Lo stemma di monsignor Giuseppe La Placa
Lo scorso 8 maggio papa Francesco ha nominato vescovo di Ragusa monsignor Giuseppe La Placa.
Monsignor La Placa è nato il 16 novembre 1962 in provincia di Caltanisetta, divenendo sacerdote il 29 giugno 1986; farà il suo ingresso nella diocesi di Ragusa il 16 luglio, e nell’occasione riceverà l’ordinazione episcopale.
Con il nuovo incarico monsignor La Placa ha anche presentato lo stemma elaborato per lui da Renato Poletti, stemma che lo accompagnerà nel suo nuovo ministero:
Uno scudo “bucranico”, di foggia rinascimentale, frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica e una croce “trifogliata” in oro con cinque gemme rosse per indicare le Cinque Piaghe di Cristo.
Descrizione araldica (blasonatura) dello scudo
“Partito d’azzurro e d’oro: nel primo alla stella d’argento, nel secondo alla torre al naturale, aperta e finestrata di tre del campo, sormontata da una colomba al naturale, posta di fronte, al volo spiegato e nimbata d’oro; al capo di rosso, caricato di un agnello d’argento, rivoltato, tenente una banderuola dello stesso, crociata di rosso, nimbato e accovacciato su di un libro chiuso d’oro da cui pendono sette sigilli dello stesso”.
Il motto
IN SIMPLICITATE CORDIS (Sap 1, 1)
Per il proprio motto episcopale Mons. La Placa ha scelto queste parole tratte dal primo versetto del primo capitolo del Libro della Sapienza: “Amate la giustizia, voi che governate sulla terra, rettamente pensate del Signore, cercatelo con cuore semplice” – “Diligite iustitiam qui iudicatis terram, sentite de Domino in bonitate et in simplicitate cordis quaerite illum”.
Interpretazione
L’Agnello Pasquale è notoriamente simbolo di San Giovanni Battista, in quanto sue sono le parole con cui indica Gesù ai presenti, come esposto nel Vangelo di Giovanni: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo!” (Gv 1, 29). Tale figura, posta in “capo” allo scudo richiama la Diocesi di Ragusa il cui Patrono è appunto il Battista, il Precursore.
Lo sfondo dell’Agnello è in rosso, il colore dell’amore e del sangue: l’amore intenso e assoluto del Padre che invia il Figlio, l’Agnello appunto, a versare il proprio sangue per noi.
La stella è diffuso simbolo mariano nell’iconografia classica della Chiesa; la luce che ci guida fin dall’inizio della nostra vita terrena verso la protezione della Nostra Madre celeste che intercede per noi presso Suo Figlio. In araldica ecclesiastica, spesso, Gesù Cristo viene rappresentato con una stella a otto punte, anche per richiamare le Beatitudini, mentre Maria è la “Stella matutina” delle litanie lauretane; questo giustifica l’uso della stella a sette punte, una in meno della stella di Cristo in quanto, nella storia, Ella Lo precede.
L’ azzurro è il colore simbolo della incorruttibilità della volta celeste, delle idealità che salgono verso l’alto e rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio.
La torre costituisce omaggio al paese natio di Mons. La Placa, Resuttano, nei cui dintorni ha sede questo manufatto fortificato del sec. XIV, forse sorto su resti di una costruzione normanna. Tale antico edificio campeggia, infatti, anche sullo stemma comunale della cittadina.
La colomba aureolata (o nimbata), è comunemente il simbolo dello Spirito Santo. Posta sulla torre, essa richiama l’elezione a Vescovo di un figlio di Resuttano e l’invio per la missione nella Chiesa di Ragusa, richiamando così Lc 4, 18-19: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore».
La “campitura” su cui insistono questi due simboli è in oro, il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima Virtù: la Fede. È infatti grazie alla Fede che possiamo comprendere appieno
il messaggio d’amore e di salvezza che lo Spirito Santo, incessantemente, porta ai nostri cuori e alle nostre menti.
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