Lo stemma di monsignor Schillaci
Lo scorso 23 aprile il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Nicosia in Sicilia, presentata da S.E. Mons. Salvatore Muratore. Contestualmente papa Francesco ha nominato vescovo della medesima diocesi S.E. Mons. Giuseppe Schillaci, trasferendolo dalla diocesi di Lamezia Terme.
S.E. Mons. Giuseppe Schillaci è nato l’8 gennaio 1958 ad Adrano, in provincia ed arcidiocesi metropolitana di Catania. Dopo il diploma e gli studi in Filosofia all’Università Statale di Catania, ha iniziato il percorso formativo nel Pontificio Seminario Francese a Roma. Ha conseguito la Laurea in Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana. Ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 4 luglio 1987. Dopo l’ordinazione è stato: Viceparroco e Parroco ad Adrano dal 1988 al 1992; Vicerettore in Seminario dal 1994 al 1998; Vicario Episcopale per la Cultura dal 1999 al 2006; dal 2008 è stato Rettore del Seminario Arcivescovile di Catania. Eletto Vescovo di Lamezia Terme il 3 maggio 2019, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 6 luglio successivo.
Nel nuovo incarico pastorale monsignor Schillaci continuerà ad utilizzare lo stemma che ha adottato in occasione della sua ordinazione episcopale e che è così stato presentato:
“Ministrare non ministrari”(Mt 20,28 ). “Non per essere servito, ma per servire”. Sono tratte dal Vangelo di Matteo le parole del motto episcopale adottato da monsignor Giuseppe Schillaci, vescovo eletto di Lamezia Terme, laddove l’Evangelista cita le parole di Gesù quando identifica il ruolo fondamentale del “Figlio dell’uomo” mandato dal Padre “non per essere servito ma per servire”. La madre di Giacomo e di Giovanni, figli di Zebedeo, chiede un posto di onore per i figli nel Regno di Dio. Nelle parole di Gesù ai suoi discepoli si inscrive ogni ministero all’interno della Chiesa, comunità di fratelli e sorelle, che si servono gli uni gli altri, e tra i quali chi ha autorità è servo di tutti i servi come il Cristo.
Lo stemma scelto Monsignor Schillaci è contraddistinto da uno scudo di foggia bucranica (rinascimentale), classico e frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica e una croce trifogliata in oro, gemmata con cinque pietre rosse che richiamano le Cinque Piaghe di Cristo. La torre che campeggia nello scudo ha qui più significati: vuole ricordare il paese di origine di Mons. Schillaci, Adrano, località dell’entroterra catanese, nel cui centro storico si erige una torre normanna dell’XI secolo e, nel contempo, richiama la città di Lamezia nel cui stemma appare la torre, nota come la torre di Malta. In araldica la torre è simbolo di protezione in quanto, nei tempi antichi, era l’ultimo edificio fortificato in cui gli abitanti del castello trovavano rifugio una volta che il nemico era penetrato nella corte; essa qui assume anche un significato mariano: è Maria, la “Turris eburnea” delle Litanie lauretane, alla cui materna protezione Mons. Schillaci affida il suo nuovo ministero pastorale.
Nel “capo” dello scudo, posizione privilegiata, troviamo il libro della Parola di Dio, l’Alpha e l’Omega, il Principio e la Fine; la verità rivelata a noi giunta con la Sacra Scrittura, è l’alto tramite di conoscenza del progetto di salvezza che il Padre ha preparato per noi. L’oro è il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima tra le Virtù teologali, la Fede, grazie alla quale possiamo attingere con filiale osservanza alla verità che promana dalla Sacra Scrittura. Il rosso è il colore dell’amore e del sangue: l’amore intenso e assoluto del Padre che invia il Figlio a versare il proprio sangue per noi.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
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