Solbiate con Cagno vuole un proprio stemma

Il comune di Solbiate con Cagno, quasi 5.000 abitanti, in provincia di Como, è stato istituito il 1º gennaio 2019 a seguito dell’accorpamento dei preesistenti comuni di Solbiate e di Cagno.

cagno
Stemma del cessato Comune di Cagno: “Di rosso, a due spade, decussate, al naturale, accompagnate in capo da un elmo posto di profilo, aperto, d’argento, piumato, d’azzurro” (blasonatura Centro Studi Araldici)

Le due entità amministrative confluite nel nuovo ente già facevano uso di uno stemma, che però pare non essere mai stato formalmente oggetto di concessione regia e presidenziale. A seguito dell’accorpamento è stato realizzato un nuovo stemma, sostanzialmente brisando quello di Solbiate con un elemento (un elmo) tratto da quello di Cagno, ma anche in questo caso senza che tale scelta abbia mai ottenuto la necessaria legittimazione.

solbiate
Stemma del cessato Comune di Solbiate: “Semipartito-troncato, con una fascia, diminuita, sulla troncatura, d’argento: nel 1° d’azzurro, al sole, d’oro; nel 2° di rosso, a cinque spighe, impugnate, d’oro, legate di verde; nel 3° d’azzurro, al bue, fermo, d’argento, su una campagna, di verde” (blasonatura Centro Studi Araldici)

Ora però la nuova entità amministrativa ha deciso di regolare la propria situazione araldica, e lo scorso 12 febbraio ha pubblicato sul proprio sito Internet istituzionale, il seguente avviso:

AVVISO PUBBLICO

Il nuovo comune di Solbiate con Cagno deve dotarsi dello stemma comunale.
Sono pervenute al protocollo comunale da parte di un esperto di araldica alcune proposte, che verranno valutate dal Consiglio Comunale.
Si informano pertanto gli interessati che è possibile depositare al protocollo comunale eventuali ulteriori proposte per la realizzazione del nuovo stemma da sottoporre al Consiglio Comunale.

Si ricordano alcune regole araldiche da considerare per le proposte:
> così come evidenziato nello stemma provvisorio riportato nell’intestazione del presente avviso devono essere presenti gli elementi di CORONA, SCUDO E FOGLIE;
> il disegno del nuovo stemma deve essere contenuto nello SCUDO che può essere intero oppure diviso in due parti uguali (orizzontali o verticali oppure diagonali) oppure in tre parti (ad esempio diviso in due da una linea orizzontale e la parte sopra ulteriormente divisa da una linea verticale).

Chiunque lo desideri, potrà presentare una proposta di stemma entro il 12 marzo 2022, inviando l’elaborato grafico corredato da breve relazione all’attenzione dell’Ufficio Segreteria tramite l’indirizzo mail info@comune.solbiateconcagno.co.it.

Solbiate con Cagno, 12 febbraio 2022

Il Sindaco

Dott. Federico Broggi


Scheda di approfondimento
L’araldica civica italiana

Stemma vuoto di comune

L’araldica è la scienza che studia gli stemmi, questi però sono raggruppabili in tre macro categorie, ovvero gli stemmi di persona e famiglia, gli stemmi ecclesiastici, e gli stemmi di enti.

Quest’ultima categoria comprende in particolare gli enti territoriali, quali i comuni, le province, le regioni, e gli studi araldici ad essa dedicati, sono comunemente indicati come studi sull’araldica civica.

Oggi in Italia solo questa categoria dell’araldica (o meglio gran parte di essa) è disciplinata e tutelata dallo Stato, e la normativa di riferimento è il Decreto del Presidente del Consiglio del 28 gennaio 2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1 febbraio 2011, n.25 – Suppl. Ordinario n.26.

Tale Decreto all’articolo 2 precisa che: sono destinatari delle disposizioni di cui al presente decreto: le regioni, le province, le città metropolitane, i comuni, le comunità montane, le comunità isolane, i consorzi, le unioni di comuni, gli enti con personalità giuridica, le banche, le fondazioni, le università, le società, le associazioni, le Forze armate ed i Corpi ad ordinamento civile e militare dello Stato.

L’articolo 5 invece precisa le caratteristiche tecniche degli emblemi civici:

1) Lo scudo obbligatoriamente adottato per la costruzione degli stemmi è quello sannitico moderno …

2) Le province, i comuni insigniti del titolo di città ed
i comuni dovranno collocare sopra lo stemma la corona a
ciascuno spettante, come di seguito descritta:
a) provincia: cerchio d’oro gemmato con le cordonature lisce ai margini, racchiudente due rami, uno di alloro e
uno di quercia, al naturale, uscenti dalla corona, decussati
e ricadenti all’infuori:

Corona di Provincia
b) comune insignito del titolo di città: corona turrita,
formata da un cerchio d’oro aperto da otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro, il tutto d’oro e murato di nero:

Corona di città
c) comune: corona formata da un cerchio aperto da
quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro
sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte
(nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a
coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero:

Corona Comune

3) Gli enti di cui all’articolo 2, diversi da provincia, comune insignito del titolo di città e comune, possono fregiare il proprio stemma con corone speciali di cui è studiata di volta in volta la realizzazione a cura dell’ Ufficio onorificenze e araldica.

4) Il gonfalone consiste in un drappo rettangolare di cm. 90 per cm. 180, del colore di uno o di tutti gli smalti dello stemma. Il drappo è sospeso mediante un bilico mobile ad un’asta ricoperta di velluto dello stesso colore, con bullette poste a spirale, e terminata in punta da una freccia, sulla quale sarà riprodotto lo stemma, e sul gambo il nome dell’ente. Il gonfalone ornato e frangiato è caricato, nel centro, dello stemma dell’ente, sormontato dall’iscrizione centrata (convessa verso l’alto) dell’ente medesimo. La cravatta frangiata deve consistere in nastri tricolorati dai colori nazionali. Le parti metalliche del gonfalone devono essere: argentate per gli stemmi del comune, d’oro per gli stemmi della provincia e del comune insignito del titolo di città. Analogamente i ricami, i cordoni, l’iscrizione e le
bullette a spirale devono essere d’argento per gli stemmi del comune, d’oro per gli stemmi della provincia e del comune insignito del titolo di città.

Gonfalone comunale

Il precedente articolo 4, fornisce inoltre delle indicazioni in merito ai motti: I motti devono essere scritti su liste bifide e svolazzanti dello stesso colore del campo dello scudo, con lettere maiuscole romane, collocate sotto la punta dello scudo.

Non sono invece formalmente menzionate le fronde che accompagnano lo scudo ai lati per poi unirsi al di sotto della sua punta, ma il rinvio alla normativa preesistente per quanto non normato dal decreto in questione, oltre alla loro costante presenza nei bozzetti esemplificativi e nelle faq presenti sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri legittimano la comune interpretazione che esse siano previste, e lo siano con le caratteristiche indicate nelle suddette faq: 7) Le fronde che ornano lo scudo che ruolo hanno? Arricchiscono lo scudo ed effigiano l’alloro e la quercia, con le foglie di verde e con le drupe e le bacche d’oro; tali fronde si pongono legate in basso con un nastro tricolorato con i colori nazionali.

Da annotare infine che il comma 1 dell’art. 4 del già richiamato DPCM del 28/01/2011 precisa che “Gli stemmi ed i gonfaloni storici delle province e dei comuni non possono essere modificati”.

I disegni accompagnatori della presente scheda sono desunti dal testo del DPCM del 28/01/2011.

Testo integrale del Decreto del Presidente del Consiglio del 28 gennaio 2011
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solbiate con cagno
Stemma provvisorio del Comune di Solbiate con Cagno: “Semipartito-troncato, con una fascia, diminuita, sulla troncatura, d’argento: nel 1° d’azzurro, al sole, d’oro; nel 2° di rosso, a cinque spighe, impugnate, d’oro, legate di verde; nel 3° di rosso, all’elmo posto di profilo, aperto, d’argento, piumato, d’azzurro” (blasonatura Centro Studi Araldici)
1 Marzo 2022
Raffaele Coppola

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