Decadenza dei requisiti nobiliari e vita comunitaria per l’Ordine di Malta
Lo scorso 8 giugno il Cardinale Silvano Maria Tomasi, Delegato Speciale del Papa presso il Sovrano Ordine di Malta ha incontrato i membri del Primo Ceto dell’Ordine di Malta per – indica una nota stampa emessa dallo stesso Ordine di Malta – “fare il punto sul processo di rinnovamento spirituale in cui è impegnato l’Ordine, sull’aggiornamento della Carta Costituzionale e del Codice, sugli aspetti che andranno ad incidere sulla vita dei religiosi e sulla complementarietà di tutti i membri nel perseguire il carisma dell’Ordine: il servizio agli ammalati e ai poveri e l’esempio di una vita cristiana coerente“.
Nell’occasione è stata realizzata un’intervista in cui il prelato annuncia alcuni delle più significative innovazioni che interesseranno la vita dell’Ordine, come la decadenza dei requisiti di nobiltà per accedere alle cariche più importanti (a partire dal Gran Magistero), il rafforzamento dei voti religiosi e della vita comunitaria del Primo Ceto, e incarichi nelle opere dell’Ordine per un loro impegno a tempo pieno che li sosterrà anche da un punto di vista materiale.
Di seguito il testo integrale dell’intervista:
Eminenza ci conferma che tra gli elementi principali della riforma vi è l’armonizzazione delle norme melitensi con il Codice di Diritto Canonico, tra cui il rafforzamento dei voti religiosi e della vita comunitaria del Primo Ceto?
Un obiettivo chiave del rinnovamento in corso, come è stato ribadito più volte, è di salvaguardare e rafforzare l’originalità e l’identità dell’Ordine di Malta come ordine religioso laicale della Chiesa cattolica.
Questo obiettivo passa attraverso un’iniziativa importante come è quella di condurre la vita dei Professi ad un impegno più integrato nelle opere dell’Ordine e provvedendo loro la possibilità, per esempio, di praticare con maggior coerenza il voto di povertà e la vita comunitaria.
Siamo tutti d’accordo nel ritenere auspicabile che i Professi possano essere impegnati – non solo part-time come purtroppo avviene oggi che sono costretti a guadagnarsi da vivere con una professione civile – ma per la totalità del loro tempo nelle attività dell’Ordine in favore dei più bisognosi.
Su che basi verrà quindi regolata la vita degli appartenenti al Primo Ceto?
Nel vivere il carisma dell’Ordine di Malta ed i loro voti, i Professi, per quanto possibile, dovranno poter essere occupati nelle attività dell’Ordine secondo le loro specifiche competenze. Ovviamente l’Ordine sosterrà le loro spese per vivere. Questo diverso impegno dei Professi avrà numerosi vantaggi:
– non saranno più costretti ad avere una professione al di fuori dell’Ordine;
– vivranno in maniera totalizzante il loro impegno nell’Ordine;
– potranno, se è possibile, vivere in comunità con altri Professi;
– rafforzeranno con la loro stessa presenza la spiritualità delle opere dell’Ordine, rendendoli più visibili e di esempio per tutti gli altri membri.
La questione dell’osservanza del voto di povertà sarà risolta perché l’Ordine li sosterrà economicamente.
Visto che le norme attuali limitano fortemente il numero di candidati alla carica di Gran Maestro, come verranno modificati i requisiti per la sua eleggibilità?
I requisiti nobiliari oggi esistenti per l’elezione a Gran Maestro limitano fortemente il numero di candidati. Oggi solo 11 Professi hanno i requisiti per essere eletti Gran Maestro. Alcuni di loro hanno superato gli ottant’anni ed alcuni addirittura i novanta. Per questo motivo la nuova Costituzione prevede la rimozione dei requisiti nobiliari per l’elezione. L’obiettivo è quello di permettere all’Ordine di eleggere un Gran Maestro tra un maggior numero di candidati. Stiamo parlando comunque sempre di Cavalieri Professi di voti solenni.
Il nuovo impegno di vita dei Professi, che liberati dalle professioni civili, potranno contribuire a tempo pieno nelle opere dell’Ordine potrà essere di stimolo a nuove vocazioni?
Certo, si auspica che sia così. La pastorale vocazionale è una responsabilità di tutti i membri dell’Ordine. Negli ultimi 15 anni un numero ridotto di nuove vocazioni – che ha faticato a pareggiare quello dei Professi che sono deceduti – ha portato all’attuale situazione. Sono convinto che la richiesta del Santo Padre di “riaffermare il profilo dei Professi secondo l’identità della vita consacrata nella Chiesa” costituisce una sfida che interessa i giovani di oggi.
Del resto, le modifiche costituzionali e del Codice riflettono quanto il Concilio Vaticano II insegna sul rinnovamento della vita religiosa.
Se in futuro l’Ordine offrirà di nuovo ai membri Professi incarichi nelle opere dell’Ordine e li sosterrà materialmente – pratica abbandonata dopo la perdita di Malta nel 1798 da parte dell’Ordine – questo libererà i membri Professi dalla necessità di guadagnarsi da vivere con le professioni civili. I futuri professi potranno vivere pienamente il proprium dell’Ordine: “tuitio fidei et obsequium pauperum”.
Le vocazioni vengono da Dio, ma dobbiamo collaborare con Lui con la preghiera, il buon esempio ed una buona programmazione. La riforma deve servire anche a questo scopo e rendere le vocazioni all’Ordine più attraenti per i candidati più giovani.
È vero che la formazione rivestirà un ruolo importante a tutti i livelli e per tutti i Ceti?
La formazione teologica e spirituale di tutti i membri dei tre ceti, così come la preparazione prima dell’ammissione ai diversi ceti dell’Ordine diventerà un punto essenziale come risultato della riforma. Non è mai stato definito un programma unico e moderno per la formazione dei nuovi Professi. Il nuovo periodo di noviziato offrirà una combinazione interessante di formazione teologica e spirituale e di impegno nell’assistenza delle persone bisognose.
Che tempi prevede per la conclusione di questa riforma?
E’ difficile oggi fare delle previsioni. Siamo a buon punto ma altro lavoro è ancora necessario. Stiamo accelerando il processo per arrivare al più presto alla vita normale dell’Ordine che tutti desideriamo sia nella Chiesa e nella società odierna una testimonianza di carità autentica e di speranza per tutti.
L’Ordine di Malta Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta, comunemente abbreviato in Sovrano Militare Ordine di Malta o anche semplicemente in Ordine di Malta, in sigla SMOM, ma noto pure come Ordine Gerosolimitano, è un ordine religioso dipendente dalla Santa Sede, riconosciuto da una parte della dottrina, seguita dalla giurisprudenza italiana e da gran parte della comunità internazionale, come soggetto di diritto internazionale, pur essendo ormai privo del requisito della territorialità. Dal 1834 l’Ordine ha sede a Roma in via Condotti, presso piazza di Spagna; è presente in oltre 120 paesi con iniziative a carattere benefico ed assistenziale. Qualificandosi come ente sovrano la sua sede, il Palazzo Magistrale e la Villa di Santa Maria del Priorato sull’Aventino, godono dello status di extraterritorialità. Sempre in virtù di tale condizione ampiamente riconosciuta dalla comunità internazionale, lo SMOM detiene un seggio come Osservatore presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) dal 1994. Il suo motto è Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum (traduzione dal latino: Difesa della fede e aiuto ai poveri). L’Ordine batte una sua moneta numismatica, lo scudo maltese, emette propri francobolli, immatricola veicoli con targa SMOM, e celebra la sua festività nazionale il 24 giugno. Dallo SMOM dipendono 6 Gran Priorati e 48 Associazioni nazionali che riuniscono i cavalieri e le dame a seconda del loro paese di residenza. In Italia sono tre i Gran Priorati: Lombardia e Venezia, Roma, Napoli e Sicilia. L’Ordine di Malta è il principale successore dell’antico ordine dei Cavalieri Ospitalieri, fondato nel 1050 e reso sovrano il 15 febbraio 1113, l’unico di fede cattolica e riconosciuto dalla Santa Sede. Sono numerose le iniziative imitatrici dell’Ordine di Malta nel mondo, anche per questo, insieme al Venerabile Ordine di San Giovanni nel Regno Britannico (il nome completo dell’Ordine è Gran Priorato nel Regno Britannico del Venerabile Ordine di San Giovanni di Gerusalemme), all’Ordine Evangelico di San Giovanni (o Johanniterorden) derivante dall’antico Baliaggio di Brandeburgo, e ai due Ordini Giovanniti (distaccatisi dall’Ordine tedesco) di Svezia e dei Paesi Bassi hanno formato l’Alleanza dei Cavalieri ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Sito istituzionale del Sovrano Ordine di Malta . |
Scheda di approfondimento I membri del Sovrano Ordine Militare di Malta I MEMBRI I membri devono avere una condotta esemplare seguendo gli insegnamenti e i precetti della Chiesa cattolica e devono dedicarsi alle attività di assistenza dell’Ordine. Essi possono essere considerati: – in funzione della loro storia familiare (e dunque appartenenti a quattro diverse “categorie“) – in funzione dell’impegno assunto nei confronti dell’Ordine (e dunque appartenenti a tre diversi ceti) LE “CATEGORIE” Sono quattro le “categorie” cui possono appartenere i membri dell’Ordine: Cavalieri e Dame di Onore e Devozione Per essere ammessi tra i Cavalieri di Onore e Devozione, occorrono: – 4/4 di nobiltà per 200 anni, oppure: – 250 anni di nobiltà per la linea paterna oltre a 200 anni degli altri 2/4 oltre alla sanatoria per 1 ava, oppure: – 300 anni di nobiltà per la linea paterna oltre a 200 anni degli altri 2/4 oltre alla sanatoria per 1 ava, oppure: – 350 anni di nobiltà per la linea paterna oltre a 200 anni di 1 altro quarto oppure: – 450 anni di nobiltà per la linea paterna Cavalieri e Dame di Grazia e Devozione Per essere ammessi tra i Cavalieri di Onore e Devozione, occorrono: – 200 anni di nobiltà della linea paterna oltre ad avere madre nobile o di dignitosa posizione sociale da almeno 3 generazioni, oppure: – più di 100 anni della linea paterna oltre a 100 anni del quarto materno Cavalieri e Dame di Grazia Magistrale Riservata ai membri con una una nobiltà più recente rispetto ai precedenti, oppure non nobili Donati Membri non nobili, ma con benemerenze verso l’Ordine I CETI Secondo la Carta Costituzionale, i membri dell’Ordine di Malta vengono divisi in tre ceti: Primo ceto – Professi Gli appartenenti al primo ceto devono emettere la Professione dei Voti di povertà, di castità e d’obbedienza, con lo scopo di perseguire la perfezione evangelica. Sono religiosi a tutti gli effetti, secondo i dettati del Diritto canonico. Non sono obbligati alla vita in comune e si dividono in due tipologia: – Cavalieri di Giustizia (con i requisiti dei Cavalieri di Onore e Devozione), ovvero Professi – Cappellani Conventuali Professi Secondo ceto – in Obbedienza I membri appartenenti al secondo ceto, in virtù della Promessa di obbedienza, si obbligano a vivere secondo i principi cristiani e secondo quelli relativi allo spirito dell’Ordine. Sono suddivisi in tre categorie: – Cavalieri e Dame di Onore e Devozione in Obbedienza – Cavalieri e Dame di Grazia e Devozione in Obbedienza – Cavalieri e Dame di Grazia Magistrale in Obbedienza Terzo ceto – di Devozione Il terzo ceto è costituito dai membri che non emettono Voti religiosi, né Promessa, ma vivono secondo i principi della Chiesa e dell’Ordine. Sono suddivisi in sei categorie: – Cavalieri e Dame di Onore e Devozione – Cavalieri e Dame di Grazia e Devozione – Cavalieri e Dame di Grazia Magistrale – Donati e Donate di Devozione – Cappellani Conventuali “ad honorem” – Cappellani Magistrali . |
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