Lo stemma di monsignor Vaccari
Lo scorso 24 febbraio il papa ha nominato vescovo di Massa Carrara-Pontremoli il Rev.do P. Mario Vaccari, O.F.M., vicario provinciale della Provincia S. Antonio dei Frati Minori del Nord Italia.
S.E. Mons. Mario Vaccari, O.F.M., è nato il 5 febbraio 1959 a Genova, città in cui ha conseguito la laurea in Economia e Commercio nel 1982. È entrato nell’Ordine dei Frati Minori ed ha emesso la prima Professione il 4 settembre 1993. Ha conseguito il baccellierato presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale-Sezione di Genova nel 1997. Ha emesso la Professione Solenne il 7 aprile 1997 ed è stato ordinato presbitero 1’8 dicembre 1998. Vicario Provinciale della Provincia Sant’Antonio dei Frati Minori del Nord Italia dal 2016, ha collaborato alla costituzione delle Fraternità che vengono denominate Nuove Forme di vita e missione nell’Ordine dei Frati Minori. Farà il suo ingresso nella nuova diocesi il prossimo 22 maggio.
Nel frattempo è stato ufficializzato il nuovo stemma curato da don Emanuele Borserini, che adotterà una volta ricevuta l’ordinazione episcopale, e che è stato accompagnato dal seguente commento:
Su uno sfondo rosso, il colore del fuoco, segno di amore e di coraggio, sono posti gli oggetti della lavanda dei piedi, icona evangelica che il Vescovo ha evocato sin dal suo primo messaggio ufficiale alla diocesi di Massa Carrara – Pontremoli. Sono segni umili, ma qui appaiono dorati perché egli ne ha fatto un principio guida del suo incipiente ministero. Diceva, infatti, san Francesco nella sua Ammonizione IV: «Dice il Signore: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire” (Mt 20,28). Coloro che sono costituiti in autorità sopra gli altri, tanto devono gloriarsi di quell’ufficio prelatizio, quanto se fossero deputati all’ufficio di lavare i piedi (cfr. Gv 13,14) ai fratelli». Alla lavanda dei piedi è riferito anche il motto colto dal vangelo di Giovanni (Gv 13,5b). In alto sono poste le insegne francescane su un fondo blu, che rimanda al cielo ed è simbolo di nobiltà d’animo. Il τ (tau) che accoglie le due mani crocifisse, quelle di Cristo e di san Francesco, è il segno di una comunione e di una santità che si può raggiungere solo se si partecipa intensamente e con radicalità alla passione di Gesù per gustare anche la potenza della sua risurrezione (cf Ef 3,10). San Francesco, alter Christus – secondo la visione di san Bonaventura-, insignito del privilegio delle sacre stimmate ci consegna questo messaggio tratto dalle lettere di san Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo e non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,19b – 20).
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
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