Lo stemma di monsignor Soddu
Lo scorso 29 ottobre il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, presentata da S.E. Mons. Giuseppe Piemontese, O.F.M. Conv., e nella circostanza ha nominato Vescovo di Terni-Narni-Amelia il Rev.do Mons. Francesco Antonio Soddu, finora Direttore Nazionale di Caritas Italiana.
Mons. Soddu è nato il 24 ottobre 1959 a Chiaramonti, in provincia di Sassari, ed è stato ordinato presbitero il 24 aprile 1985. Fra i numerosi incarichi ricoperti si segnala quello di Direttore Nazionale di Caritas Italiana, dal 2012 ad oggi.
Per il suo nuovo ministero pastorale monsignor Soddu ha scelto uno stemma che così è stato presentato:
“Di rosso mantellato d’oro: nel primo a tre burelle ondate sormontate da una stella(7) d’argento; nel secondo a una torre al naturale, aperta e finestrata di tre del campo; nel terzo a un lupo rapace di nero, unghiato e lampassato del primo”.
La stella, diffuso simbolo mariano nell’iconografia della Chiesa, è qui rappresentata sopra le onde del mare e assume quindi il significato della “Stella maris”, uno dei tanti titoli assegnati a Maria, la nostra Madre Celeste; questa definizione mariana, cara alle genti di mare, è ricordata nelle parole di san Bernardo di Chiaravalle che nell’ XII secolo scrisse: «Se i venti della tentazione crescono, se sei spinto contro gli scogli delle tribolazioni, guarda alla stella, invoca Maria!».
Questa immagine vuole ricordare la diocesi di origine di Mons. Soddu, Sassari, affacciata sul mare e la Sardegna tutta, circondata dalle acque del Mediterraneo.
La torre vuole ricordare la diocesi di origine del vescovo, Sassari, il cui nome antico era Turris Lìbisonis (attualmente Porto Torres) e, inoltre, il paese natale del Vescovo, Chiaramonti, che nel proprio stemma reca appunto l’immagine di questo antico edificio.
Tra i miracoli attribuiti a San Francesco vi è quello del lupo di Gubbio che, secondo i “Fioretti di San Francesco” di Ugolino da Brunforte, (XIII-XIV sec.) terrorizzava gli abitanti umbri fino a quando fu ammansito e domato dal Santo. Tale figura, ripresa nello stemma, è uno dei simboli di San Francesco e vuole pertanto rammentare il nome del Vescovo.
I colori dello scudo sono l’oro e il rosso: l’oro è il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima delle Virtù: la Fede. È grazie alla Fede che possiamo comprendere il mistero di salvezza che il Padre ci riserva mentre il rosso è il colore del sangue, della carità, dell’amore intenso e assoluto del Padre che invia il Figlio a versare il proprio sangue per la nostra redenzione. Questa Virtù è particolarmente cara a Mons. Soddu, anche in riferimento all’incarico di Direttore Nazionale della Caritas da lui ricoperto fino alla nomina a Vescovo.
“In omnibus caritas”, le parole scelte da Mons. Soddu come proprio motto episcopale sono tratte da un famoso detto latino: «In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas» spesso attribuita, forse erroneamente, a sant’Agostino d’Ippona e, citata da San Giovanni XXIII nella sua prima Enciclica Ad Petri cathedram. La traduzione italiana è “unità nelle cose necessarie, libertà in quelle dubbie, carità in tutte”.
Scheda di approfondimento L’araldica ecclesiastica L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare. Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono: La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone. Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi. Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica: > rosso per i cardinali; > verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi; > paonazzo per i monsignori; > nero per i presbiteri. Il numero di nappe per lato indica: > 15 nappe rosse per i cardinali; > 15 nappe verdi per patriarchi e primati; > 10 nappe verdi arcivescovi; > 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati; > 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità; > 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate; > 3 nappe parroco; > 1 nappa presbitero. Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale. La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere: > semplice cioè ad una traversa per i vescovi > doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi. Impostazione classica di un stemma papale Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo Impostazione classica di uno stemma arcivescovile Impostazione classica di uno stemma vescovile Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale Impostazione classica di uno stemma di un parroco Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche. I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile). . |
Articoli correlati: Lo stemma di monsignor Renna