Ordine Militare d’Italia 2021
Si è svolta, nel pomeriggio dello scorso 3 novembre al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cerimonia di consegna delle decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia, conferite nell’anno 2021, in occasione della ricorrenza del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate.
Dopo l’intervento del Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il Presidente Mattarella ha pronunciato un discorso.
Il Capo dello Stato coadiuvato dal Ministro Guerini, ha consegnato le decorazioni agli insigniti: Ammiraglio di Squadra Paolo Treu; Generale di Divisione Stefano Giuseppe Del Col; Generale di Brigata Diodato Abagnara; Generale di Brigata Paolo Attilio Fortezza; Capitano di Vascello Riccardo Marchiò; Generale di Brigata Aerea Luca Maineri; Colonnello Sergio Cavuoti; Generale di Corpo d’Armata Carmelo Burgio; Luogotenente Andrea Palmisani.
Erano presenti rappresentanti del Senato della Republica, della Camera dei Deputati, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Presidente del Consiglio dell’Ordine Militare d’Italia con i componenti il Consiglio dell’OMI e autorità civili e militari.
Prima della cerimonia il Presidente Mattarella ha incontrato i decorati 2020 dell’Ordine MIlitare d’Italia e una rappresentanza di Allievi degli Istituti di Formazione Militare.
Di seguito le motivazioni delle decorazioni:
Ammiraglio di Squadra Paolo Treu – Croce di “Ufficiale” dell’Ordine Militare d’Italia- Ammiraglio, Comandante in Capo della Squadra Navale, ha condotto in prima persona le attività marittime nazionali svolte nel Mediterraneo Centrale nel particolare contesto dell’Operazione Mare Sicuro. Con straordinaria competenza, ha costantemente assicurato l’efficace assolvimento dei numerosi e diversificati compiti discendenti dalle complesse missioni lui assegnate, agendo sempre con straordinaria visione degli obiettivi da perseguire.
In uno scenario estremamente articolato, egli ha saputo garantire la salvaguardia della libertà di navigazione, la protezione degli interessi nazionali e la deterrenza nei confronti delle organizzazioni criminali dedite ai traffici illeciti via mare.
Garantendo risultati di pregevolissimo livello, ampiamente riconosciuti in ambito nazionale ed internazionale, ha contribuito ad elevare l’immagine e il prestigio delle Forze Armate e dell’Italia.
Mar Mediterraneo Centrale, gennaio – dicembre 2020
Generale di Divisione Stefano Giuseppe Del Col – Croce di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia – Comandante della forza internazionale e Capo Missione United Nations Interim Force in Lebanon (UNIFIL), ha guidato con valore, perizia e determinazione il complesso e articolato contingente multinazionale civile e militare e delle Forze Armate Italiane, conseguendo obiettivi di primaria importanza per le Nazioni Unite.
In un difficile contesto ambientale caratterizzato da profonda instabilità interetnica, ha favorito una sinergica ed efficace integrazione delle componenti militari e civili, nazionali e internazionali, assicurando, con un approccio efficace e costruttivo, le condizioni necessarie allo sviluppo del processo di stabilizzazione del Sud del Libano.
Ufficiale Generale che ha riscosso il costante plauso della comunità internazionale, contribuendo ad accrescere il prestigio dell’Italia e il lustro delle sue Forze Armate nel contesto internazionale.
Naqoura (Libano), 2018 – 2021
Generale di Brigata Diodato Abagnara – Croce di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia – Comandante della Joint Task Force Lebanon – Sector West, ha guidato con valore, perizia e determinazione il complesso e articolato Contingente multinazionale, in un contesto caratterizzato da forti tensioni interetniche ed instabilità regionale.
In particolare, nel corso degli eventi legati alla condotta dell’operazione Northern Shield, è stato protagonista nel pianificare, coordinare e condurre in prima persona, attraverso una sinergica integrazione delle componenti militari e civili, nazionali e internazionali poste al suo comando, una serie di attività volte ad evitare e contenere ogni escalation del conflitto.
Ufficiale Generale che ha riscosso unanimi e incondizionati consensi e la piena ammirazione da parte delle massime Autorità di Vertice delle Nazioni Unite, contribuendo ad accrescere il lustro e il prestigio del Paese e delle sue Forze Armate in ambito internazionale.
Libano del Sud, 4 dicembre 2018 – 13 gennaio 2019
Generale di Brigata Paolo Attilio Fortezza – Croce di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia – Comandante del Contingente nazionale terrestre, nell’ambito dell’operazione Inherent Resolve, ha operato in un contesto operativo caratterizzato da minaccia terroristica particolarmente elevata.
Al comando di unità militari in territori ostili, ha guidato con valore e determinazione i propri uomini nella condotta di tutte le operazioni a sostegno delle Forze di Sicurezza curde e irachene, contribuendo in modo determinante all’azione di contrasto del sedicente Stato Islamico in Iraq e Siria, conseguendo risultati di assoluto rilievo.
Ufficiale Generale che ha fornito un prezioso contributo alla riuscita della missione, elevando il prestigio della Nazione e delle Forze Armate in ambito internazionale.
Erbil (Iraq), luglio 2019 – agosto 2020
Capitano di Vascello Riccardo Marchiò – Croce di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia – Comandante di un dispositivo navale internazionale nell’ambito dell’operazione Atalanta, guidava valorosamente i propri uomini in numerose attività di deterrenza nei confronti di organizzazioni criminali dedite alla pirateria lungo le coste della Somalia.
Con slancio, audacia e intelligenza, esprimeva una efficace azione di comando di una Forza Navale composta da navi, velivoli, droni, forze speciali, squadre di protezione e personale dello staff provenienti da ben otto nazioni, ricevendo unanime apprezzamento per la guida italiana dell’operazione, nell’ambito delle attività marittime condotte in Oceano Indiano e nel Mar Rosso.
Esemplare figura di Comandante, che ha contribuito alla salvaguardia degli interessi nazionali e ad elevare il prestigio delle Forze Armate e il lustro dell’Italia in ambiente multinazionale.
Area del Corno d’Africa, agosto – dicembre 2020
Generale di Brigata Aerea Luca Maineri – Croce di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia – Comandante della Joint Air Task Force in Afghanistan, il Generale B.A. Maineri, Ufficiale dalle pregevoli capacità professionali, è stato impiegato nell’ambito della missione multinazionale International Security Assistance Force (ISAF) a Herat.
In tale contesto, con elevata capacità di comando e indiscussa leadership, assicurava la massima espressione operativa del complesso ed articolato dispositivo aeronautico posto alle sue dipendenze, gestendo con determinante impulso operazioni per il trasporto di uomini e materiali, missioni di sorveglianza, di ricognizione tattica e supporto aereo alle forze di terra, contribuendo significativamente alla sicurezza della coalizione internazionale e alla stabilizzazione del Paese.
Con la sua quotidiana ed instancabile dedizione, con l’eccezionale operato posto in essere, ha conseguito risultati di prim’ordine, conferendo indubbio lustro e prestigio alle Forze Armate italiane e al Paese.
Herat (Afghanistan), 27 aprile – 28 ottobre 2013
Colonnello Sergio Cavuoti – Croce di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia – Comandante della Task Force Air e del Contingente Italiano in Kuwait, il Colonnello Cavuoti, Ufficiale dalle pregevoli capacità professionali, è stato impiegato nell’ambito della missione Prima Parthica in Iraq per lo svolgimento delle continue ed incalzanti attività di supporto alla coalizione internazionale.
In tale contesto, grazie alla sua elevata capacità di comando nella gestione del personale e dei Reparti di Volo, peraltro dislocati su più basi aeree, assicurava la massima espressione operativa del complesso ed articolato dispositivo aeronautico posto alle sue dipendenze, accrescendo il patrimonio informativo dei centri di comando in ambito nazionale e di coalizione, contribuendo così al contrasto del terrorismo islamico e dell’organizzazione criminale in territorio iracheno.
Grazie alle sue doti di leadership e al suo eccezionale operato, ha conseguito risultati di prim’ordine, conferendo indubbio lustro alle Forze Armate italiane e prestigio al Paese.
Kuwait, 29 ottobre 2019 – 8 dicembre 2020
Generale di Corpo d’Armata Carmelo Burgio – Croce di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia – Comandante di rango si distingueva in numerose e difficili operazioni per il mantenimento della pace, evidenziando elevate doti di comando e non comuni capacità professionali. In particolare, nel delicato contesto iracheno, caratterizzato da un elevatissimo livello della minaccia, quale Comandante del Reggimento MSU nell’ambito della Missione Antica Babilonia, dimostrava grande coraggio e perizia intervenendo nel centro abitato di An-Nasiriyah, ove era in atto un cruento conflitto a fuoco fra opposte fazioni.
Nella circostanza, con ammirevole risolutezza, pianificava e dirigeva una complessa attività che si concludeva con l’arresto dei responsabili e la liberazione di cittadini illegalmente detenuti.
I suoi risultati operativi contribuivano ad esaltare il prestigio dell’Italia e delle Forze Armate in ambito internazionale.
Territorio estero, settembre 1996 – novembre 2010
Luogotenente Andrea Palmisani – Croce di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia – Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri, impiegato fin dal 1998, in molteplici e prolungate missioni per il mantenimento della pace condotte in diversi teatri operativi, offriva un contributo di elevatissimo spessore nell’assolvimento dei compiti a lui assegnati.
In particolare, si distingueva nell’ambito di specifiche attività operative e addestrative, svolte nelle più sensibili regioni mediorientali, che risultavano determinanti per la stabilizzazione delle aree.
Contribuiva, così, alla ricostruzione delle capacità di polizia dei corpi locali, alla qualificazione delle milizie, nonché al ripristino dell’ordine e della legalità, nel più ampio rispetto dei diritti umani.
Per la sua preparazione professionale e l’eccezionale impegno riscuoteva l’incondizionato plauso delle autorità locali e internazionali, dando lustro e prestigio alle Forze Armate e all’Italia.
Territorio estero, 11 marzo 1998 – 11 ottobre 2019
Il successivo 4 novembre, si è svolta nel Cortile d’Onore del Quirinale, sempre alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la cerimonia di conferimento delle decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia alle Bandiere di Guerra.
Erano presenti il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli e i Capi di Forza Armata.
Il Capo dello Stato ha proceduto alla consegna delle Croci di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia alla Bandiera di Guerra del 9° Reggimento Fanteria “Bari”, alla Bandiera di Guerra del Reggimento Lagunari “Serenissima”, alla Bandiera di Guerra del 6° Stormo dell’Aeronautica Militare, alla Bandiera di Guerra del 4° Stormo dell’Aeronautica Militare, alla Bandiera di Guerra del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, alla Bandiera di Guerra del 7° Reggimento Carabinieri “Trentino Alto Adige” e alla Bandiera di Guerra del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia.
Ecco le motivazioni:
Bandiera di Guerra del 9° Reggimento Fanteria “Bari” – Fedele alle antiche virtù di coraggio e audace valore, il 9° Reggimento Fanteria “Bari” è stato impiegato dal teatro operativo balcanico a quello afghano, garantendo sempre una eccezionale cornice di sicurezza alla popolazione, alle Istituzioni locali e a tutte le organizzazioni internazionali presenti nei territori controllati, ponendosi quale fulgido esempio di unità coesa e fortemente motivata.
Straordinaria espressione di nobili ideali, ha mostrato fermezza morale, consapevole coraggio ed elevate virtù militari, contribuendo ad esaltare il prestigio dell’Esercito e dell’Italia nel contesto internazionale. (Kosovo, 2008 – 2010 e Afghanistan, 2018).
Bandiera di Guerra del Reggimento Lagunari “Serenissima” – Reggimento impiegato in territorio afghano, in una regione caratterizzata da altissima instabilità e diuturno stato di conflitto, conduceva numerose audacissime imprese raggiungendo brillanti risultati operativi, dando prova di ferrea abnegazione, spirito d’iniziativa e perspicace azione militare.
Operava con valoroso impegno, offrendo costante esempio di altissima professionalità, fermezza e slancio.
Reggimento custode di straordinari valori ha contribuito al lustro e al prestigio dell’Italia nel contesto internazionale, meritando l’apprezzamento della Nazione e il riconoscimento dei Paesi alleati. (Farah – Afghanistan, 2010 – 2011) e (Herat – Afghanistan, 2019).
Bandiera di Guerra del 6° Stormo dell’Aeronautica Militare – Prestigioso Stormo dell’Aeronautica Militare, dalle gloriose tradizioni, impiegato ripetutamente nei principali Teatri di crisi al servizio della Comunità internazionale, in più occasioni sin dal 2014, ha partecipato con il suo personale ed i suoi velivoli all’operazione Prima Parthica sui cieli dell’Iraq, eseguendo missioni di ricognizione aerea diurne e notturne a diretto supporto dell’attività di contrasto al terrorismo islamico in terra irachena.
Il coraggio, il valore, le spiccate virtù militari, l’amor patrio, lo straordinario spirito di sacrificio e la professionalità di tutto il personale del Reparto hanno permesso di raccogliere e analizzare dati e immagini su un elevatissimo numero di obiettivi al suolo, fornendo un determinante contributo alla sicurezza della popolazione irachena e delle truppe di Coalizione con straordinari risultati, riscuotendo unanimi apprezzamenti in ambito internazionale. (Cieli dell’Iraq, 2014 – 2020).
Bandiera di Guerra del 4° Stormo dell’Aeronautica Militare – Prestigioso Stormo dell’Aeronautica Militare, dalle gloriose tradizioni, impiegato senza soluzione di continuità nei vari teatri di crisi al servizio della comunità internazionale, ha operato nell’ambito dell’operazione Unified Protector in Libia, Inherent Resolve in Iraq e in varie attività di Polizia Aerea in zona ai confini dell’area dell’Alleanza Atlantica, assicurando la difesa dello spazio aereo Italiano e, dal 2004, della Slovenia.
Impegnato, in collaborazione con altri Stormi, nell’operazione Prima Parthica ha operato con missioni di ricognizione aerea diurne e notturne a diretto supporto dell’attività di contrasto al terrorismo islamico.
Reparto designato ad effettuare operazioni aeree di Personal Recovery in supporto a missioni di recupero e salvataggio di personale rimasto isolato in aere di crisi, assicura la formazione e l’addestramento dei Piloti della Linea Eurofighter.
Il valore, le spiccate virtù militari, lo straordinario spirito di sacrificio che da sempre contraddistinguono il Personale del 4° Stormo hanno permesso di totalizzare un elevatissimo numero di ore di volo in operazioni reali e missioni addestrative, conseguendo straordinari risultati e riscuotendo unanimi apprezzamenti in ambito internazionale. (Cieli della Libia, dell’Iraq e dell’Alleanza Atlantica, 2011 – 2020).
Bandiera di Guerra del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania” – Reggimento Carabinieri, nel solco delle più fulgide tradizioni dei Reparti paracadutisti, con ammirevole impegno assolveva la missione affidata all’Arma per la tutela delle Rappresentanze diplomatiche nazionali all’estero. Dalle terre balcaniche ai territori iracheni e afgani, in condizioni ambientali spesso critiche, salvaguardava le attività del Corpo diplomatico, distinguendosi, per fermezza e abnegazione, quale prezioso strumento militare a disposizione dei Capi Missione, nella conduzione di delicate operazioni di evacuazione di connazionali.
In particolare, nel 1991, a seguito della recrudescenza della guerra civile in Somalia, assicurava il rientro in Patria di 800 cittadini italiani.
L’instancabile e meritorio impegno rendeva testimonianza del coraggio e delle capacità del Reparto, che guadagnava il plauso internazionale, accrescendo così il lustro delle Forze Armate italiane e della Nazione. (Territorio estero, 1982 – 2020).
Bandiera di Guerra del 7° Reggimento Carabinieri “Trentino Alto Adige” – Reggimento Carabinieri confermava la grande capacità professionale e il valore del proprio personale, assolvendo con ammirabile coraggio e perizia la missione affidata all’Arma per la tutela di numerose Rappresentanze diplomatiche all’estero. Validissimo strumento militare a disposizione dei Capi missione, salvaguardava lo svolgimento delle attività del Corpo diplomatico anche in condizioni ambientali particolarmente critiche.
L’instancabile e meritorio impegno rendeva testimonianza della tenacia e della fermezza del Reparto che, assicurando l’esercizio delle relazioni diplomatiche, guadagnava il plauso internazionale, accrescendo così il lustro delle Forze Armate italiane e della Nazione. (Territorio estero, 2005 – 2020)
Bandiera di Guerra del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia” – Reggimento Carabinieri confermava la grande capacità professionale e il valore del proprio personale, assolvendo con ammirabile coraggio e perizia la missione affidata all’Arma per la tutela di numerose Rappresentanze diplomatiche all’estero. Validissimo strumento militare a disposizione dei Capi missione, salvaguardava lo svolgimento delle attività del Corpo diplomatico anche in condizioni ambientali particolarmente critiche.
In particolare in Congo, nel corso di un attacco armato, un Carabiniere del Reggimento immolava la propria vita nello strenuo tentativo di proteggere l’Ambasciatore italiano, anch’egli deceduto. L’instancabile e meritorio impegno rendeva testimonianza della tenacia e della fermezza del Reparto che, assicurando l’esercizio delle relazioni diplomatiche, guadagnava il plauso internazionale, accrescendo così il lustro delle Forze Armate italiane e della Nazione. (Territorio estero, 2001 – 2021).
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di consegna delle insegne dell’Ordine Militare d’Italia, in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate Rivolgo un saluto molto cordiale ai rappresentanti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, al Ministro della Difesa, che ringrazio per il suo intervento, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, ai Capi di Stato Maggiore dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, ai Comandanti generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, al Segretario generale della Difesa, al Generale Fornasiero per il Consiglio dell’Ordine Militare d’Italia. Quest’anno ricordiamo quattro importanti anniversari: 160 anni dall’Unità d’Italia, 150 di Roma capitale, 100 anni dal trasferimento – come poc’anzi ricordava il Ministro – del Milite ignoto al Vittoriano, 75 anni della Repubblica. Quattro momenti della nostra storia che solennizziamo in occasione del 4 novembre – data che segna oltre che la fine del Primo conflitto mondiale il giorno dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Come di consueto lo celebreremo domani all’Altare della Patria. La decisione di onorare la salma di un caduto senza nome e, idealmente, così, di tutti coloro che non avevano trovato nemmeno la consolazione di una tomba, pose in luce l’unità del Paese in un momento difficile, unendo in un sentimento di rispetto e di dolore i diversi atteggiamenti che avevano caratterizzato la società italiana di fronte alla guerra. Erano trascorsi tre anni da Vittorio Veneto, e le fratture, le divisioni, le ferite aperte nella popolazione, sempre più consapevole e impaurita dagli immani effetti provocati dal conflitto, non accennavano a rimarginarsi. Molte famiglie italiane si angosciavano, con crescente risentimento, e senza riuscire a darsi una risposta, sui sacrifici sopportati, sui lutti, sui mutilati. Rispetto e dolore accompagnarono, in tutte le città toccate dal tragitto, il trasferimento della salma del Soldato ignoto, come lo indica la legge approvata dal Parlamento nell’agosto del 1921, su sollecitazione del colonnello Giulio Douhet, pioniere dell’Aeronautica italiana, al quale si deve l’iniziativa di commemorare l’eroismo invisibile dei tanti militari che trovarono la morte in quella guerra Un dolore silente e raccolto unì, in quel momento, il Paese, con rinnovata speranza nel futuro. In quella triste bara le famiglie vedevano il proprio figlio, padre, fratello, atteso invano e mai più tornato a casa, spesso senza neanche una tomba, un luogo dove poter piangere. Le undici salme, non identificate, provenienti dai campi di battaglia dove gli scontri erano stati più crudeli – un vero rosario di sofferenze: Rovereto, il Pasubio, l’Ortigara, il Grappa, il Montello, il Basso Piave, il Cadore, Gorizia, il Basso Isonzo, il San Michele – furono, come sappiamo, raccolte nella basilica di Aquileia, e toccò alla madre di un caduto senza tomba, Maria Maddalena Bergamas, indicare, con dolore e turbamento – che furono particolarmente evidenti e coinvolgenti – quale tumulare a Roma. Questa mattina ho voluto rendere omaggio, ad Aquileia, al cimitero dove riposano gli altri dieci Soldati ignoti e alla sepoltura di quella madre che aveva rappresentato tutte le mamme che avevano perso il proprio figlio, e che, alla sua morte, è stata inumata insieme a loro. Ho sostato al sacrario di Redipuglia, monito permanente della follia della guerra. Il 4 novembre celebriamo, appunto, la vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, con il completamento del percorso di unificazione risorgimentale. L’Italia fu la prima nazione a istituire una giornata per commemorare la fine della Grande Guerra, significativo pur se implicito invito a una riflessione sul conflitto. Con il pensiero alle intere generazioni di giovani e di meno giovani che uscirono devastate se non addirittura annientate dalla guerra. Esemplari gesta eroiche sono state tramandate per ispirare nei più giovani i valori di coraggio, resilienza e patriottismo. I nomi di quei protagonisti sono giustamente iscritti su targhe e monumenti. Quanti gli episodi di eroi rimasti, tuttavia, sconosciuti, talvolta senza neppure una tomba che ne accogliesse le spoglie? Quante le vittime in conseguenza di scelte e strategie sbagliate? Quante le colpe scaricate in modo scellerato sulle truppe, sino all’orrore del sorteggio per decidere, con la decimazione, i soldati da destinare alla fucilazione? Il senso profondo del monumento al Soldato sconosciuto, del nostro Vittoriano, raccoglie tutte queste inquietitudini. È in questa Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate che il pensiero di tutti gli Italiani è rivolto a quanti hanno perso la vita per la Patria, alle vittime di tutte le guerre. Caporetto rimane una pagina nefasta segnata dagli errori nei comandi, ma la storia ci racconta di interi reparti, consapevoli che quello sarebbe stato l’ultimo loro giorno di vita, destinati a morire per rallentare l’avanzata del nemico; ci racconta di singoli militari – Ufficiali, Sottufficiali, Soldati semplici – che, un po’ ovunque lungo la piana friulana, difendevano le popolazioni locali fino all’estremo sacrificio. Ci dice, tutto questo, del valore e dell’orgoglio dei nostri soldati – sui monti, nelle trincee, lungo i fiumi, in Adriatico, nei cieli – valore e orgoglio che continuarono a manifestarsi con l’avvio della controffensiva e la vittoria. Ci inchiniamo alla memoria di quei combattenti nel più terribile conflitto europeo, eroi ai quali va il nostro incondizionato riconoscimento. Un conflitto le cui conseguenze furono aggravate da ottuse scelte prive di lungimiranza, che sarebbero state premesse di una stagione ancora più buia dell’Europa, sfociata nella Seconda guerra mondiale. La sconfitta del nazifascismo avrebbe consentito di scrivere una grande lezione: evitare di considerare la pace un semplice intervallo utile a preparare la guerra successiva. Evitare di passare dalla guerra alla guerra per ottenere, invece, di passare dalla guerra alla pace autentica. Ne è derivato in Europa il più lungo periodo di consolidamento di un clima di pace, di libertà e democrazia mai registrato in precedenza. Sono i valori che con la coesione sociale, il rispetto e la reciproca comprensione tra i popoli e le culture diverse, rappresentano il fondamento dell’Unione Europea. La Repubblica Italiana è orgogliosa di avere recato il proprio apporto, sin dall’inizio, a questo risultato. Nazioni Unite, Alleanza Atlantica, Unione Europea, rappresentano i pilastri della nostra politica di sicurezza e difesa: in queste organizzazioni l’Italia svolge da protagonista un ruolo di riferimento. L’Unione è chiamata oggi a un cambio di passo deciso rispetto ai dossier principali, assumendo piena responsabilità anche nel campo della politica estera e di difesa. In un mondo multipolare, caratterizzato da scenari complessi, è necessaria una sempre maggiore cooperazione internazionale. Anche per questo è altresì necessaria una connotazione interforze del nostro Strumento Militare. Dinamiche geopolitiche sempre più insidiose hanno esteso il concetto di sicurezza e di difesa verso nuove dimensioni, evidenziando rischi non convenzionali, come quelli collegati, ad esempio, alla sicurezza cibernetica. Le Forze Armate della Repubblica sono un esempio di responsabilità, coesione e senso del dovere. I cittadini in uniforme dimostrano quotidianamente di essere una preziosa risorsa, in coordinamento con le altre articolazioni dello Stato, nello svolgimento dei compiti loro affidati dal Parlamento e dal Governo, con motivo di orgoglio per tutta la comunità nazionale. Particolarmente apprezzato è stato l’operato delle Forze Armate nel corso dell’emergenza sanitaria dove la componente militare, attraverso le sue varie competenze, ha agito con grande professionalità per sostenere la campagna vaccinale e per fronteggiare le situazioni logisticamente più disagevoli. Parimenti, nel contesto internazionale, 4.800 militari sono impegnati in 38 missioni che sono di pacificazione, di stabilizzazione e di sostegno alle popolazioni più bisognose o di contrasto al terrorismo transnazionale o nelle iniziative delle organizzazioni internazionali cui il nostro Paese aderisce. Insieme a tutti loro, oltre 7.200 militari sono ogni giorno al lavoro sul suolo nazionale e nel Mediterraneo nelle operazioni Strade sicure e Mare sicuro. Recentemente, quanto accaduto in Afghanistan ha scosso e rattristato le pubbliche opinioni, non soltanto quella italiana. Il contributo che abbiamo dato alla stabilizzazione di quel Paese così lontano, con sacrifici, non è stato tuttavia vano. Occorre oggi che la comunità internazionale sia consapevole dei gravi rischi di catastrofe umanitaria che si profilano. Nonostante le difficoltà sorte nella regione circa l’utilizzo di basi d’appoggio, l’effettuazione delle operazioni di ritiro da Herat si è svolta in modo encomiabile. Siamo grati ai governi dei Paesi che hanno cooperato in questa direzione. Anche a Kabul le nostre Forze Armate si sono distinte per la grande efficienza operativa: oltre cinquemila persone sono state evacuate per via aerea in quindici giorni caratterizzati da ogni sorta di difficoltà e pericoli nella capitale afgana. Per tutto questo ringrazio i Comandi delle Forze armate. Tra poco procederò alla consegna delle onorificenze dell’Ordine Militare d’Italia a chi si è particolarmente distinto, in Italia ed all’estero, per dedizione e per adempimento del dovere anche in condizioni particolarmente difficili. A tutti loro e ai decorati dello scorso anno – anch’essi oggi qui al Quirinale – porgo le mie congratulazioni più vive. Tra loro sarebbe stato presente anche l’Ammiraglio Silvio Vratogna, purtroppo prematuramente scomparso: ne sentiamo l’assenza ed esprimo alla figlia qui presente – e la ringrazio – e a tutti familiari sentimenti di vicinanza rinnovata. Vorrei dire a tutti i Soldati, i Marinai, gli Avieri, i Carabinieri, i Finanzieri, al personale civile della Difesa, di essere sempre orgogliosi e coerenti con il giuramento di fedeltà alla Repubblica, in nome e per l’affermazione dei suoi valori costituzionali. A voi tutti e ai vostri familiari porgo l’augurio e il saluto più cordiale, con le espressioni della stima più intensa, a nome dell’intero popolo italiano. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica. . |
Scheda di approfondimento Ordine Militare d’Italia L’Ordine Militare d’Italia nacque il 14 agosto 1815 come Ordine militare di Savoia del Regno di Sardegna, e fu formalmente recepito dal neonato Regno d’Italia nel 1861; conservato dalla Repubblica Italiana, venne ridenominato “Ordine militare d’Italia” il 2 gennaio 1947, e riordinato una prima volta con la legge 25 del 9 gennaio 1956, ed una seconda volta con D. Lgs. 15 marzo 2010, n. 66. L’Ordine è destinato a ricompensare “le azioni distinte compiute in guerra da unità delle Forze Armate nazionali (…) o da singoli militari ad esse appartenenti, che abbiano dato sicure prove di perizia, di senso di responsabilità e di valore“. Può essere conferito anche in occasione di operazioni militari compiute in tempo di pace, “alla memoria” e “alla Bandiera”. Cinque le classi di merito previste: Cavaliere di Gran Croce, Grande Ufficiale, Commendatore, Ufficiale e Cavaliere. Pagina Internet istituzionale dell’Ordine Militare d’Italia . |
Articoli correlati: Ordine Militare d’Italia 2019