Vangelo di Matteo alquanto significativo:
“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero” (Mt 11,28-30). Palese l’invito del Signore alla semplicità e alla mitezza. Nella parte bassa dello scudo troviamo delle onde sovrastate da una stella, da sempre simbolo mariano: richiama qui la “Stella maris”, uno dei tanti titoli assegnati a Maria, la nostra Madre
Celeste e questa definizione mariana, cara alle genti di mare, è ricordata nelle parole di san Bernardo di Chiaravalle che nel XII secolo scrisse: «Se i venti della tentazione crescono, se sei spinto contro gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria!”. Questa immagine vuole ricordare la diocesi di Fermo, da cui il Vescovo proviene e quella di Fano, oggi affidata alle sue cure pastorali, entrambe affacciate sul mare Adriatico. I colori dello scudo sono l’argento e l’azzurro: l’argento è il colore simbolo della trasparenza, quindi della Verità e della Giustizia, doti che devono corredare quotidianamente lo zelo pastorale del Vescovo mentre l’azzurro è il colore simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio“.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
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