Il segreto di Mariano Comense
Abbiamo già avuto modo di scrivere su queste pagine di un giovane tanto entusiasta quanto promettente cultore di araldica, che ha scelto di indirizzare le proprie ricerche soprattutto verso un ambito di questa materia davvero poco studiato, come quello dell’araldica bizantina.
Eppure Jack Aliu Çelpica – perchè di lui stiamo parlando – non si limita allo studio della sola araldica bizantina, e anzi, da genuino appassionato della materia, non manca di osservare la realtà che lo circonda e le testimonianze blasoniche che vi si possono riscontrare.
Un interesse ed un’attenzione che hanno portato Çelpica ad osservare e in un certo senso a “scoprire” un manufatto davvero particolare conservato a Mariano Comense, industrioso centro brianzolo, ovvero il baldacchino processionale della locale parrocchiale, inaspettatamente ricco di testimonianze araldiche.
Prima l’analisi, poi lo studio di questo pregevole accessorio del culto, hanno oggi portato alla realizzazione di un volume ad esso dedicato; un volume che costituisce anche l’opera prima del giovane araldista, che in merito – con malcelata emozione – ha commentato: “Sono contento di aver messo le mie conoscenze araldiche apprese dopo tante letture e confronti con esperti al servizio della comunità marianese”.
“Il segreto di Mariano Comense” questo il titolo della pubblicazione, dove il sottotitolo poi precisa “Analisi araldica degli stemmi sul baldacchino processionale“. Un tomo di 154 pagine realizzata con il patrocinio del Comune di Mariano Comense e quello della Comunità Pastorale San Francesco d’Assisi.
“Nella pubblicazione – spiega Çelpica – vengono raccontate le storie locali attraverso la lettura degli stemmi delle famiglie e dei monogrammi dei donatori e delle personalità che ne furono i promotori all’inizio del secolo scorso, e di cui nel tempo spesso è andata persa la memoria“.
La pubblicazione può essere richiesta in formato cartaceo su Amazon al prezzo di 26 euro, attraverso il seguente link, e sarà presentata al pubblico venerdì 27 ottobre, alle ore 21, presso la Sala San Carlo di via d’Adda 17 a Mariano Comense.
Prefazione di Massimo Ghirardi
È affascinante che la storia di una comunità, in questo caso quella di Mariano Comense, si rifletta in un oggetto, per quanto prestigioso, come quello del “baldacchino” processionale della chiesa di Santo Stefano.
Un attrezzo liturgico che viene pressoché usato solo in un’occasione, la processione del Corpus Domini (“Corpo del Signore”), che si svolge in occasione della Solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, per proteggere l’ostensorio con l’ostia consacrata del corpo di Gesù che viene portata in giro in segno di devozione e per impetrare, con preghiere e suppliche, la protezione divina attraverso la benedizione.
Nonostante il mutare dei tempi e degli usi rimane un evento importante, sia dal punto di vista spirituale che sociale: la comunità, almeno quella cattolica (ancora preponderante) si riunisce per riconoscersi come Chiesa e per onorare Dio.
La comunità di Mariano del secolo scorso, consapevole del prestigio della propria chiesa plebana (cioè “del popolo”, dal latino “plebs”) decise di realizzare un oggetto di grande bellezza, con materiali pregiati e degno di una chiesa di primaria grandezza: il baldacchino prevede ben otto portatori, confratelli del Santissimo Sacramento, che godono del privilegio di proteggere il segno tangibile dell’incarnazione di Cristo.
Ma l’aspetto visibile della pregevole manifattura del baldacchino rischia di prevaricare un altro, meno evidente, relativo ai simboli che lo decorano, che a prima vista potrebbero sembrare dei “ricami”, per quanto elaborati. Nella complessa decorazione sono inseriti alcuni stemmi e monogrammi relativi ai donatori, ossia ai sottoscrittori che donarono la cifra necessaria per la sua realizzazione.
Soprattutto degli stemmi che, all’epoca della realizzazione, dovevano essere ancora abbastanza decodificabili dagli spettatori, si è persa la memoria, la corrispondenza con le famiglie dei donatori al punto che si è sentita la necessità di recuperarne il significato affinché non vada definitivamente perso.
Grazie al paziente lavoro di ricerca archivio e di confronto documentale di Jack Aliu Çelpica possiamo fissare in questo pregevole libro le “appartenenze” dei singoli emblemi che decorano il baldacchino, a futura memoria.
Scheda biografica Jack Aliu Çelpica Jack Aliu Çelpica è nato nel 1995 a Desio in provincia di Monza-Brianza, da genitori albanesi. Ha ottenuto il diploma di contabile presso il CFP Sandro Pertini, ed attualmente svolge l’attività di operaio in una vetreria brianzola. Appassionato di storia bizantina e ottomana, si interessa in tale ambito di diritto nobiliare, genealogia, e soprattutto araldica. Gestisce una pagina Facebook dal nome “Il Conte di Bashtova” con l’intento di promuovere la fortezza bizantina nel centro Albania, è socio del Centro Italiano Studi Vessillologici e fa parte del Gruppo Araldica Civica. . |
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