Uno stemma per il Comune di Riva del PO
Riva del Po è un comune di oltre 7.000 abitanti della provincia di Ferrara, nato il 1° gennaio 2019, dalla fusione dei comuni di Berra e Ro.
Le due unità amministrative che hanno dato vita all’aggregazione già facevano uso di un proprio emblema araldico, sebbene quello di Ro fosse araldicamente ineccepibile e frutto di una concessione reale del 1916, mentre quello di Berra fosse stato assunto liberamente dall’amministrazione locale, senza che la sua posizione sia mai stata regolarizzata (va infatti ricordato che per legge gli stemmi degli enti territoriali devono essere frutto di una specifica concessione del Presidente della Repubblica o del re, se la concessione è avvenuta prima dell’avvento dell’attuale sistema di governo), e forse anche per questo presentava alcune criticità tecniche.
Ora gli amministratori del nuovo comune nato dall’unione, hanno correttamente deciso di richiedere la concessione di uno stemma civico all’Ufficio Araldico presso la Presidenza del Consiglio, ufficio che cura questo genere di pratiche, le quali – quando perfezionate – sfociano nella concessione da parte del Presidente della Repubblica.
Un iter ineccepibile, che però gli amministratori locali hanno voluto far precedere da un’iniziativa discutibile, indicendo un sondaggio popolare con cui scegliere un bozzetto fra tre proposti, da sottoporre all’Ufficio Araldico per la Concessione Presidenziale, ponendo in qualche modo l’ufficio pubblico preposto e lo stesso Presidente della Repubblica, d’innanzi ad una sorta di “fatto compiuto”. Un’operazione discutibile sul piano procedurale, ma anche sul piano pratico, visto che gli emblemi sottoposti a valutazione popolare presentavano non poche criticità araldiche, criticità che ovviamente il cittadino comune non è assolutamente in grado di rilevare e tanto meno di valutare.
Ad ogni modo, lo scorso 11 marzo, il Comune di Riva del Po ha messo on line i risultati del sondaggio, come da istogramma di seguito riportato.
Ora dunque sarà l’Ufficio Araldico presso la Presidenza del Consiglio a dover esaminare quanto “proposto” dal Comune e decidere se sollevare le osservazioni del caso, o se chiudere un occhio facendo passare la soluzione proposta – e le relative incongruenze araldiche – come frutto di un’autonoma decisione del Presidente Mattarella.
Articoli correlati: Barberino Tavernelle al lavoro per il proprio stemma