Quando l’araldica si fa arte
Il sabato del Festival dell’Araldica di Feltre, offre due interessanti appuntamenti che con modalità differenti, e da prospettive diverse, guardano al connubio tra araldica ed arte.
Il primo appuntamento dal titolo “L’araldica: una finestra aperta sulla storia“, avrà luogo alle ore 18.00, presso il Museo Diocesano Belluno Feltre, e vedrà l’intervento di Gustavo Mola di Nomaglio che proporrà un’analisi-riflessione su come le committenze “araldiche” – scultorie, sfragistiche, pittoriche etc – furono un potente propulsore dell’economia, dato che quasi non vi fu artigiano o artista che non fosse potenzialmente coinvolto nel realizzarle. Le innumerevoli testimonianze giunte sino a noi, e di cui tante città sono ricche, costituiscono una finestra aperta sulla storia, attraverso la quale si possono intravedere e decifrare, quotidianità e consuetudini del passato.
Gustavo Mola di Nomaglio è Vice Presidente del Centro Studi Piemontesi. Bibliofilo e studioso della storia e dei valori della Monarchia di Savoia, del Piemonte, del Nizzardo, della Savoia e dei rispettivi ceti dirigenti. Ha scritto innumerevoli articoli, saggi e volumi di ambito araldico e genealogico.
Successivamente, alle ore 20.45, presso l’Auditorium Canossiano di Feltre, si terrà invece una conferenza spettacolo dal titolo “Discorso dell’ombra e dello stemma: fantasmi araldici tra invenzione e memoria” di Luca Scarlini. Nella circostanza il titolo di un’opera di Giorgio Manganelli ispira un racconto sull’araldica come sistema e codice di rappresentazione, che da Alfred Jarry e dal suo memorabile Ubu re ha attraversato la cultura del Novecento in tutte le sue avventure più estreme.
Luca Scarlini è scrittore, drammaturgo per teatri e musica, narratore e performance artist. Insegna tecniche narrative presso la Scuola Holden di Torino e ha collaborato con numerose istituzioni teatrali italiane e europee. Voce di Radio Tre, conduce il programma Museo Nazionale ed ha curato mostre anche per il Museo Ferragamo a Firenze e per il Museo MAN.
Il programma del Festival propone poi per domenica 8 ottobre anche l’incontro con Riccardo Falcinelli, sul tema “Colori primari e visioni del mondo“. La riflessione di Falcinelli partirà dalla costatazione di come ogni società – in epoche e tempi diversi – si sia munita di alcuni colori preferenziali e a partire da questi ha dato forma alla propria visone del mondo. Noi contemporanei li chiamiamo “primari”, eppure, a dispetto del loro successo nella didattica artistica, si tratta di un’invenzione culturale e non di una verità della scienza. È allora importante fare un passo indietro e guardare storicamente al colore per comprenderne a fondo gli aspetti convenzionali. Essi sono la base più stabile di ogni cultura come del resto insegna uno dei sistemi cromatici più strutturati del medioevo: l’araldica.
Riccardo Falcinelli, grafico e scrittore, da oltre vent’anni cura la grafica per alcune tra le maggiori case editrici italiane. Dal 2012 insegna “Psicologia della percezione” all’Isia Roma Design. Ha pubblicato diversi saggi sul rapporto tra design e percezione visiva tra cui Cromorama (Einaudi, 2017) e Figure (Einaudi, 2020). Nel 2022 ha curato, sempre per Einaudi, Filosofia del graphic design. www.falcinelliand.co
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