I Borbone Delle Due Sicilie
Sarà presentata in autunno la nuova opera monumentale su i Borbone Delle Due Sicilie, edita da Scripta Maneant, e curata Gennaro De Crescenzo e Salvatore Lanza dei Duchi di Brolo e dei Baroni di Longi, e voluta dal Gran Maestro il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Castro, Capo della Real Casa e Gran Maestro degli Ordini Dinastici del casato.
L’iniziativa editoriale è promossa dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (ramo francese), ed intende porsi come opera “definitiva” sulla storia della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie.
Il volume sarà impreziosito dall’introduzione autografa di Sua Altezza Reale il Principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie.
L’opera sarà in edizione bilingue italiano/inglese, con una tiratura limitata di 399 esemplari, sarà accompagnata da 5 medaglie celebrative in silverplate che recheranno incise da una parte l’effige del Regno e dall’altra i volti dei Re delle Due Sicilie, realizzate grazie alla collaborazione della Collezione Francesco Di Rauso; oltre alle medaglie sarà allegata al volume la riproduzione facsimilare della Mappa degli Stati del Regno delle Due Sicilie di Louis Brion de la Tour del 1767.
Per la realizzazione del lavoro, i curatori si sono potuti avvalere della collaborazione dell’Archivio di Stato di Napoli, della Fondazione Real Sito di Carditello, dell’Archivio Fondazione FS, del Centro Museale delle Scienze Agrarie dell’Università di Napoli Federico II, del Museo Nazionale di San Martino, della Campagna fotografica esclusiva Scripta Maneant per il Teatro di San Carlo di Napoli e la Cappella Sansevero, collaborazioni tutte che hanno permesso di inserire nel volume documenti mai pubblicati prima e inedite immagini di archivio.
Indice dell’opera:
- Introduzione
– I Borbone, origine e rami
– Le Due Sicilie - Carlo di Borbone
– L’ingresso a Napoli e la nascita
del Regno
– Cultura ed eccellenze produttive
– Società e religiosità
– Le grandi opere
– Maria Amalia e la Spagna - Ferdinando IV Re di Napoli, III Re
di Sicilia e I Re delle due Sicilie
– Ferdinando IV il re bambino
– Rivoluzioni e invasioni
– Maria Carolina, famiglia e politica
– Siti reali ed eccellenze
– Cultura e stato sociale - Francesco I
– La gioventù e le mogli
– Scelte politiche ed economiche
– Cultura e società - Ferdinando II
– Gli anni giovanili, i matrimoni, la
famiglia e i primi provvedimenti
– Opere pubbliche e primati
– La politica e gli ultimi anni del
Regno - Francesco II
– La giovinezza, il matrimonio con
Maria Sofia, Gaeta e l’esilio
– Leggi, decreti e opere pubbliche
– La fine del Regno delle Due Sicilie
Caratteristiche tecniche dell’Opera:
- Formato 31 x 45 cm, pagine 248, immagini 150;
- Autori Prof. Gennaro De Crescenzo e Dr. Salvatore Lanza;
- Stampa in quadricromia su carta Fedrigoni Tatami White da 170 gr, risguardi stampati a 4 colori su carta Fedrigoni Tatami White da 170 gr;
- Copertina rigida rivestita in pelle blu primo fiore e stampata con oro a caldo. Bassorilievo artistico applicato sul piatto frontale realizzato artigianalmente.
- Elegante cofanetto artigianale in eco-pelle;
- 5 Medaglie in Silverplate;
- 1 Facsimile della Mappa del Regno su carta Fedrigoni Tintoretto Stucco Gesso da 160 gr, formato 57,5 x 40 cm.
- Tiratura limitata e numerata a 399 esemplari
La pagina dedicata all’opera sul sito Internet dell’editore
Scheda Biografica Gennaro De Crescenzo Gennaro De Crescenzo. Napoletano, laurea in lettere, docente di italiano e storia, giornalista, saggista, specializzato in Archivistica presso l’Archivio di Stato di Napoli ed in Scienze della Comunicazione presso l’Università di Siena. Fondatore fin dal 1993 del Movimento Neoborbonico e di altre associazioni culturali legate alle storia di Napoli e del sud. . |
Scheda biografica Salvatore Lanza dei Duchi di Brolo e dei Baroni di Longi Meridionalista, Storico e giornalista, Cavaliere Ufficiale di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio e Cavaliere del Real Ordine di Francesco I, rappresentante per gli eventi culturali della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie. . |
Scheda di approfondimento I Borbone La dinastia dei Borbone (ma anche nella forma plurale Borboni) è una delle più importanti e antiche case regnanti del modo, costituendo un ramo cadetto della dinastia dei Capetingi. Con le sue diverse ramificazioni, ed in alcuni casi con suoi singoli esponenti, hanno portato le corone di Francia, Napoli, Sicilia, Due Sicilie, Navarra, Sardegna, Etruria, Parma e Piacenza, Lucca, e tutt’oggi siedono ancora sui troni di Spagna e Lussemburgo. Borbone delle due Sicilie Il ramo denominato “delle Due Sicilie” si origina da Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna (re di Napoli e di Sicilia tra il 1700 e il 1713, ma anche re di Spagna tra il 1700 e il 1746, a sua volta capostipite della dinastia dei Borbone di Spagna) e della duchessa di Parma Elisabetta Farnese. Carlo nel 1734, mentre era duca di Parma e Piacenza, durante la guerra con l’Austria, al comando delle armate spagnole conquistò il regno di Napoli e l’anno successivo il regno di Sicilia, sottraendoli agli Asburgo d’Austria. Tali dominii (che dal 1816 presero il nome “delle Due Sicilie”) gli furono riconosciuti con i successivi trattati di pace in cambio della rinuncia di ogni pretensione sul ducato di Parma e Piacenza. A Carlo successero nell’ordine Ferdinando I, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II, che fu spodestato dai Savoia nel 1861. A Francesco II, nel ruolo di capo del Casato e pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie, successero nell’ordine Alfonso, e Ferdinando Pio, che non lasciò discendenti maschi. La disputa tra ramo spagnolo e ramo francese In assenza di discendenti maschi di Ferdinando Pio, il ruolo di capo della Dinastia e pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie passava dunque ad un fratello. In base alle leggi successorie del casato, avrebbe dovuto succedergli il fratello Carlo Tancredi, o meglio il di lui figlio Alfonso Maria, essendo Carlo Tancredi premorto a Ferdinando Pio. Nel 1901 però Carlo Tancredi aveva sottoscritto il cosiddetto Atto di Cannes, con cui aveva dichiarato di rinunciare all’eventuale successione alla Corona delle Due Sicilie. Di conseguenza fu un altro Fratello di Ferdinando Pio a rivendicare il ruolo di capo della Dinastia e pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie ovvero Ranieri. La validità dell’Atto di Cannes firmato da Carlo Tancredi fu però contestata da Alfonso Maria (figlio dello stesso Carlo Tancredi) che dunque a sua volta rivendicò il ruolo di capo della Dinastia e pretendente al trono del Regno delle Due Sicilie. Da allora si hanno due linee successorie contrapposte: Linea successoria principale: Carlo – Ferdinando I – Francesco I – Ferdinando II – Francesco II – Alfonso – Ferdinando Pio Linea successoria “francese”: Ranieri – Ferdinando – Carlo (padre di Maria Carolina) Linea successoria “spagnola”: Alfonso Maria – Carlo Maria – Pietro (padre di Jaime) Per approfondire: Borbone delle Due Sicilie: è scontro . |
Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio (SMOC) Il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio è un ordine equestre dinastico. Secondo una tradizione leggendaria l’ordine fu fondato dall’imperatore Costantino il Grande nel 312 d.C., dopo la vittoriosa battaglia di ponte Milvio, che gli sarebbe stata propiziata dall’utilizzo come insegna e vessillo, del simbolo cristiano della X e della P sovrapposte (le iniziali di Cristo in greco) come da indicazione ricevuta in visione alla vigilia dello scontro armato. In conseguenza di ciò l’imperatore avrebbe affidato ai primi cavalieri il compito di ricordare l’evento e difendere il cristianesimo. Le prime tracce documentali certe risalgono però alla fine del 1500, quando con una “breve” papa Giulio III ha riconosciuto la dignità di Gran Maestro dell’ordine ad Andrea Angelo Flavio Comneno. Il gran magistero dell’ordine passò poi ai Farnese con Francesco Farnese nel 1697. Passaggio importante fu poi quello del 1718, quando papa Clemente XI con una “bolla” ne riconobbe la natura dinastica in capo ai Farnese indicando due condizioni essenziali all’assunzione del Gran Magistero e cioè, essere discendenti dei Farnese ed essere duchi di Parma e Piacenza. Nel 1731 morì senza eredi Antonio Farnese, ultimo duca di Parma, creando le premesse che hanno portato oggi l’ordine ad essere diviso in tre diversi rami. Alla morte di Antonio Farnese dunque, il Gran Magistero, insieme al ducato, passò al cugino Carlo di Borbone, che sarebbe poi divenuto re di Napoli, ed infine re di Spagna con il nome di Carlo III, il quale assumendo il trono di Spagna lasciò la titolarità del ducato di Parma, ma non il gran magistero dell’ordine. Carlo di Borbone asceso al trono di Spagna nel 1759 trasmise dunque corona di Napoli e gran magistero costantiniano al suo terzogenito Ferdinando Borbone Due Sicilie. Il passaggio fu confermato nel 1763 da un “monitorio” di papa Clemente XIII. Il Sacro Angelico Imperiale Ordine costantiniano di San Giorgio Successivamente l’autonomia politica del Ducato di Parma fu ripristinata con l’assegnazione – da parte del Congresso di Vienna – del trono ducale a Maria Luisa d’Asburgo-Lorena (o Maria Luigia di Parma), che pur non essendo una discendente farnesiana, in quanto duchessa di Parma, ritenne di ripristinare l’Ordine Costantiniano “parmense” nel 1816. Si crearono così due ordini omonimi. A Maria Luisa d’Asburgo-Lorena succedettero i Borbone-Parma, che conservano il gran magistero di questo ordine costantiniano tutt’oggi, con la denominazione di “Sacro Angelico Imperiale Ordine costantiniano di San Giorgio”. Lo SMOC “parmense” attualmente riconosce come Gran Maestro Sua Altezza Reale Carlo Saverio di Borbone Parma, principe di Borbone di Parma, in carica dal 2010. Nel frattempo il gran magistero costantiniano dell’ordine trapiantato a Napoli ha continuato a godere del riconoscimento papale e ad essere tramandato all’interno della dinastia Borbone Due Sicilie sino ai nostri giorni. Nel 1960 però si è aperta una disputa dinastico-successoria tra Alfonso Maria Borbone Due Sicilie (per il ramo cosiddetto spagnolo) e Ranieri Borbone Due Sicilie (per il ramo cosiddetto francese) che interessa sia il ruolo di Capo della Capo della Real Casa delle Due Sicilie (e dunque di Pretendente al Trono delle Due Sicilie) sia il gran magistero degli ordini dinastici del casato, fra cui l’ordine costantiniano. Tale contenzioso ha portato ad avere due rami separati e distinti del medesimo ordine, uno genericamente indicato come “spagnolo” ed uno come “francese”. Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Spagna Lo SMOC “spagnolo” riconosce oggi come Gran Maestro Don Pedro de Borbon y Orlean duca di Calabria, conte di Caserta, in carica dal 2015. Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio Francia Lo SMOC “francese” riconosce oggi come Gran Maestro Carlo di Borbone Due Sicilie, duca di Castro, in carica dal 2008. Quest’ultimo ramo gode dello status consultivo del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite a New York, Ginevra e Vienna. In tutte e tre le sue declinazioni l’Ordine Costantiniano, è riconosciuto dallo Stato Italiano come “ordine dinastico non nazionale” legittimamente conferibile, ed il suo uso sul territorio italiano è autorizzabile a domanda dal Ministero degli affari esteri. . |
Disambigua PREDICATI TITOLI NOBILIARI, CAVALLERESCHI ED ACCADEMICI Per precisa scelta editoriale il Notiziario Araldico cerca di dare conto di tutti gli eventi e le iniziative di rilevanza araldica, nobiliare, cavalleresca, genealogica, vessillologia, faleristica, o comunque attinenti le discipline documentarie della storia, cercando di evitare atteggiamenti censori. Tale scelta, unita alle tempistiche proprie di un quotidiano quale è il Notiziario Araldico, ed all’impossibilità di una verifica puntuale di tutti i trattamenti e le titolature accademiche, nobiliari e cavalleresche, contenute nei comunicati, nelle note informative, nei programmi degli eventi, nei documenti diffusi e/o comunque ripresi, può purtroppo implicare la pubblicazione di titoli contesi, contestati, non universalmente accettati, inesatti, o peggio ancora frutto di falsificazioni antiche o recenti. Si evidenzia dunque che i trattamenti, i predicati, i titoli cavallereschi, i titoli accademici, i titoli nobiliari, pubblicati, lo sono senza attribuire loro alcun valore, e senza poter entrare nel merito. Giova infine ricordare in questa sede che per disposizione costituzionale, in Italia i titoli nobiliari, sono privi di qualunque valore giuridico. . |
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