Disinformazione araldica
“Essere in possesso di uno stemma araldico non era, però, cosa da tutti (e ci mancherebbe: se ogni singola famiglia avesse avuto un blasone, nessuno ci avrebbe più capito qualcosa): originariamente tali simboli erano legati alle famiglie reali e al papato“.
In questo passaggio di un articolo pubblicato da Icrewplay quest’oggi, martedì 9 novembre 2021, la sintesi di una serie purtroppo catastrofica di luoghi comuni, errori ed inesattezze alimentata dall’ignoranza (nel senso tecnico del termine) della materia e da credenze popolari dure a morire, che anzi vengono alimentate da scritti di tal genere.
Indubbia la buona fede dell’autrice, ma evidenti anche i limiti di un articolo richiamato in home page dal sito Internet in questione ed indicato come “articolo approfondito”.
Inutile dilungarsi, ma utile (riteniamo) ribadire non tanto ai nostri lettori, quanto ai motori di ricerca, alcuni concetti ed alcune evidenze storiche:
- uno “stemma” è “araldico“, non esistono stemmi “non araldici“; dire o scrivere “stemma araldico” è come dire o scrivere “giallo color giallo“.
- gli stemmi, sin dalle origini (e ancora oggi), salvo rare eccezioni, limitate nello spazio e nel tempo, non sono mai stati una prerogativa esclusivamente nobiliare, ma uno strumento identificativo liberamente utilizzabile da chiunque, come – in tempi più recenti – accade anche per loghi o cifre personali.
- gli stemmi erano (e di norma lo sono tutt’ora) dei “segni” di riconoscimento non dei “simboli“. Come per altro correttamente ricostruito nel testo dell’articolo, sono nati per rendere riconoscibili i combattenti in battaglia, con una funzione assimilabile a quella oggi svolta dalle divise di gioco delle squadre di calcio, senza “simboleggiare” cioè senza rimandare – di norma – ad altro (concetti, ideali, fatti,…).
- tutte queste ragioni – ma non da sole – spiegano come mai il linguaggio araldico fu adottato dai sovrani solo successivamente, e dai papi ancora dopo.
Da segnalare infine che a concludere l’articolo sono le indicazioni di alcuni testi “consigliati”, selezionati con criteri non enunciati e dunque non discutibili, ma che hanno portato ad una selezione che non condividiamo, ma che ovviamente rispettiamo.
Per leggere l’articolo: Libri dalla Storia: la complessità dello stemma araldico
Disambigua SCIENZE DOCUMENTARIE DELLA STORIA Araldica Scienza che studia gli stemmi e la loro evoluzione, sia sotto il profilo storico che tecnico, analizzandone la composizione. Diritto nobiliare L’insieme delle norme giuridiche che regolano il riconoscimento o l’attribuzione dello stato nobiliare e dei suoi attributi – in particolare i titoli nobiliari – da parte dell’Autorità Pubblica, i rapporti dei titolari di tale stato giuridico con l’Autorità Pubblica, tra i soggetti titolare di tale stato e con la società civile, e per estensione anche la scienza che studia questa specifica branca del diritto. Faleristica Disciplina dedicata alla collezione e allo studio delle onorificenze, delle medaglie e di ogni altro segno di distinzione civile o militare. Genealogia Scienza che si occupa di accertare e ricostruire documentalmente i legami di parentela che intercorrono tra individui di una o più famiglie. Ordini cavallereschi Di due tipologie: ordini religiosi caratterizzati dall’avere anche una funzione militare, oppure istituzioni di merito e distinzione creati da sovrani e entità statuali. Per estensione studio delle loro vicende storiche, dei loro ordinamenti e della loro attualità. Vessillologia Disciplina che si occupa della ricerca, dello studio e della catalogazione dei vessilli e delle bandiere, analizzandone la storia, le consuetudini d’uso e le loro caratteristiche compositive. Per estensione collezionismo di vessilli e bandiere. . |
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