Lo stemma di monsignor Spreafico
Il Santo Padre papa Francesco, il 10 novembre scorso, ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Anagni-Alatri presentata da S.E. Rev.ma Mons. Lorenzo Loppa, e contestualmente ha nominato nuovo vescovo della medesima diocesi S.E. Rev.ma Mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, unendo le due sedi in persona Episcopi.
S.E. Mons. Ambrogio Spreafico è nato il 26 marzo 1950 a Garbagnate Monastero, in provincia di Lecco, nell’Arcidiocesi di Milano, ordinato sacerdote il 12 aprile 1975, ha ottenuto il Baccalaureato in Filosofia e Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana, specializzandosi poi in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, dove nel 1978 ha conseguito la Licenza e nel 1984 il Dottorato.
Ha ricoperto numerosi incarichi, fra cui Rettore Magnifico della Pontificia Università Urbaniana di Roma per tre mandati (1997-2001; 2001-2003; 2005-2008) e Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Pontificie Romane (2000-2003), mentre ha svolto la sua attività pastorale nella comunità di Sant’Egidio a Roma e in Germania, e nella Parrocchia di Santa Maria in Trastevere e di San Filippo Neri alla Garbatella in Roma.
È stato eletto vescovo coadiutore di Frosinone – Veroli – Ferentino il 3 luglio 2008 e consacrato Vescovo nella Arcibasilica Lateranense il 26 luglio 2008 dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità.
L’8 luglio 2020 è stato nominato dal Santo Padre Membro del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Dal 14 giugno 2021 è Presidente della Commissione Regionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso.
Nel suo nuovo incarico pastorale il porporato sarà accompagnato dall’insegna araldica adottata in occasione della sua ordinazione episcopale che così ha presentato ai fedeli:
Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo del Vescovo Spreafico
“Troncato d’argento e d’azzurro: nel 1° al libro aperto al naturale, caricato delle lettere A e Ω di rosso; nel 2° al monte di tre cime d’oro, movente dalla punta”.
Il motto: DEI VERBUM AUDIENS
Le parole del motto episcopale di Mons. Spreafico si rifanno alla Costituzione Dogmatica “Dei Verbum” del 18 novembre 1965, uno dei documenti fondamentali del Concilio, il praeconium salutis, che accompagnerà fin dall’inizio lo studio e l’insegnamento della Bibbia da parte di Mons. Ambrogio.
Interpretazione
Il libro aperto con le lettere Alpha e Omega (“Io sono il Principio e la Fine, l’Alpha e l’Omega” – Ap 21, 6) rappresenta la Parola di Dio, il “Dei Verbum” e costituisce un chiaro richiamo al motto di Mons. Spreafico per sottolineare l’esperienza di biblista ed identica, inoltre, i fondamenti primi del suo programma pastorale.
L’argento è il “metallo” che simboleggia la trasparenza, quindi la Verità, l’autentica Verità racchiusa nella Parola di Dio che ci reca il Suo messaggio d’amore e di salvezza.
L’azzurro è il colore simbolo della incorruttibilità della volta celeste, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio; su questo campo si stagliano i tre monti che rappresentano le tre antiche diocesi: Frosinone, Veroli e Ferentino.
I monti sono in oro, il metallo più nobile, simbolo quindi della prima Virtù, la Fede: infatti è grazie alla Fede che possiamo comprendere il messaggio d’amore del Padre.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
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