Lo stemma di monsignor Campiotti
Lo scorso 12 gennaio papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Volterra presentata da S.E. monsignor Alberto Silvani, contestualmente il Santo Padre ha nominato vescovo della diocesi il reverendo Roberto Campiotti, del clero dell’arcidiocesi metropolitana di Milano, finora Rettore del Collegio Ecclesiastico Internazionale San Carlo Borromeo a Roma.
Monsignor Roberto Campiotti è nato il 31 ottobre 1955 a Varese. Terminato il liceo scientifico nel 1974, è entrato nel Seminario Arcivescovile di Milano ed ha ottenuto il Baccalaureato in Teologia nella Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Il 16 giugno 1979 è stato ordinato sacerdote ricoprendo incarichi pastorali in diverse parrocchie dell’arcidiocesi di Milano sino al 2010, da quando ha assunto il già citato incarico di rettore a Roma. Il 26 febbraio 2022 è stato ordinato vescovo a Milano in una celebrazione presieduta da monsignor Delpini, e il 27 marzo 2022 farà il suo ingresso nella sua nuova diocesi.
In occasione della sua ordinazione episcopale, monsignor Campiotti ha anche presentato lo stemma per lui progettato e realizzato da Marco Foppoli, accompagnandolo con il seguente commento:
Lo stemma episcopale, basato sulle regole e i simboli dell’araldica, è un linguaggio visivo per comunicare attraverso immagini e segni, identità o messaggi ideali. Ogni nuovo vescovo, nel solco di una radicata tradizione iconografica e simbolica della Chiesa, provvede anche alla creazione di un proprio stemma che oggi si può intendere come un mezzo visivo a cui affidare un proprio messaggio ideale per esprimere aspetti della propria vocazione o indirizzi del proprio ministero, e, nel contempo, essere il necessario suggello di atti amministrativi o documenti pastorali che la funzione vescovile richiede. Nello stemma innanzitutto è raffigurato un monte nella sua consueta stilizzazione araldica composto da sei vette ascendenti, sulla cui sommità s’innalza la croce di San Benedetto; questa composizione vuole evocare il Sacro Monte di Varese. Sacro Monte che essendo intitolato a Santa Maria è quindi affiancato dal giglio dorato, uno dei più consueti simboli mariani. La composizione allo stesso tempo rimanda al motto scelto: Christo nihil praeponere; la croce che si innalza sopra tutto, è simbolo di Cristo a cui nulla viene anteposto. Gli smalti principali dello stemma, il rosso e l’argento, ricordano i colori dello stemma di Varese, città natale del nuovo Vescovo di Volterra. Lo stemma è distinto dagli usuali contrassegni episcopali, la croce astile d’oro ed il galero con 12 fiocchi verdi.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
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