Il nuovo stemma di Borgo Valbelluna
Si è conclusa anche la seconda fase della procedura di selezione del nuovo stemma del Comune di Borgo Valbelluna, quella del voto popolare. Nella prima fase la commissione tecnica incaricata, in base ai criteri definiti dal bando, ha individuato i 3 migliori stemmi e gonfaloni tra le 54 proposte progettuali partecipanti al concorso di idee bandito dall’Amministrazione comunale.
La palla è passata poi al giudizio popolare, che si è espresso con il voto di 562 cittadini maggiorenni. La graduatoria definitiva è stata ottenuta sommando i punteggi assegnati dalla commissione tecnica con quelli dei cittadini. Infine la commissione ha provveduto all’apertura delle buste con i nomi dei partecipanti e all’abbinamento ai 3 progetti finalisti.
Lo stemma vincitore, quello che ha ottenuto un consenso popolare di oltre il 70%, è quello più conservatore e tradizionale; suddiviso in 4 parti uguali per non far affiorare distinzioni tra gli estinti Comuni, contiene gli elementi distintivi degli stessi: il castello per Lentiai, la croce patriarcale per Mel, il fiume per Trichiana e 3 stelle su sfondo rosso a simboleggiare la fusione di 3 enti.
Il secondo classificato richiama gli antichi stemmi, caratterizzati da essenzialità e semplicità: ha come tema centrale la croce patriarcale, segno antichissimo e distintivo dell’estinto Comune di Mel, composta da 3 bracci che sono portatori di un ulteriore significato, quale l’unione delle 3 comunità originarie che si fondono in una nuova comunità; i colori azzurro e bianco richiamano gli estinti Comuni di Lentiai e Trichiana, ma anche l’acqua del fiume Piave e la neve delle Prealpi.
Il terzo classificato, dal punto di vista grafico certo il più originale e innovativo, è caratterizzato dall’utilizzo dei castelli, presenti in tutti gli stemmi degli estinti Comuni, composti uno dentro l’altro, alternando il rosso e l’azzurro. Purtroppo la commissione ha dovuto escludere quest’ultimo elaborato in quanto l’autore ha presentato al concorso due proposte e questa condizione da bando rappresentava condizione di esclusione.
L’artista, autore del nuovo stemma, del Comune di Borgo Valbelluna è Nicola Ciaramella di Ospitale di Cadore, che ha partecipato in gruppo di lavoro con Ilaria Ciaramella; riceverà un premio di 1.200€. Il secondo classificato, che riceverà un premio di 800€ è Ezio Forcella di Treviglio (BG).
L’iter scelto prevede ora l’approvazione dello stemma selezionato da parte prima del Consiglio Comunale, per poi passare all’Ufficio Araldico presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ne dovrà approvare forma, colori, dimensioni e attinenza alle normative vigenti. Se tale ufficio lo approverà, lo sottoporrà al Presidente della Repubblica, che con apposito Decreto ne farà formale concessione. Solo a questo punto il nuovo stemma diventerà ufficialmente l’emblema del Comune di Borgo Valbelluna.
Scheda di approfondimento L’araldica civica italiana L’araldica è la scienza che studia gli stemmi, questi però sono raggruppabili in tre macro categorie, ovvero gli stemmi di persona e famiglia, gli stemmi ecclesiastici, e gli stemmi di enti. Quest’ultima categoria comprende in particolare gli enti territoriali, quali i comuni, le province, le regioni, e gli studi araldici ad essa dedicati, sono comunemente indicati come studi sull’araldica civica. Oggi in Italia solo questa categoria dell’araldica (o meglio gran parte di essa) è disciplinata e tutelata dallo Stato, e la normativa di riferimento è il Decreto del Presidente del Consiglio del 28 gennaio 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1 febbraio 2011, n.25 – Suppl. Ordinario n.26. Tale Decreto all’articolo 2 precisa che: sono destinatari delle disposizioni di cui al presente decreto: le regioni, le province, le città metropolitane, i comuni, le comunità montane, le comunità isolane, i consorzi, le unioni di comuni, gli enti con personalità giuridica, le banche, le fondazioni, le università, le società, le associazioni, le Forze armate ed i Corpi ad ordinamento civile e militare dello Stato. L’articolo 5 invece precisa le caratteristiche tecniche degli emblemi civici: 1) Lo scudo obbligatoriamente adottato per la costruzione degli stemmi è quello sannitico moderno … 2) Le province, i comuni insigniti del titolo di città ed i comuni dovranno collocare sopra lo stemma la corona a ciascuno spettante, come di seguito descritta: a) provincia: cerchio d’oro gemmato con le cordonature lisce ai margini, racchiudente due rami, uno di alloro e uno di quercia, al naturale, uscenti dalla corona, decussati e ricadenti all’infuori: b) comune insignito del titolo di città: corona turrita, formata da un cerchio d’oro aperto da otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro, il tutto d’oro e murato di nero: c) comune: corona formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero: 3) Gli enti di cui all’articolo 2, diversi da provincia, comune insignito del titolo di città e comune, possono fregiare il proprio stemma con corone speciali di cui è studiata di volta in volta la realizzazione a cura dell’ Ufficio onorificenze e araldica. 4) Il gonfalone consiste in un drappo rettangolare di cm. 90 per cm. 180, del colore di uno o di tutti gli smalti dello stemma. Il drappo è sospeso mediante un bilico mobile ad un’asta ricoperta di velluto dello stesso colore, con bullette poste a spirale, e terminata in punta da una freccia, sulla quale sarà riprodotto lo stemma, e sul gambo il nome dell’ente. Il gonfalone ornato e frangiato è caricato, nel centro, dello stemma dell’ente, sormontato dall’iscrizione centrata (convessa verso l’alto) dell’ente medesimo. La cravatta frangiata deve consistere in nastri tricolorati dai colori nazionali. Le parti metalliche del gonfalone devono essere: argentate per gli stemmi del comune, d’oro per gli stemmi della provincia e del comune insignito del titolo di città. Analogamente i ricami, i cordoni, l’iscrizione e le bullette a spirale devono essere d’argento per gli stemmi del comune, d’oro per gli stemmi della provincia e del comune insignito del titolo di città. Il precedente articolo 4, fornisce inoltre delle indicazioni in merito ai motti: I motti devono essere scritti su liste bifide e svolazzanti dello stesso colore del campo dello scudo, con lettere maiuscole romane, collocate sotto la punta dello scudo. Non sono invece formalmente menzionate le fronde che accompagnano lo scudo ai lati per poi unirsi al di sotto della sua punta, ma il rinvio alla normativa preesistente per quanto non normato dal decreto in questione, oltre alla loro costante presenza nei bozzetti esemplificativi e nelle faq presenti sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri legittimano la comune interpretazione che esse siano previste, e lo siano con le caratteristiche indicate nelle suddette faq: 7) Le fronde che ornano lo scudo che ruolo hanno? Arricchiscono lo scudo ed effigiano l’alloro e la quercia, con le foglie di verde e con le drupe e le bacche d’oro; tali fronde si pongono legate in basso con un nastro tricolorato con i colori nazionali. Da annotare infine che il comma 1 dell’art. 4 del già richiamato DPCM del 28/01/2011 precisa che “Gli stemmi ed i gonfaloni storici delle province e dei comuni non possono essere modificati”. I disegni accompagnatori della presente scheda sono desunti dal testo del DPCM del 28/01/2011. Testo integrale del Decreto del Presidente del Consiglio del 28 gennaio 2011 . |
Articoli correlati: Concorso di idee per lo stemma del Comune di Borgo Valbelluna; 54 proposte per il nuovo stemma di Borgo Valbelluna; Borgo Valbelluna va al voto