Conferenze costantiniane
Sabato 4 marzo 2023, su invito della Delegazione di Puglia e Basilicata del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ramo spagnolo e con l’alto patrocinio della Provincia di Foggia, presso la chiesa di Santa Maria della Pietà (detta dei Morti o delle Anime Purganti) a San Severo, l’Arcivescovo Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico e Cappellano Gran Croce di Merito, celebrerà alle ore 17.15 una solenne Santa Messa e alle ore 18.30 terrà una conferenza su Il Popolarismo nella Dottrina Sociale della Chiesa e nella identità dell’Italia.
Introdurranno la conferenza, i saluti istituzionali dell’Avv. Francesco Miglio, Sindaco di San Severo; dell’Avv. Giuseppe Nobiletti, Presidente della Provincia di Foggia; e del Sig. Rocco Pisone, Priore dell’Arciconfraternita della Orazione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo, antica e illustre istituzione religiosa di San Severo che ha la sua sede nella medesima chiesa.
Modererà il Cappellano Capo di Delegazione, Mons. Giovanni Pistillo, Cappellano di Merito con Placca.
Conclusioni a cura del Delegato, il Nob. Avv. Dario de Letteriis, Cavaliere di Gran Croce.
Giovedì 9 marzo 2023, in occasione dell’incontro mensile della Delegazione della Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, dopo la Santa Messa celebrata alle ore 18.45 dal Cappellano di Delegazione Mons. Federico Gallo, Cappellano Jure Sanguinis nella chiesa di San Sepolcro in Milano, avranno luogo due “conferenze brevi” su temi distinti, tenuti da due Cavalieri della Delegazione del Triveneto.
La prima conferenza sul tema 17 giugno 1717. Il battesimo del fuoco dell’Ordine Costantiniano: la guerra in Dalmazia verrà tenuta dal Cav. Dott. Nicola Bergamo, che approfondirà l’aggettivo “Militare” che si trova nella denominazione dell’Ordine Costantiniano.
Il Relatore si soffermerà su questo significato evento storico, che ha visto il Reggimento Costantiniano armato dal Duca di Parma e Piacenza, Francesco Farnese, composto da 2.000 effettivi, nel 1717 affiancare le truppe della Serenissima Repubblica di Venezia e del Sacro Romano Impero nella guerra contro gli Ottomani in Dalmazia. La Campagna Dalmata della Milizia Costantiniana ha avuto un ruolo determinante nella successione dei Farnese al Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano. Infatti, il Duca Francesco Farnese partecipò alla Campagna dalmata non in veste di Sovrano di un piccolo Stato, ma come Gran Maestro di un antico e glorioso Ordine Equestre, erede della tradizione Imperiale d’Oriente, negli stessi territori dell’antico Despotato d’Epiro, contesi alla Sublime Porta, in cui l’Ordine Costantiniano si era stabilito ed aveva operato nei secoli precedenti. La riconquista di queste terre avrebbe assicurato, tra l’altro, ovvie benemerenze da parte di Papa Clemente XI che stava elaborando la Bolla definitiva di approvazione della cessione dell’Ordine alla famiglia Farnese da parte dell’ultimo Gran Maestro Angelo Comneno, rimasto senza eredi legittimi. In forza anche del grande tributo di sangue patito proprio nella guerra in Dalmazia, questo evento storico permise ai Farnese di assicurarsi la benevola attenzione della Santa Sede e la pacifica successione ai Comneno nel titolo Gran Magistrale dell’Ordine Costantiniano. La riconoscenza del Papa Clemente XI, che era stato Cardinale protettore dell’Ordine, si manifestò l’anno successivo con la tanto sospirata ed attesa emissione della fondamentale Bolla Militantis Ecclesiae (27 maggio 1718) – tuttora vigente e di cui la Sacra Milizia ha celebrato il Tricentenario cinque anni fa – di concessione del Gran Magistero ai Farnese in forma piena e incondizionata e con il conferimento all’Ordine ed ai suoi Cavalieri di un altissimo ed amplissimo numero di privilegi e guarentigie, guadagnati sul campo e non in virtù di un nebuloso ed incerto passato.
La seconda conferenza sul tema La Legge 178/1951 e le Commissioni in materia di onorificenze verrà tenuta dal Cav. Alessandro Scandola, che presenterà l’istituzione dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e la dottrina in materia di onorificenze cavalleresche vigente nel nostro Paese.
Gli Ordini cavallereschi sono tra le più alte onorificenze concesse ad un cittadino, particolarmente benemerito nei confronti di una nazione o di una dinastia. Esse ricompensano civili, militari, meriti nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia, nell’impegno in cariche pubbliche e in attività svolte a fini sociali e umanitari. Dalla nascita della Repubblica, però, sono comparsi una moltitudine di “falsi Ordini”, abili millantatori che, giocando sulle assonanze terminologiche e sulla somiglianza dei simboli vendono ancora oggi cavalierati e titoli nobiliari falsi e senza alcun valore, mietendo vittime anche illustri. Per arginare questo fenomeno e regolamentare il conferimento degli onori nazionali o concessi da un ordinamento diverso da quello italiano, è stata appositamente istituita una legge. Al giorno d’oggi, pochi sanno davvero cosa siano gli Ordini cavallereschi, pochi conoscono la loro storia, le loro tradizioni e quali di questi siano autorizzabili dalle autorità italiane.
Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (SMOC) Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è un ordine equestre dinastico. Secondo una tradizione leggendaria l’ordine fu fondato dall’imperatore Costantino il Grande nel 312 d.C., dopo la vittoriosa battaglia di ponte Milvio, che gli sarebbe stata propiziata dall’utilizzo come insegna e vessillo, del simbolo cristiano della X e della P sovrapposte (le iniziali di Cristo in greco) come da indicazione ricevuta in visione alla vigilia dello scontro armato. In conseguenza di ciò l’imperatore avrebbe affidato ai primi cavalieri il compito di ricordare l’evento e difendere il cristianesimo. Le prime tracce documentali certe risalgono però alla fine del 1500, quando con una “breve” papa Giulio III ha riconosciuto la dignità di Gran Maestro dell’ordine ad Andrea Angelo Flavio Comneno. Il gran magistero dell’ordine passò poi ai Farnese con Francesco Farnese nel 1697. Passaggio importante fu poi quello del 1718, quando papa Clemente XI con una “bolla” ne riconobbe la natura dinastica in capo ai Farnese indicando due condizioni essenziali all’assunzione del Gran Magistero e cioè, essere discendenti dei Farnese ed essere duchi di Parma e Piacenza. Nel 1731 morì senza eredi Antonio Farnese, ultimo duca di Parma, creando le premesse che hanno portato oggi l’ordine ad essere diviso in tre diversi rami. Alla morte di Antonio Farnese dunque, il Gran Magistero, insieme al ducato, passò al cugino Carlo di Borbone, che sarebbe poi divenuto re di Napoli, ed infine re di Spagna con il nome di Carlo III, il quale assumendo il trono di Spagna lasciò la titolarità del ducato di Parma, ma non il gran magistero dell’ordine. Carlo di Borbone asceso al trono di Spagna nel 1759 trasmise dunque corona di Napoli e gran magistero costantiniano al suo terzogenito Ferdinando Borbone Due Sicilie. Il passaggio fu confermato nel 1763 da un “monitorio” di papa Clemente XIII. Il Sacro Angelico Imperiale Ordine costantiniano di San Giorgio Successivamente l’autonomia politica del Ducato di Parma fu ripristinata con l’assegnazione – da parte del Congresso di Vienna – del trono ducale a Maria Luisa d’Asburgo-Lorena (o Maria Luigia di Parma), che pur non essendo una discendente farnesiana, in quanto duchessa di Parma, ritenne di ripristinare l’Ordine Costantiniano “parmense” nel 1816. Si crearono così due ordini omonimi. A Maria Luisa d’Asburgo-Lorena succedettero i Borbone-Parma, che conservano il gran magistero di questo ordine costantiniano tutt’oggi, con la denominazione di “Sacro Angelico Imperiale Ordine costantiniano di San Giorgio”. Lo SMOC “parmense” attualmente riconosce come Gran Maestro Sua Altezza Reale Carlo Saverio di Borbone Parma, principe di Borbone di Parma, in carica dal 2010. Nel frattempo il gran magistero costantiniano dell’ordine trapiantato a Napoli ha continuato a godere del riconoscimento papale e ad essere tramandato all’interno della dinastia Borbone Due Sicilie sino ai nostri giorni. Nel 1960 però si è aperta una disputa dinastico-successoria tra Alfonso Maria Borbone Due Sicilie (per il ramo cosiddetto spagnolo) e Ranieri Borbone Due Sicilie (per il ramo cosiddetto francese) che interessa sia il ruolo di Capo della Capo della Real Casa delle Due Sicilie (e dunque di Pretendente al Trono delle Due Sicilie) sia il gran magistero degli ordini dinastici del casato, fra cui l’ordine costantiniano. Tale contenzioso ha portato ad avere due rami separati e distinti del medesimo ordine, uno genericamente indicato come “spagnolo” ed uno come “francese”. Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Spagna Lo SMOC “spagnolo” riconosce oggi come Gran Maestro Don Pedro de Borbon y Orlean duca di Calabria, conte di Caserta, in carica dal 2015. Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Francia Lo SMOC “francese” riconosce oggi come Gran Maestro Carlo di Borbone Due Sicilie, duca di Castro, in carica dal 2008. Quest’ultimo ramo gode dello status consultivo del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite a New York, Ginevra e Vienna. In tutte e tre le sue declinazioni l’Ordine Costantiniano, è riconosciuto dallo Stato Italiano come “ordine dinastico non nazionale” legittimamente conferibile, ed il suo uso sul territorio italiano è autorizzabile a domanda dal Ministero degli affari esteri. . |
Scheda di approfondimento Gli ordini cavallereschi in Italia Il conferimento e l’uso di titoli e decorazioni cavalleresche in Italia è disciplinato dagli articoli 7 e 8 della legge n. 178 del 3 marzo 1951, i quali in sintesi stabiliscono che in Italia sono LIBERAMENTE UTILIZZABILI i titoli e le decorazioni: 1) degli ordini cavallereschi nazionali (Ordine Militare d’Italia, Ordine della “Stella d’Italia”, Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”, Ordine Cavalleresco “Al Merito del lavoro”, Ordine di Vittorio Veneto) 2) degli ordini cavallereschi della Santa Sede (Ordine dello Speron d’Oro, Ordine Piano, Ordine di San Gregorio Magno e Ordine di San Silvestro Papa), e dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro 3) del Sovrano Militare Ordine di Malta Sono invece SOGGETTE AD AUTORIZZAZIONE da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per gli affari esteri, le decorazioni ed i titoli degli “Ordini non nazionali o di Stati esteri”. Circa l’interpretazioni di quali possano essere considerati “ordini non nazionali“, molto si è discusso, e la dottrina attuale ha portato ad identificarli negli ordini cavallereschi dinastici. Un elenco degli Ordini non nazionali o di Stati esteri le cui decorazioni almeno in alcuni casi siano state sino ad oggi autorizzate, è stato stilato dall’Ministero dell’Interno. Gli articoli di legge anzidetti vietano il conferimento di onorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche, con qualsiasi forma e denominazione, da parte di enti, associazioni o privati, e specificano che le relative sanzioni sono applicabili anche quando tali conferimenti siano avvenuti all’estero. Doverosamente va evidenziato come vi siano anche ordini cavallereschi del tutto legittimi, le cui decorazioni però lo stato italiano non ha ancora avuto occasione di autorizzare, oppure vi siano ordini cavallereschi di cui le decorazioni in Italia non vengono autorizzate, per ragioni di opportunità politica (come l’Ordine supremo della Santissima Annunziata, o l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro). Assume dunque particolare rilevanza l’elenco degli ordini cavallereschi valutati legittimi dall’ICOC (Commissione Internazionale permanente per lo studio degli Ordini Cavallereschi – International Commission for Orders of Chivalry), istituzione internazionale privata, che ha redatto un apposito Registro. . |
Disambigua PREDICATI TITOLI NOBILIARI, CAVALLERESCHI ED ACCADEMICI Per precisa scelta editoriale il Notiziario Araldico cerca di dare conto di tutti gli eventi e le iniziative di rilevanza araldica, nobiliare, cavalleresca, genealogica, vessillologia, faleristica, o comunque attinenti le discipline documentarie della storia, cercando di evitare atteggiamenti censori. Tale scelta, unita alle tempistiche proprie di un quotidiano quale è il Notiziario Araldico, ed all’impossibilità di una verifica puntuale di tutti i trattamenti e le titolature accademiche, nobiliari e cavalleresche, contenute nei comunicati, nelle note informative, nei programmi degli eventi, nei documenti diffusi e/o comunque ripresi, può purtroppo implicare la pubblicazione di titoli contesi, contestati, non universalmente accettati, inesatti, o peggio ancora frutto di falsificazioni antiche o recenti. Si evidenzia dunque che i trattamenti, i predicati, i titoli cavallereschi, i titoli accademici, i titoli nobiliari, pubblicati, lo sono senza attribuire loro alcun valore, e senza poter entrare nel merito. Giova infine ricordare in questa sede che per disposizione costituzionale, in Italia i titoli nobiliari, sono privi di qualunque valore giuridico. . |
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