Borgo Valbelluna va al voto

In questi giorni si sono conclusi i lavori della commissione tecnica incaricata di valutare i 54 stemmi e gonfaloni che hanno partecipato al concorso bandito dall’Amministrazione comunale di Borgo Valbelluna, nel bellunese.

La commissione composta da  Laura Pontin, laureata in Conservazione dei beni Culturali (coautrice con Augusto Burlon di “Araldica della Provincia di Belluno”), Stefano De Vecchi, architetto, e Walter Bernardi, pittore, mosaicista e grafico, ha valutato le proposte progettuali in base ai criteri definiti nel bando, arrivando alla scelta delle tre migliori che saranno sottoposte al giudizio popolare.

Adesso toccherà ai cittadini esprimere la propria preferenza.

proposta A
Nuovo stemma Comune Borgo Valbelluna: Proposta A

Tre bracci e tre Comunità
La Croce Patriarcale: un segno locale antichissimo; ma da oggi i tre bracci acquistano un ulteriore significato storico, perché rappresentano l ‘unione delle tre Comunità originarie che si fondono per formare la nuova realtà amministrativa: Borgo Valbelluna.
La semplicità, l’immediatezza e la riproducibilità nelle grandi, nelle medie ma soprattutto nelle piccolissime dimensioni- ad esempio per le icone necessarie per la riconoscibilità sui canali social come Instagram, Facebook, Twitter, Whatsapp- sono state la via per la realizzazione del disegno. Lo stemma è l’estensione della Croce Patriarcale dell’ex Comune di Mel, tematica centrale del presente Concorso, che abbraccia tutta la superficie dello scudo: nel disegno tre sono i bracci della croce e tre sono le Comunità che si sono unite formando il Comune di Borgo Valbelluna: Mel, Lentiai e Trichiana. Lo scudo del nuovo Comune ha un disegno inedito, ma le idee progettuali su cui si fonda traggono origine dagli elementi antichissimi degli stemmi delle tre Comunità fondatrici, in particolare:
• la Croce Patriarcale proviene dallo stemma di Mel;
• lo scudo azzurro con banda orizzontale è una citazione dello stemma di Lentiai, a sua volta erede delle armi della storica Contea di Cesana;
• i colori azzurro e bianco riprendono rispettivamente il colore del fiume e quello del castello raffigurati nello stemma di Trichiana.
Nello stemma proposto i colori utilizzati assumono un ulteriore significato, perché richiamano il territorio fisico di Borgo Valbelluna: il bianco è quello delle nevi delle Prealpi Bellunesi e l’azzurro è quello dell’acqua del fiume Piave, sorgente di vita per gli abitanti e per la natura di tutta la Valle.
Il gonfalone è rettangolare ed è composto da tre fasce orizzontali che rappresentano le tre Comunità originarie. Per esigenze di composizione grafica, la fascia centrale è bianca per contrastare meglio i colori dello scudo, della corona civica e dei serti ed è anche leggermente più alta per consentire una maggiore proporzione tra nome del Comune, stemma e decorazioni argentee.
All’interno dello scudo la Croce Patriarcale è d’argento per consentire una più corretta grammatica araldica e per impreziosire ulteriormente la composizione.
(Testo accompagnatorio-illustrativo alla proposta)

Infine per arrivare alla graduatoria definitiva verranno sommati i punteggi assegnati dalla commissione con quelli dei cittadini e solo a questo punto saranno decretati i nuovi stemma e gonfalone del comune di Borgo Valbelluna” recita il comunicato emesso dall’amministrazione locale, che non fa alcun cenno alla concessione del Presidente della Repubblica che lagge in vigore prevede in caso di nuovo stemma per un ente amministrativo locale.

proposta B
Nuovo stemma Comune Borgo Valbelluna: Proposta B

Relazione dello stemma e gonfalone del Borgo Valbelluna
Per la realizzazione dello stemma proposto per il nuovo Comune di Borgo Valbelluna ho deciso di utilizzare gli elementi degli stemmi originali dei tre comuni di Lentiai, Trichiana e Mel.
Lo stemma presenta i classici elementi come la corona, i rami con foglie di quercia e d’alloro legati insieme da un fiocco tricolore. Nella parte centrale lo stemma si presenta in maniera tradizionale. Tuttavia ci sono degli elementi significativi di tutti e tre gli stemmi originali rappresentati in modo moderno. Sono stati presi i contorni delle tre torri originali e posizionate una dentro l’altra creando un effetto originale. Al centro di esse è presente la croce patriarcale a cui ho posto particolare attenzione per mantenere il suo colore originale. Ho scelto i colori più significativi per il comune e poi li ho contrapposti in modo da esaltarli ancor di più. (Testo accompagnatorio-illustrativo alla proposta)

A chiudere il percorso comunque è prevista l’apertura delle buste con i nomi dei partecipanti e l’abbinamento ai tre progetti finalisti dei nomi dei proponenti: si scopriranno così i nomi dei finalisti e del vincitore. Il terzo classificato riceverà un premio di 500€, il secondo di 800€ e il primo di 1.200€ oltre alla soddisfazione di essere l’autore del nuovo stemma comunale.

proposta C
Nuovo stemma Comune Borgo Valbelluna: Proposta C

Relazione dello stemma e gonfalone del Borgo Valbelluna
Blasonatura
Inquanato: al 1° (primo) d’azzurro al castello d’argento, apeno, finestrato di 2 (due) e murato di nero, il fastigio merlato di 5 (cinque) alla guelfa, munito di 3 (tre) torri fin estrate e murate di nero, la mediana più elevala e più larga, merlate di 3 (tre) alla guelfa; al 2° (secondo) d’argento alla croce patriarcale di rosso; al 3° (terzo) d’argento alla sbarra ondata di azzurro; al 4° (quano) di rosso a 3 (tre) stelle di 5 (cinque) punte d’argento poste 2 (due) sono e l (una) sopra. Ornamenti esteriori da comune.
Motivazioni delle scelte
La scelta dei simboli e dei colori è stata attentamente studiata per dare a ciascun riquadro del nuovo stemma comunale il valore che merita nel rappresentare il passato, il presente ed il futuro delle comunità entrate a far parte, con la fusione, del Comune di Borgo Valbelluna. A tal proposito, si è scelta l’impostazione inquanara proprio per non far affiorare distinzioni di sonta sull ‘importanza che ogni ex Comune ha all’interno della nuova configurazione amministrativa.
Scendendo nel dettaglio della descrizione dei particolari, si notino: il castello a 3 (tre) torri d’argento su sfondo azzurro a ricordase il deposto Comune di Lentiai, nonché a significare forte vintù e gloria; la croce patriarcale su sfondo argento, simboleggianti il deposto Comune di Mel e la secolare storia del suo stemma, datato 1520 nel suo più antico esemplare scolpito sul basamento al centro della piazza Papa Luciani, che l’ex Comune prese in legittima eredità dalla Magnifica Comunità di Mel, antico organismo di rappresentanza e amministrazione della valle. La croce, nella sua variante patriarcale, vuole, inoltre, esprimere il legame con Dio e con il Cristianesimo; il fiume azzurro su sfondo argento a ricordare, in chiave rivisitata e moderna, il deposto Comune di Trichiana e a rappresentare la fertilità e la vita del territorio in cui esso scorre; le 3 (tre) stelle d’argento a 5 (cinque) punte su sfondo rosso a simboleggiare la neonata fusione dei 3 (tre) enti comunali, che, però, non perdono la loro identità storica e culrurale, convogliando in un’unica nuova e fiorente comunità tutti i retaggi del passato per creare un nuovo brillante futuro di unione. Lo sfondo rosso scelto per esprimere la grandezza, il valore, la nobiltà e, da ultimo, ma non per imponanza, l’amore verso Dio, il prossimo e la giustizia.
Lo stemma comunale è stato pensato e progettato con forma di scudo sannitico moderno, cioè uno scudo rettangolare con gli angoli inferiori arrotondati, secondo la geometria indicata dall’araldica, vale a dire 7 (sette) moduli orizzontali x (per) 9 (nove) moduli verticali.
Ornamenti esteriori da Comune, con corona di comune formata da una cerchia di mura aperta da 4 (quattro) porte, di cui 3 (tre) visibili, con 2 (due) cordonate a muro sui margini che sostengono una cinta di mura aperta da 16 (sedici) porte, di cui 9 (nove) visibili, ciascuna sormontata da merli a coda di rondine (alla ghibellina), il tutto d’argento e murato di nero.
Sotto lo stemma comunale, si trovano un ramo d’alloro ed uno di quercia montati a corona, sostenuti da un nastro tricolore.
Il gonfalone, progettato per misurare 90 x 180 cm (novanta per centottanta cm), consiste in un drappo tagliato di rosso e d’azzurro, orlato e frangiato d’argemo, e caricato, nel centro, dello stemma sopra descritto, con l’iscrizione centrata in argento recante la denominazione del Comune.
Il drappo è sospeso mediante un bilico mobile ad un’asta verticale ricoperta di velluto dei colori del drappo alternati, con bullette poste a spirale e terminato in punta da una freccia, sulla quale sarà riprodotto lo stemma e sul gambo il nome dell’ente. La cravatta frangiata consiste in nastri tricolorati dai colori nazionali. Secondo l’attuale prassi le parti metalliche, i ricami, i cordoni, l’iscrizione e le bullette a spirale del gonfalone sono argentate, trattandosi di un Comune.
(Testo accompagnatorio-illustrativo alla proposta)

Per votare i cittadini maggiorenni, residenti nel comune di Borgo Valbelluna, potranno recarsi nei rispettivi municipi di Mel, Trichiana e Lentiai, con documento d’identità, nei seguenti giorni: sabato 7 maggio 2022, con il seguente orario: 9.00-12.00 e 15.00-19.00, domenica 8 maggio 2022, con il seguente orario: 9.00-12.00, sabato 14 maggio 2022, con il seguente orario: 9.00-12.00 e 15.00-19.00, domenica 15 maggio 2022, con il seguente orario: 9.00-12.00. Da lunedì 9 maggio a mercoledì 25 maggio 2022, si potrà votare anche durante la settimana (lunedì-venerdì) presso il Municipio di Mel, dalle 9.00 alle 12.00 senza appuntamento.


Scheda di approfondimento
L’araldica civica italiana

Stemma vuoto di comune

L’araldica è la scienza che studia gli stemmi, questi però sono raggruppabili in tre macro categorie, ovvero gli stemmi di persona e famiglia, gli stemmi ecclesiastici, e gli stemmi di enti.

Quest’ultima categoria comprende in particolare gli enti territoriali, quali i comuni, le province, le regioni, e gli studi araldici ad essa dedicati, sono comunemente indicati come studi sull’araldica civica.

Oggi in Italia solo questa categoria dell’araldica (o meglio gran parte di essa) è disciplinata e tutelata dallo Stato, e la normativa di riferimento è il Decreto del Presidente del Consiglio del 28 gennaio 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1 febbraio 2011, n.25 – Suppl. Ordinario n.26.

Tale Decreto all’articolo 2 precisa che: sono destinatari delle disposizioni di cui al presente decreto: le regioni, le province, le città metropolitane, i comuni, le comunità montane, le comunità isolane, i consorzi, le unioni di comuni, gli enti con personalità giuridica, le banche, le fondazioni, le università, le società, le associazioni, le Forze armate ed i Corpi ad ordinamento civile e militare dello Stato.

L’articolo 5 invece precisa le caratteristiche tecniche degli emblemi civici:

1) Lo scudo obbligatoriamente adottato per la costruzione degli stemmi è quello sannitico moderno …

2) Le province, i comuni insigniti del titolo di città ed
i comuni dovranno collocare sopra lo stemma la corona a
ciascuno spettante, come di seguito descritta:
a) provincia: cerchio d’oro gemmato con le cordonature lisce ai margini, racchiudente due rami, uno di alloro e
uno di quercia, al naturale, uscenti dalla corona, decussati
e ricadenti all’infuori:

Corona di Provincia
b) comune insignito del titolo di città: corona turrita,
formata da un cerchio d’oro aperto da otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro, il tutto d’oro e murato di nero:

Corona di città
c) comune: corona formata da un cerchio aperto da
quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro
sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte
(nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a
coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero:

Corona Comune

3) Gli enti di cui all’articolo 2, diversi da provincia, comune insignito del titolo di città e comune, possono fregiare il proprio stemma con corone speciali di cui è studiata di volta in volta la realizzazione a cura dell’ Ufficio onorificenze e araldica.

4) Il gonfalone consiste in un drappo rettangolare di cm. 90 per cm. 180, del colore di uno o di tutti gli smalti dello stemma. Il drappo è sospeso mediante un bilico mobile ad un’asta ricoperta di velluto dello stesso colore, con bullette poste a spirale, e terminata in punta da una freccia, sulla quale sarà riprodotto lo stemma, e sul gambo il nome dell’ente. Il gonfalone ornato e frangiato è caricato, nel centro, dello stemma dell’ente, sormontato dall’iscrizione centrata (convessa verso l’alto) dell’ente medesimo. La cravatta frangiata deve consistere in nastri tricolorati dai colori nazionali. Le parti metalliche del gonfalone devono essere: argentate per gli stemmi del comune, d’oro per gli stemmi della provincia e del comune insignito del titolo di città. Analogamente i ricami, i cordoni, l’iscrizione e le
bullette a spirale devono essere d’argento per gli stemmi del comune, d’oro per gli stemmi della provincia e del comune insignito del titolo di città.

Gonfalone comunale

Il precedente articolo 4, fornisce inoltre delle indicazioni in merito ai motti: I motti devono essere scritti su liste bifide e svolazzanti dello stesso colore del campo dello scudo, con lettere maiuscole romane, collocate sotto la punta dello scudo.

Non sono invece formalmente menzionate le fronde che accompagnano lo scudo ai lati per poi unirsi al di sotto della sua punta, ma il rinvio alla normativa preesistente per quanto non normato dal decreto in questione, oltre alla loro costante presenza nei bozzetti esemplificativi e nelle faq presenti sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri legittimano la comune interpretazione che esse siano previste, e lo siano con le caratteristiche indicate nelle suddette faq: 7) Le fronde che ornano lo scudo che ruolo hanno? Arricchiscono lo scudo ed effigiano l’alloro e la quercia, con le foglie di verde e con le drupe e le bacche d’oro; tali fronde si pongono legate in basso con un nastro tricolorato con i colori nazionali.

Da annotare infine che il comma 1 dell’art. 4 del già richiamato DPCM del 28/01/2011 precisa che “Gli stemmi ed i gonfaloni storici delle province e dei comuni non possono essere modificati”.

I disegni accompagnatori della presente scheda sono desunti dal testo del DPCM del 28/01/2011.

Testo integrale del Decreto del Presidente del Consiglio del 28 gennaio 2011
.

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6 Maggio 2022
Redazione

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