Lo stemma di monsignor Maniago

Lo scorso 29 novembre il Santo Padre ha nominato arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace S.E. Mons. Claudio Maniago, trasferendolo dalla diocesi di Castellaneta.

Monsignor Maniago è nato 1’8 febbraio 1959 a Firenze, ed è stato ordinato presbitero il 19 aprile 1984; dal 1987 al 1994 è stato Rettore del Seminario Minore Diocesano, per divenire poi Pro-Vicario Generale dell’Arcidiocesi Metropolitana, Moderatore della Curia Arcivescovile, Canonico onorario della chiesa Cattedrale di Firenze, del 2001 è invece la nomina a Vicario Generale.
Il 18 luglio 2003 è stato nominato Vescovo titolare di Satafi ed Ausiliare di Firenze e consacrato l’8 settembre successivo, quindi il 12 luglio 2014 è stato nominato Vescovo di Castellaneta. Dal 2015 al 2021 è stato Presidente della Commissione Episcopale per la Liturgia (CEL) e del Centro di Azione Liturgica (CAL).

Lo stemma scelto da monsignor Claudio Maniago nel 2003, in occasione della sua ordinazione episcopale, è così stato presentato:

All’interno dello scudo azzurro vi sono i simboli color oro. In araldica, il colore azzurro è il colore del cielo e rappresenta l’Eternità, mentre l’oro rappresenta la Fede tra le Virtù Teologali.
Lo scudo contiene una stella a otto punte che, assieme all’azzurro dello sfondo, rappresenta il riferimento e l’ispirazione mariana della spiritualità di mons. Maniago.
Il destrocherio alato che impugna il pastorale, raffigurato sotto la stella, indica la missione di pastore che è stata affidata al Vescovo dal Signore; rimanda, inoltre, al suo motto “In manus Tuas”: consapevole della propria piccolezza, egli si affida a Dio perché lo tenga nella sua mano e lo conduca nel cammino affidatogli.
Il motto, in lettere maiuscole lapidarie romane di colore nero, è caricato su di un cartiglio svolazzante foderato di rosso.
L’ornamento esterno allo scudo, caratterizzante lo stemma di un Arcivescovo, è timbrato da un cappello prelatizio (galero) di colore verde, dal quale pendono 20 fiocchi, 10 per lato, dello stesso colore. Oltre ai venti fiocchi verdi vi è la croce astile, d’oro e gemmata d’azzurro, detta anche “patriarcale”, a due bracci traversi, che identifica la dignità arcivescovile.
Alla base dello scudo è collocato il Pallio, insegna della Giurisdizione Metropolitana e segno di Comunione con il Romano Pontefice. È rappresentato da un nastro di lana bianca circolare, con due pendenti nella parte anteriore e posteriore, terminanti con due lingue di colore nero e ornato di crocette anch’esse nere
“.


Scheda di approfondimento
L’araldica ecclesiastica

L’araldica ecclesiastica è una specifica branca dell’araldica che si occupa degli stemmi appartenenti a persone o istituzioni del mondo ecclesiale, stemmi caratterizzati da ornamentazioni esterne sostanzialmente costanti e che esprimono un preciso codice giuridico, in grado di rendere immediatamente identificabile grado e funzione del titolare.

Limitatamente all’araldica della Chiesa Cattolica, gli elementi essenziali di tale codice sono:

La tiara o triregno è l’ornamento araldico ad uso esclusivo del Papa, che sormonta il relativo stemma, ed è costituita da un copricapo a forma di cupola che sorregge tre corone sovrapposte. Benedetto XVI e Francesco hanno sostituito la tiara con una mitra caricata di tre fasce d’oro che richiamano le originarie tre corone.

Il galero, ovvero il cappello ecclesiastico è un cappello da pellegrino con la tesa molto lunga e due cordoni laterali che terminano con una serie di fiocchi o più propriamente nappe. Posto sulla sommità ornamento dello scudo il galero consente l’immediato riconoscimento del grado del titolare dello stemma grazie al colore e al numero delle nappe o fiocchi.

Il colore del galero (di norma il medesimo delle nappe) indica:
> rosso per i cardinali;
> verde per gli arcivescovi, i vescovi e i patriarchi;
> paonazzo per i monsignori;
> nero per i presbiteri.

Il numero di nappe per lato indica:
> 15 nappe rosse per i cardinali;
> 15 nappe verdi per patriarchi e primati;
> 10 nappe verdi arcivescovi;
> 6 nappe verdi vescovi e abati mitrati;
> 6 nappe paonazze cappellano di Sua Santità;
> 6 nappe nere vicario generale, vicario episcopale, abate;
> 3 nappe parroco;
> 1 nappa presbitero.

Le Chiavi sono raffigurate incrociate, una d’oro a destra e un’altra d’argento a sinistra, con le impugnature rivolte verso il basso. Si pongono dietro o sopra lo scudo papale.

La croce posta in palo dietro lo scudo, può essere:
> semplice cioè ad una traversa per i vescovi
> doppia cioè a due traverse per i cardinali, i patriarchi e gli arcivescovi.

Stemma papale base
Impostazione classica di un stemma papale
Stemma cardinalizio base
Impostazione classica di uno stemma cardinalizio di un arcivescovo
Stemma arcivescovile base
Impostazione classica di uno stemma arcivescovile

Stemma vescovile base
Impostazione classica di uno stemma vescovile

Stemma di vicario base
Impostazione classica di uno stemma di un vicario episcopale

Stemma di parroco base
Impostazione classica di uno stemma di un parroco

Stemma di sacerdote base
Impostazione classica di uno stemma di un sacerdote


Accanto a questi elementi principali ve ne sono altri di uso più limitato, come pure vi sono ulteriori configurazioni specificatamente riservate a cariche meno note, e non mancano un certo numero di eccezioni e deroghe concesse a titolari di cariche legate ad istituzioni specifiche.

I disegni di questa scheda sono stati realizzati da Teresa Morettoni e Davide Bolis (per il solo stemma vescovile).
.

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stemma
Lo stemma di monsignor Claudio Maniago: “D’azzurro, al destrocherio alato, nudo, impugnante un pastorale in banda, accompagnato in capo da una stella (8), il tutto d’oro” (blasonatura Centro Studi Araldici)
25 Gennaio 2022
Giovanni Moneta

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