Le porcellane e le maioliche degli Arezzo di Donnafugata
Nella sfarzosa cornice di Palazzo Arezzo di Donnafugata, in provincia di Ragusa, per la prima volta aperto al pubblico in occasione della mostra «Le Tavole dei Gattopardi», alcuni curiosi viaggiatori hanno avuto il privilegio di apprezzare la lussuosa bellezza di alcune tavole imbandite che con i loro colori e il fascino delle porcellane antiche hanno catapultato gli affascinati visitatori dentro una favola, nella sale abitate un tempo da Corrado Arezzo Barone di Donnafugata e dalla sorella Ignazia duchessa d’Albafiorita, il curioso viaggiatore ha gustato attraverso una mistica esperienza olfattiva le gustose pietanze dell’antica cucina ragusana, timballi, sformati e cassate di ricotta, maccheroni e saporite minestre.
Dai piatti ancora lucidi e perfettamente conservati sono tornati a vivere nell’atmosfera di un passato sospeso e indefinito le fabbriche di Bassano del Grappa, le porcellane Ginori «sepolte vive» dentro le murature dell’antica dimora.
Il merito di aver fatto rivivere questi oggetti del passato si deve agli attuali proprietari, a Costanza e Viky Di Quattro che, in accordo con tutti gli altri componenti della famiglia, hanno deciso di allestire tre tavole pregiatissime per raccontare il rito della cena di gala, il sorbito caffe dentro una bianchissima tazzina con un delicato emblema araldico.
Le sorprese suscitate dalle accennate imbandigioni sono state ulteriormente esaltate da una pregevolissima esposizione di alcuni argenti da parata con lo stemma della casata degli Arezzo.
A chi per concesso privilegio è stato possibile visitare questa irripetibile mostra, rimane un ricordo ineffabile, una sensazione di benessere vissuto che di certo si conserverà nel tempo futuro.
(Salvatore Distefano)