Uno stemma per il Comun General de Fascia
Il Comun General de Fascia (forma ladina per Comunità della Val di Fassa) è una comunità di valle della Provincia autonoma di Trento che comprende i comuni di Campitello di Fassa, Canazei, Mazzin, Moena, San Giovanni di Fassa, e Soraga di Fassa.
Istituita nel 2006, sin dal 2012 ha intrapreso il percorso per dotarsi di una propria insegna araldica, affidando a Mariano Welber e a Marco Foppoli gli incarichi della consulenza araldica e delle prestazioni d’opera per l’elaborazione grafica dello stemma e del logotipo dell’ente.
Doveroso evidenziare che in ambito araldico le ragioni a Statuto Speciale non soggiacciono alle disposizioni di legge in vigore per gli altri territori italiani, e dunque gli enti locali di tali regioni non ottengono il proprio stemma attraverso una concessione del Presidente della Repubblica, ma seguendo altri percorsi, che per quanto riguarda il Trentino Alto Adige prevedono l’approvazione da parte dell’ente provinciale di riferimento, che nel caso specifico è la Provincia autonoma di Trento.
Così dopo che la nuova insegna araldica è stata definita nel 2020, la stessa è stata inviata all’ente provinciale, che con la delibera n. 1713/2021 del 15 ottobre scorso, l’ha finalmente ufficialmente approvata.
Il lungo iter per l’adozione del nuovo stemma ha visto l’intervento di un’apposita commissione istituzionale che ha avuto modo di valutare e vagliare i bozzetti riprodotti dagli autori i quali, su indicazione della commissione, hanno infine adottato come modello di riferimento lo storico “Paster Fascian”, ovvero un affresco che si trova all’interno del palazzo vescovile di Bressanone, e che rappresenta l’antica Giurisdizione di Fassa. La Valle di Fassa, infatti, assieme alle altre vallate ladine dolomitiche, rientrava a pieno titolo e con un proprio distretto – sotto il nome “Herrschaft Eves” – fra i territori che facevano capo al Principato vescovile di Bressanone fin dalla sua fondazione (Anno 1027).
Sotto il profilo strettamente araldico è da notare che le comunità di valle, rappresentano un’unità amministrativa tipica ed esclusiva del trentino, per le quali dunque non sono previste a livello nazionale specifiche ornamentazioni esterne (corone, rami vegetali di contorno) che infatti risultano del tutto assenti nell’iconografia con con cui lo stemma è stato presentato.
Scheda di approfondimento CORONE CIVICHE Lo Stato Italiano disciplina rigorosamente le corone degli enti territoriali utilizzate negli stemmi, in particolare: I Comuni devono utilizzare una corona formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero. I Comuni insigniti del titolo di città utilizzano una corona turrita, formata da un cerchio d’oro aperto da otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro, il tutto d’oro e murato di nero. . |
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