Ultrarossi e ultravioletti per indagare lo stemma di Barberino Tavarnelle
Raggi ultravioletti e infrarossi puntati sulla storia di Barberino Tavarnelle. Uno degli aspetti della plurisecolare vicenda del territorio indagato con gli strumenti della tecnologia digitale e le applicazioni scientifiche della diagnostica destinata alle indagini e al restauro dei manufatti artistici. Nel percorso di ricerca e di ricostruzione dell’originario stemma di Barberino Val d’Elsa – San Donato in Poggio, gli studiosi incaricati dal Comune, dopo un cospicuo scavo nella documentazione archivistica, si sono avvalsi di sofisticate apparecchiature a infrarossi e ultravioletti per acquisire ulteriori e indispensabili elementi utili al percorso di ricerca avviato da alcuni mesi dall’amministrazione comunale.
“Si tratta di indagini destinate ad offrire un credibile fondamento storico – dichiara il sindaco David Baroncelli – che sarà alla base della creazione di uno stemma che rappresenterà il nuovo Comune di Barberino Tavarnelle. Una realtà che proprio nei giorni scorsi ha celebrato il terzo compleanno del sì espresso dalla comunità alla proposta di una riunificazione in occasione di una consultazione referendaria”. E’ nel Palazzo vicariale di Certaldo, nel Comune confinante con Barberino Tavarnelle, che il team formato da Giulio Cretti, Elisa Paoli e Paolo Pirillo, ha voluto indagare più a fondo due raffigurazioni pittoriche, a suo tempo segnalate dal sindaco David Baroncelli, relative all’araldica di quella che era stata la Lega e poi Podesteria di San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa.
Così, le analisi fotografiche realizzate da Ottaviano Caruso sono state condotte su due stemmi affrescati in altrettante sale del palazzo certaldese e su una rappresentazione dello stemma presente sul cosiddetto Tabernacolo dei Giustiziati, opera di Benozzo Gozzoli (anno 1460), situato originariamente lungo il torrente Agliena, poi traslato all’interno del Palazzo Pretorio di Certaldo dove attualmente è situato. Lo stato di conservazione dei due stemmi affrescati ha reso indispensabile il ricorso a questi strumenti, tenendo conto della scarsa leggibilità. Le elaborazioni conclusive delle immagini acquisite contribuiscono a definire la questione del simbolo originario della Lega/Podesteria di San Donato-Barberino. Le prime constatazioni avvalorano l’ipotesi che si era fatta strada dalle indagini documentarie condotte su otto archivi diversi che hanno coperto circa otto secoli. “È forse plausibile tracciare – dicono i componenti del team – una linea della simbologia leonina che non si configura come ininterrotta ma che nei secoli XVII e XVIII subì una serie di variazioni “assai interessanti” – aggiungono i tre – che avrebbero trasformato il leone delle origini in un altro felino. Restiamo dunque in attesa dei risultati conclusivi che – ci auguriamo tutti – potranno supportare la realizzazione del nuovo stemma”.
Il Gazzettino del Chianti che pure ha ripreso il comunicato del Comune, ha pubblicato in merito alcune immagini dell’indagine in corso
Scheda di approfondimento CORONE CIVICHE Lo Stato Italiano disciplina rigorosamente le corone degli enti territoriali utilizzate negli stemmi, in particolare: I Comuni devono utilizzare una corona formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero. I Comuni insigniti del titolo di città utilizzano una corona turrita, formata da un cerchio d’oro aperto da otto pusterle (cinque visibili) con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili), riunite da cortine di muro, il tutto d’oro e murato di nero. . |
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