Macerata diventa città
È stato convocato per venerdì 29 aprile, alle ore 16, il Consiglio comunale straordinario per il recepimento del titolo di “Città di Macerata” conferito con decreto del Presidente della Repubblica del 22 dicembre 2021. Saranno inoltre presentati alla cittadinanza lo stemma e il nuovo gonfalone. Il Consiglio comunale straordinario si terrà presso il cortile superiore dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi in via don Minzoni 24. In caso di maltempo l’assise si riunirà nella sala dell’Eneide. Sarà possibile seguire il Consiglio comunale anche online al link http://webtv.comune.macerata.it . Qualora la seduta del 29 aprile dovesse andare deserta, la seconda convocazione è fissata per il giorno 2 maggio 2022, alle ore 16.
L’avvio dell’iter per la formalizzazione del titolo di città, proposto dal presidente del Consiglio comunale Francesco Luciani, era stato approvato lo scorso maggio all’unanimità dall’assiste cittadina. Successivamente il sindaco Sandro Parcaroli aveva inviato formale richiesta – corredata da apposita documentazione relativa al tessuto sociale, economico, architettonico e culturale di Macerata – al Prefetto Flavio Ferdani che l’aveva, a sua volta, sostenuta e inoltrata al Ministero dell’Interno. A dicembre è arrivato il decreto firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha conferito, formalmente e ufficialmente, il titolo di “Città” a Macerata.
Scheda di approfondimento Lo stemma di Macerata: una storia travagliata Le vicende storiche dello stemma di Macerata sono tutt’altro che lineari, come ricostruito da Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo per il portale Araldica Civica, ricostruzione che qui sintetizziamo. Lo stemma antico di Macerata era costituito da uno scudo rosso con una “macina” (o “mola”) d’argento, con un evidente funzione di richiamo al nome stesso della città. Risalirebbe invece al 1570 l’inquartatura con una croce greca rossa in campo argento, per concessione di papa Pio V; una soluzione comunque documentata da una pianta topografica del 1661. Pare possa essere ascrivibile sempre al ‘600 l’aggiunta delle cornucopie alla base dello scudo, “l’una profondente monete e un’altra che rovescia della frutta (entrambi simboli di ricchezza ed abbondanza)”. Con gusto tipicamente barocco, proprio dell’epoca, si aggiunser inoltre una complessa composizione allegorica comprendente: una ruota di carro (allusione al Tribunale della Rota), un ramo di alloro, un mazzo di spighe, una palma, una spada reggente un serto, un elmo e diversi libri (riferimento all’Università e alla locale Accademia deiCatenati). L’epoca neoclassica portò al recupero del più sobrio stemma antico, soppiantato dopo l’unità d’Italia dall’emblema attuale (successivamente riconosciuto con Decreto di riconoscimento del Capo del Governo del 17 giugno 1941) , ma non senza contrasti, giacchè pare che la Consulta Araldica richiedesse il rispetto dell’alternanza smalti-metalli, con dunque i due quarti caricati della crocetta, d’argento, riservando il rosso alle crocette. Da notare però che in tempi recenti l’amministrazione comunale di Macerata ha iniziato ad utilizzare una versione stilizzata dello stemma, versione che ha eliminato la i filetti neri prevista dalla regia concessione del 1941, sostituendoli a volte con filetti d’argento, a volte con filetti d’oro, dando così luogo ad una versione non conforme alla concessione originaria, ma araldicamente più corretta. Per leggere la versione integrale dello studio di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo. . |
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