Letti per voi: La Real Casa di Borbone Parma
Riportiamo di seguito una presentazione dettagliata de “La Real Casa di Borbone Parma”, che gentilmente l’autore ci ha inviato.
L’autore
Classe 1961, magistrato, socio del Centro Studi Piemontesi e della Società per gli Studi storici, archeologici e artistici della provincia di Cuneo, si è occupato di araldica nei ducati di Parma e Piacenza pubblicando più volte in argomento, in particolare, nell’ambito del volume collettaneo “L’Ordine Costantiniano di San Giorgio. Storia, Stemmi e Cavalieri” (Parma, 2002), ha redatto le blasonature e le note di commento ad un’ampia selezione di stemmi presenti nello stemmario ottocentesco dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio di Parma, con un’introduzione storico-araldica sulla formazione dello stemmario.
Contenuto
Il libro propone la ricostruzione storica dell’araldica utilizzata dai Borbone Parma durante il loro governo del ducato parmense.
Struttura
Il volume è aperto da un messaggio “al lettore” in cui l’autore narra succintamente la genesi dell’opera, quindi, dopo l’”Elenco delle abbreviazioni utilizzate”, segue un’introduzione in cui viene presentata la “Struttura del presente lavoro”.
Nel primo capitolo (sottocapitoli “I Borbone Parma, infanti di Spagna”, “I primi Borbone duchi di Parma e Piacenza”, “I Borbone Parma re di Etruria”), sono analizzati gli stemmi innalzati da Carlo di Borbone come duca di Parma e Piacenza (1731-1736), da suo fratello Filippo, capostipite dei Borbone Parma, e dal figlio di questi Ferdinando, duchi di Parma, Piacenza e Guastalla dal 1748 al 1802, ed ancora dai Borbone Parma come re di Etruria (1801-1807).
Il secondo capitolo (sottocapitoli “I Borbone Parma a Lucca. Gli anni della duchessa Maria Luisa”, “I Borbone Parma a Lucca. Gli anni del duca Carlo Lodovico”) è dedicato agli stemmi dei Borbone Parma come duchi di Lucca (1817-1847), periodo caratterizzato da innovazioni araldiche di rilievo, la più importante delle quali fu la decisione presa dal duca Carlo Lodovico di differenziare, per la prima volta, lo stemma familiare dei Borbone Parma da quello dei Borbone Spagna mediante la peculiare sovrabrisura delle conchiglie d’argento.
Nel terzo capitolo (sottocapitoli “Da Carlo Lodovico a Carlo II”, “La nascita dello stemma”, “ Da Carlo II a Carlo III”, “La struttura dello stemma”), viene analizzata la formazione degli stemmi adottati dai Borbone Parma a partire dal gennaio 1848, come duchi di Parma, Piacenza e Stati annessi; basandosi sulla documentazione esistente presso alcuni fondi dell’Archivio di Stato di Parma viene qui descritto il processo di crescente arricchimento di questi stemmi, culminato nelle “Regie Armi” approvate da Carlo III il 26 gennaio 1852, e viene messo in evidenza il ruolo importante avuto in questo processo da Amadio Ronchini, archivista dello Stato e segretario della Consulta Araldica.
Nel capitolo quarto (sottocapitoli “ Farnese (per i ducati di Parma e Piacenza)”, “Gonzaga (per il ducato di Guastalla)”, “Assia-Darmstadt (per il feudo di Polesine con Santa Franca)”, “Medici (per i territori ex toscani della Lunigiana Parmense)”, Malaspina (per gli ex feudi imperiali della Lunigiana parmense)”, “Savoia (di alleanza)”, “Da Correggio (per Bazzano e Scurano)”, “Pallavicino (per lo Stato Pallavicino)”, “Paleologo (per il Gran Magistero dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio)”, “Landi di Bardi (per lo Stato Landi)”, “Borbone Parma (arma di origine)” vengono passati in rassegna ed analizzati i singoli “punti” dello stemma ducale, presenti nelle due versioni del 1848 e del 1852; per ciascuno di essi sono riassunte le contrastanti interpretazioni dei singoli “quarti” date in passato da studiosi diversi, e, attraverso il confronto con quanto emerge dalla documentazione di archivio, si propone la lettura ritenuta storicamente corretta.
Il capitolo quinto (sottocapitoli “Gli ornamenti esteriori dello stemma: corona, manto, supporti”, “Ordine dello Spirito Santo”, “Ordine del Toson d’oro”, “Ordine Costantiniano di San Giorgio”, “Le Decorazioni lucchesi per il merito. Il Real Ordine del Merito sotto il titolo di San Lodovico”) è dedicato agli ornamenti esteriori dello stemma: corona, supporti, manto, insegne di ordini cavallereschi. Partendo quindi dalle insegne equestri presenti nelle “Regie Armi” approvate dal duca Carlo III il 26 gennaio 1852, per ciascun ordine cavalleresco viene delineata la serie dei conferimenti a favore dei Borbone Parma (Spirito Santo, Toson d’oro), ovvero il ruolo avuto dai singoli duchi come sovrani dell’ordine (Ordine Costantiniano, San Lodovico), nel contesto più ampio delle vicende storiche che li videro coinvolti.
Caratteristiche
Il volume principalmente testuale con poche immagini e solo alcune a colori, si presenta in formato tascabile, ma abbastanza corposo, con copertina e sovracopertina morbide, carta commerciale, valorizzata dalla colorazione crema, grafica semplice ma professionale.
A caratterizzare la pubblicazione è il taglio storico-giuridico che l’autore le conferisce, con precisi riferimenti storico-documentali, conservando però una notevole freschezza espositiva, che rendono il lavoro accessibile a tutti e piacevole alla lettura. Il limite maggiore del lavoro va ricercato nella documentazione accompagnatoria, limitata per quanto riguarda le immagini, assente per quanto riguarda i documenti, di cui comunque vengono forniti i riferimenti con precisione.
“La Real Casa di Borbone Parma – storia araldica”, di Attilio Offman, Nino Aragno Editore, 2016, formato 15 x 23 cm, 302 pagine, copertina con sovracoperta morbide, illustrato, parzialmente a colori, 20,00 euro.
Il sito dell’editore: Nino Aragno Editore
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