Lo stemma di monsignor Ciollaro
Lo scorso 2 aprile papa Francesco ha nominato vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano il rev.do mons. Fabio Ciollaro, finora vicario generale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni e parroco di San Vito Martire.
S.E. mons. Fabio Ciollaro è nato il 21 settembre 1961 a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi. È stato ordinato sacerdote il 14 giugno 1986 ed è vicario generale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni dall’8 settembre 2014.
È stato educatore nel Seminario Regionale Liceale di Taranto e successivamente Rettore del Seminario Arcivescovile di Ostuni. È stato docente di religione ed ha insegnato Teologia Spirituale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Brindisi, ed è autore di varie pubblicazioni.
Per il suo nuovo incarico pastorale, monsignor Ciollaro ha adottato uno stemma accompagnato dalla seguente presentazione:
Secondo la tradizione araldica ecclesiastica cattolica, lo stemma di un Vescovo è tradizionalmente composto da:
– uno scudo, che può avere varie forme (sempre riconducibile a fattezze di scudo araldico) e contiene dei simbolismi tratti da idealità personali, o da tradizioni familiari, oppure da riferimenti al proprio nome, all’ambiente di vita, o ad altro;
– una croce astile a un braccio traverso, in oro, posta in palo, ovvero verticalmente dietro lo scudo, trifogliata in oro, gemmata con cinque pietre rosse che richiamano le Cinque Piaghe di Cristo. ;
– un cappello prelatizio (galero), con cordoni a dodici fiocchi, pendenti, sei per ciascun lato (ordinati, dall’alto in basso, in 1.2.3.), il tutto di colore verde;
– un cartiglio inferiore, con solitamente estremità bifide, recante il motto scritto abitualmente in nero.
Descrizione araldica (blasonatura) dello stemma del Vescovo Fabio Ciollaro
1. Il motto: Surrexit Dominus vere
“Davvero il Signore è risorto!” (Lc 24,34). E’ l’annuncio centrale del cristianesimo. Il primo compito degli Apostoli.
“Con grande forza gli Apostoli davano testimonianza della resurrezione”. (At 4,33) Essi furono “i testimoni” della resurrezione (L 24, 48; 1Cor, 15, 5.12.15; At 2, 24.32). Anche Mattia venne associato a loro in tale testimonianza. (At 1,15-26).
Ripetere questo annuncio è la missione dei Vescovi, in quanto successori degli Apostoli. Annunciare la resurrezione è annunciare la gioia e la speranza.
2. Lo stemma
Questo stemma in campo dorato ha due parti.
In alto a sinistra c’è una bandiera, simbolo della vittoria di Gesù Risorto. Annunciare questa vittoria è la missione del vescovo.
La banda trasversale di colore azzurro che divide le due parti è un omaggio a Maria, un fiducioso riferimento alla sua materna vicinanza.
In basso a destra , c’è lo stemma civico di San Vito dei Normanni a richiamare la terra in cui affondano le radici religiose e umane del vescovo Fabio.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
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