Qual è il femminile di “cavaliere”?
In una rubrica pubblicata dal quotidiano digitale Linkiesta, l’Accademia della Crusca interviene su una questione abbastanza scontata per chi si interessa di ordini cavallereschi, ma decisamente intrigante per il pubblico più generalista, che della materia abitualmente non si interessa, ovvero quale sia il femminile di Cavaliere.
Il prestigioso istituto linguistico, chiarito innanzitutto che con l’indicazione generica di cavaliere ci si può riferire ad una pluralità di significati (persona che va a cavallo, soldato a cavallo, appartenente alla cavalleria, membro di un ordine cavalleresco, nobiluomo o gentiluomo, partner di una donna nel ballo), per ciascuno dei quali il corrispondente femminile può assumere forme proprie diverse (come amazzone nel caso di una persona di sesso femminile che vada a cavallo), si sofferma proprio sul caso del Cavaliere inteso come membro di un ordine cavalleresco, e pur ammettendo che in tale ambito la declinazione femminile possa essere Dama (come comunemente è accettato da chi tali ambiti frequenta), nega a tale termine il carattere di ufficialità a tale uso, osservando che nelle nomine operate in ambito repubblicano (Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Ordine Militare d’Italia, Ordine al Merito del Lavoro, Ordine della Stella d’Italia) il nome dell’onorificenza resta al maschile anche quando viene concessa a donne, chiosando dunque “un titolo ufficiale esige una decisione ufficiale, e dunque un intervento di carattere normativo, di natura politica e amministrativa“.
Per leggere per esteso l’intervento dell’Accademia della Crusca
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