Discorso al Corpo Diplomatico presso l’Ordine di Malta
Lo scorso 21 gennaio il Luogotenente di Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta, S.E. Fra’ Marco Luzzago, ha tenuto il tradizionale discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso il Sovrano Ordine di Malta, di cui di seguito si riporta il testo:
“Signor Decano, Eccellenze, Signore e Signori, a causa della pandemia che ha investito tutto il mondo, la tradizionale udienza con il corpo diplomatico quest’anno non ha potuto avere luogo. Di questo sono molto dispiaciuto. Sarebbe stata la prima occasione per incontrarvi personalmente. Confido che questo possa avvenire in un prossimo futuro. Ringrazio l’Ambasciatore del Camerun, Sua Eccellenza Antoine Zanga – Decano del Corpo Diplomatico – presente oggi in rappresentanza di tutto il Corpo Diplomatico accreditato presso il Sovrano Ordine di Malta. Le sue parole, Ambasciatore, sono un invito ad affrontare con fiducia le sfide che questo nuovo anno ci presenterà. Desidero rivolgere anche un caloroso saluto ai nuovi ambasciatori di Armenia, Georgia, Lettonia, Tailandia, Bosnia ed Erzegovina, Libano, Ecuador e Kazakistan che hanno presentato le loro Credenziali nel corso del 2020 e a quelli di Colombia, Nicaragua, Estonia ed Unione europea che hanno presentato le Credenziali questa settimana. Colgo quest’occasione per rivolgere un pensiero commosso al Principe e Gran Maestro Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, scomparso il 29 aprile scorso. Egli, nei suoi due anni nell’alto ufficio di Gran Maestro, ha saputo guidare l’Ordine con encomiabile impegno, lungimiranza, spirito di servizio ed umiltà. Non solo abbiamo perso un uomo di Dio, ma anche un Gran Maestro che con la sua semplicità, ma soprattutto il suo esempio, le sue parole ed i suoi gesti ha saputo dare armonia e serenità. Nei giorni prima di morire si era molto rammaricato di non essere stato in grado di portare a compimento la riforma della Costituzione e del Codice che era stato al centro del suo lavoro. Il suo lascito illuminerà la strada che percorremmo insieme, nel segno della fede e della speranza. Il mio pensiero riconoscente va poi a Fra’ Ruy Gonçalo do Valle Peixoto de Villas-Boas che ha assunto la guida dell’Ordine alla morte di Fra’ Giacomo in qualità di Luogotenente ad interim in un periodo molto intenso e complesso. Ci lasciamo alle spalle un anno decisamente difficile e ne affrontiamo uno ancora pieno di incertezze. Alle tensioni ed ai conflitti del mondo, ai di nuovo crescenti problemi della fame, al degrado dell’ambiente, alla questione dei rifugiati e di chi fugge dalla guerra, dal terrorismo e dalla fame, alle tante forme di violenza che umiliano e offendono la dignità umana, si somma la pandemia di Covid–19 con i suoi effetti devastanti sulla salute e sulla economia di tante nazioni. Effetti che hanno colpito fortemente il mondo occidentale industrializzato, ma ancora più duramente i Paesi poveri e le persone più fragili: gli indigenti, i disabili e gli anziani, soprattutto gli anziani soli. I dati sui contagiati e sulle persone decedute – in costante inesorabile aumento – lasciano annichiliti. Il Covid–19 rappresenta una sfida epocale per tutti noi. Il Santo Padre è stato chiaro in proposito quando ha detto, senza giri di parole, che siamo tutti sulla stessa barca e nessuno si salva da solo. La crisi pandemica ha accentuato ancora di più le gravi diseguaglianze sociali, accelerando il divario tra benestanti e poveri in termini di accesso alle cure mediche e di risorse economiche per fronteggiare la crisi. È il momento di prendere atto che a fronte di una emergenza che non conosce confini e non fa distinzioni, queste diseguaglianze sono intollerabili e dunque un nuovo modello sociale fondato sulla solidarietà e sul rispetto della dignità di ciascun individuo è un imperativo etico. Dobbiamo impegnarci tutti per rafforzare la collaborazione internazionale che si deve fondare su una rinnovata fiducia gli uni negli altri soprattutto rilanciando un sistema multilaterale che sia efficiente e condiviso. Il multilateralismo è la migliore garanzia per assicurare la pace, un armonico sviluppo economico e sociale e per tutelare anche gli Stati più piccoli stante la necessità che venga adattato ai mutati tempi di oggi.
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La pandemia non ha frenato l’attività caritatevole dell’Ordine di Malta che è alla base della nostra azione. La prima preoccupazione che abbiamo avuto è stata quella di mettere in sicurezza i nostri progetti nel mondo, proteggendo in primo luogo i nostri operatori ed i beneficiari. Si è riusciti in questo modo ad evitare di interrompere la nostra azione umanitaria. Molti dei progetti sociosanitari svolti nei 120 paesi in cui opera l’Ordine di Malta sono stati ampliati e/o convertiti in programmi di prevenzione e cura dei malati di Covid. Sin dall’inizio della pandemia lo scorso anno, i Gran Priorati, le Associazioni e i nostri corpi di volontariato e di soccorso in Italia, Germania, Francia, Austria, Ungheria, Irlanda e in molti altri paesi, si sono adoperati a sostenere i sistemi sanitari nazionali. Ospedali e reparti Covid sono stati aperti e molti degli ospedali esistenti gestiti dall’Ordine di Malta sono stati messi in sicurezza ed in alcuni di questi sono stati aperti padiglioni per malati Covid. Programmi di assistenza e di consegna di beni di prima necessità per le persone in isolamento sono stati attivati, così come servizi di trasporto per pazienti e programmi di sostegno psicologico per malati e parenti di persone malate. Molte associazioni sono riuscite a continuare le visite domiciliari di routine, garantendo assistenza medica agli anziani, molto spesso isolati e costretti a vivere in solitudine questa fase così complessa. Per le nostre strutture che ospitano anziani – penso alle oltre 70 case di residenza in Inghilterra, per esempio, e alle numerose strutture in Germania – è stato un lavoro particolarmente delicato in cui si è reso necessario interrompere le visite dei parenti e amici, implementare stringenti misure di sicurezza per proteggere la salute dei residenti, garantendo al contempo la possibilità di contatto umano attraverso mezzi tecnologici. Questo ha comportato un ripensamento delle attività quotidiane, un investimento sulla formazione del personale, e l’introduzione di nuovi strumenti. In molti paesi dell’Asia e dell’Africa, sono state realizzate campagne di sensibilizzazione e sono stati migliorati i servizi di igiene e le infrastrutture per accedere all’acqua corrente. È il caso di molti dei nostri progetti in Myanmar, Tailandia, e Cambogia dove attività di prevenzione Covid–19, tra cui campagne di informazione, distribuzione di articoli per l’igiene, punti per il lavaggio delle mani e test, si sono sommati ai programmi che l’Ordine svolge in questi paesi da molti anni, per esempio nella lotta contro il morbo di Hansen e altre malattie dimenticate. In Africa, nella Repubblica Democratica del Congo, materiale sanitario acquistato per la risposta al virus Ebola è stato riallocato per pazienti Covid–19. Nel Sud Sudan, si sono realizzati progetti per incoraggiare la prevenzione. Molti di questi programmi sono stati realizzati grazie al lavoro delle nostre missioni diplomatiche nei paesi di accreditamento. I vaccini contro il Covid–19 rappresentano la concreta speranza di tornare ad una vita normale. Occorre però che i vaccini possano essere distribuiti in tempi solleciti in tutto il mondo e senza competizioni commerciali su scala mondiale nello spirito dell’accorata esortazione di Papa Francesco nella sua ultima Lettera Enciclica ‘Fratelli Tutti’ perché “nessuno sia lasciato indietro”. Come ha ribadito il Gran Cancelliere Albrecht Boeselager nel suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre “L’Ordine di Malta condivide e sostiene con forza le parole di Papa Francesco e l’appello lanciato lo scorso marzo dal presidente tedesco Steinmeier e da altri quattro Capi di Stato. Noi crediamo che una distribuzione equa, ampia e rapida del vaccino nel mondo sia non solo etica, ma essenziale dal punto di vista scientifico per contenere le possibili nuove ondate della pandemia”. Sul piano diplomatico e scientifico, l’Ordine di Malta ha contribuito a promuovere una migliore conoscenza del virus, delle misure di contenimento e delle terapie. Il progetto “Doctor to Doctor”, una piattaforma virtuale che abbiamo ideato in marzo, consiste in una rete di esperti legati all’Ordine nel campo dell’epidemiologia e della virologia. Questi incontrano periodicamente online medici ed autorità politiche e sanitarie nei Paesi del Medio Oriente, in Africa, nel Centro e nel Sud America, per discutere le migliori pratiche e gli ultimi progressi della ricerca medica. Finora abbiamo tenuto più di una dozzina di incontri, l’ultimo dei quali è stato con Gaza, dove la situazione è drammatica: un terzo della popolazione risulta attualmente positiva e le infrastrutture sanitarie sono del tutto insufficienti. A questi incontri partecipano regolarmente alcuni dei nostri ambasciatori dei paesi in cui siamo presenti, come la Palestina, la Giordania e il Libano. A loro, così come ai tanti medici e scienziati che dedicano tempo e risorse all’iniziativa, va il mio sentito ringraziamento. Come ha recentemente ricordato il nostro Grande Ospedaliere, Dominique de La Rochefoucauld–Montbel nel suo intervento alla Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a fronte di questa minaccia sanitaria globale: “le organizzazioni internazionali e intergovernative, di pari passo con la società civile, hanno il dovere di favorire il dialogo e di promuovere lo scambio di informazioni sui risultati raggiunti”. Il numero di persone che nel mondo soffre la fame è aumentato proprio a causa della pandemia che ha colpito duramente l’economia informale di tanti Paesi emergenti e ha messo in ginocchio quei Paesi che vivevano di turismo. La pandemia ha penalizzato tutti i Paesi ma in particolare quelli che non possono ricorrere al debito per sostenere l’occupazione e l’economia. È evidente che la nostra azione umanitaria è più necessaria che mai. Proprio per arginare questo fenomeno, l’Ordine di Malta ha nominato lo scorso anno un Inviato Speciale per le nuove forme di esclusione, con il compito di analizzare le nuove cause all’origine di disabilità, emarginazione, solitudine, malattie rare. Malgrado le grandi limitazioni imposte dalla pandemia, le nostre strutture nazionali sono riuscite a proseguire le loro attività di distribuzione di pasti alle persone incapienti, fornendo consegne a domicilio di derrate alimentari e beni di prima necessità, penso per esempio ai progetti “Meals on wheels” in Lituania e Ungheria. Anche oltre oceano sono stati attivati programmi per la distribuzione di prodotti alimentari non deperibili ai residenti dei quartieri emarginati delle città della Repubblica Dominicana, nei villaggi emarginati in Perù, in Uruguay e Porto Rico. In Australia e negli Stati Uniti sono state rafforzate tutte le attività che prevedono sostegno alle persone più povere e distribuzione di beni primari e prodotti igienici.
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A questo quadro così complesso e delicato, si aggiungono i conflitti perduranti in molte aree del mondo. Dalla travagliata regione del corno e del centro Africa con la crisi nel Tigrè in Etiopia, agli scontri nella Repubblica Democratica del Congo; e poi nel grande Medioriente a partire dallo Yemen, dove non accenna a diminuire la gravissima crisi umanitaria in corso da anni, e la Siria dove dieci anni di guerra hanno distrutto una terra ricca di storia e cultura lacerando un tessuto millenario di convivenza pacifica e di dialogo tra religioni diverse. Non possiamo poi dimenticare gli irrisolti conflitti e le tensioni in corso nella regione del Caucaso, in particolare nel Nagorno Karabakh, che ha recentemente subito azioni militari che hanno provocato morte e distruzione, ed in Georgia. Mi preme, anche in questo caso, lanciare un accorato appello al pieno rispetto dei diritti umani. Al Medio Oriente ed alla Terra Santa abbiamo dedicato l’anno scorso, una conferenza alla quale hanno partecipato i nostri rappresentanti diplomatici nonché molti dei nostri operatori a capo dei nostri progetti nella regione. Ci preoccupa l’esodo dei cristiani, non solo perché si tratta della culla del cristianesimo, ma soprattutto perché i cristiani si sono dimostrati essere importante fattore di dialogo tra le differenti confessioni religiose della regione. Il Santo Padre in marzo si recherà in Iraq dove l’emorragia cristiana è aumentata ulteriormente dopo le violenze subite negli ultimi anni. Proprio in Iraq, dal 2014, nelle regioni del Kurdistan e dell’Iraq centrale, la nostra agenzia umanitaria internazionale, il Malteser International, lavora per fornire assistenza medica alla popolazione locale e agli sfollati. Particolare attenzione viene data all’assistenza medica e psicosociale delle persone traumatizzate da anni di violenze e persecuzioni. Sosteniamo inoltre programmi di sicurezza alimentare e corsi di formazione sulla produzione agricola e siamo sempre più coinvolti nella ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture della regione. Anche in Libano la nostra azione continua con una presenza sempre più incisiva. La nostra associazione, con la sua rete di centri di assistenza e cliniche mobili, cura chiunque sia nel bisogno, indipendentemente dalla confessione religiosa prevenendo quindi sul nascere eventuali tensioni interetniche. Sappiamo che il Libano si è trovato ad affrontare uno dei periodi più tragici della sua storia recente, con una gravissima crisi economica e sociale, aggravata dalla pandemia e culminata lo scorso agosto con la devastante esplosione che ha colpito Beirut. È con profonda riconoscenza che voglio ricordare il preziosissimo contributo della nostra associazione e dei suoi membri e volontari, impegnati ogni giorno in ogni parte del paese. Recentemente l’Ordine di Malta ha anche avviato dei programmi nel settore agricolo per sostenere le piccole imprese locali. Mi preme anche sottolineare il notevole impegno dei nostri medici dell’Ospedale della Santa Famiglia a Betlemme. Dal 1990 ad oggi quasi 90mila bambini sono venuti alla luce nella nostra struttura, che anche durante tutti i lockdown imposti nella regione, ha continuato a garantire cure mediche alle donne in gravidanza e ai neonati ricoverati in terapia intensiva. La Santa Famiglia è l’unico ospedale della regione in grado di curare bambini prematuri o con gravi malattie congenite grazie ad una moderna unità di terapia intensiva neonatale. Anche le cliniche mobili dell’ospedale svolgono una funzione essenziale, visitando regolarmente le zone desertiche vicine a Betlemme. Negli ultimi mesi, l’area servita si è ulteriormente ampliata su richiesta del ministero della salute palestinese. Proteggere i diritti delle minoranze resta un imperativo in un’epoca in cui il rischio di un ritorno alla logica del potere, del nazionalismo e del populismo a scapito della logica del dialogo è crescente. Noi uomini di pace, siamo chiamati a far sentire la nostra voce per garantire i diritti di tutti e di tutte le minoranze, il rispetto della dignità umana, la cooperazione internazionale e la solidarietà. Ed è proprio questo lo spirito con cui Malteser International sviluppa i suoi progetti in Bangladesh a tutela della minoranza Rohingya, da anni soggetta a discriminazioni e persecuzioni. La sua azione si concentra sui settori della salute madre-bambino, dell’igiene, della nutrizione e del sostegno psicosociale.
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Come sapete, l’Ordine di Malta presta molta attenzione all’emergenza ambientale. Gli eventi di cronaca degli ultimi mesi, con i continui incendi in Australia, gli uragani Eta e Iota che alla fine dell’anno scorso hanno devastato l’America Centrale ed in particolare Guatemala, Honduras, Nicaragua e Costa Rica, sono noti a tutti. L’innalzamento del livello delle acque dei mari rischia di far scomparire isole e Stati interi. Il degrado ambientale è un danno per la salute, minaccia il sostentamento delle persone, peggiora la qualità della vita. Popolazioni intere sono costrette a lasciare le loro terre, non solo a causa di conflitti, ma anche per via di condizioni metereologiche che rendono la vita estremamente difficile se non impossibile. Consapevoli che, come ha ammonito Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato sì” i cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, sono diversi i progetti che l’Ordine di Malta sostiene in quest’ottica. Cito il caso dell’Uganda, dove nel nord del paese l’agenzia di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta ha promosso costruzioni a emissioni zero attraverso la produzione di pannelli di alta qualità ricavati dalla paglia di riso, ovvero un prodotto di scarto. In questo modo, oltre ad aver implementato misure di tutela ambientale, sono stati creati nuovi posti di lavoro per i rifugiati sud sudanesi e la comunità locale. Anche in India il Malteser International ha attuato un progetto volto a migliorare la sicurezza alimentare e a rafforzare la resilienza delle comunità svantaggiate contro la siccità del Deserto del Thar, nel Rajasthan, che ha favorito una significativa riduzione dei tassi migratori.
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In questi giorni, così profondamente segnati dalla crisi causata dalla pandemia, il mio pensiero va all’emergenza migratoria nei Balcani. Dopo l’enorme incendio che ha devastato nei giorni scorsi il campo profughi temporaneo di Lipa, nel nord-ovest della Bosnia, una tragedia si sta consumando sulla rotta balcanica. Migliaia di persone sono ammassate in campi profughi improvvisati, sovraffollati e inadeguati. Mancano i servizi essenziali e le condizioni igieniche sono pessime. Molti migranti sono costretti a vivere al freddo con temperature ormai sotto lo zero. In fuga dalla guerra e dalla povertà, queste persone provenienti da Afghanistan, Pakistan, Iraq, Siria – dirette verso il Nord Europa – sono ora in una sorta di “limbo”, senza assistenza umanitaria, vittime di quelle politiche di respingimento che negli ultimi anni hanno creato solo disastri. Non è accettabile che queste povere persone siano sfruttate e maltrattate al fine di scoraggiare l’emigrazione di altre persone. L’Ordine di Malta ribadisce con forza la necessità di sviluppare una strategia di accoglienza che si concentri sul rispetto della dignità e dei diritti umani. Crediamo che una posizione collettiva e un’iniziativa istituzionale immediata siano necessarie per salvare queste persone e per definire regole comuni per i paesi europei che devono gestire i flussi migratori. Lo diciamo da anni: la migrazione è un fenomeno globale che richiede un approccio coordinato e transnazionale. Negli ultimi anni, l’azione del Sovrano Ordine di Malta si è concentrata molto sull’assistenza ai migranti nei Paesi di origine, transito e destinazione e nella lotta al traffico di esseri umani. Un fenomeno odioso, quest’ultimo, in cui è pesantemente coinvolta la criminalità internazionale. Il tema delle migrazioni è inoltre strettamente legato al fenomeno criminale della moderna schiavitù di cui maggiormente colpite sono le regioni più povere dell’Africa, dell’Europa Orientale, dell’America Latina e del Sud Est asiatico. La crisi scaturita dalla pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione: le limitazioni degli spostamenti, la chiusura dei confini e la riduzione dei servizi pubblici e sociali, sono tutti fattori che stanno aumentando la vulnerabilità delle persone vittime dei trafficanti di esseri umani, esponendole a tutte le forme di tratta come il lavoro forzato, matrimoni forzati, maternità forzata, vendita di bambini, prostituzione, costrizione al crimine, espianto forzato di organi. Da diversi anni l’Ordine di Malta lavora su questo fronte con due Ambasciatori at large – a Ginevra e a Lagos – impegnati nel sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della tratta degli esseri umani e nel contrastare questo inumano fenomeno. Le migrazioni restano uno dei grandi temi di interesse dell’Ordine di Malta sia sul piano diplomatico che su quello delle operazioni di salvataggio in mare, dell’assistenza, dell’integrazione dei rifugiati e dei migranti. Migliaia di migranti nel mondo muoiono ogni anno durante il loro viaggio, molti di essi annegati nel Mediterraneo. Di conseguenza, la gestione e il coordinamento dei grandi flussi migratori sono urgenti. Al riguardo, il Gran Cancelliere ha recentemente firmato con il Ministro dei Trasporti italiano un accordo che rinnova la presenza di team di medici del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine, sulle navi della Guardia Costiera italiana nell’attività di prima assistenza agli emigranti salvati in mare. Un’attività che va ad ampliare la collaborazione bilaterale per la salvaguardia delle vite umane in mare e rafforza ulteriormente l’accordo internazionale del 1991 tra la Repubblica italiana e il Sovrano Ordine di Malta in materia di assistenza in caso di gravi emergenze determinate da eventi naturali o dovute ad attività dell’uomo. Il 2020 è stato peraltro un anno importante per il nostro Corpo Italiano di Soccorso (CISOM) che ha compiuto 50 anni di attività.
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Naturalmente l’attività diplomatica bilaterale dello scorso anno ha subito gli effetti della pandemia ma ci sono molti momenti significativi che meritano di essere qui ricordati: la visita ufficiale lo scorso gennaio del Gran Maestro Fra’ Giacomo Dalla Torre in Benin dove Ordre de Malte France gestisce l’ospedale regionale di Djougou; la visita dei Presidenti della Repubblica di Malta e di Ungheria nel mese di febbraio, l’allacciamento delle relazioni diplomatiche con l’Estonia in marzo, la ratifica degli Accordi di cooperazione con Armenia, Panama e Ucraina, la nomina in dicembre dell’osservatore permanente dell’Ordine presso il Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali (ICCROM) con sede a Roma. Un esempio significativo di diplomazia multilaterale in cui siamo impegnati riguarda la libertà di religione. L’Ordine è stato invitato a far parte come osservatore dell’“International Religious Freedom and Belief Alliance” (IRFBA): un gruppo di oltre 30 Paesi costituito nel febbraio scorso dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ed impegnato sul tema della libertà di religione nel mondo. Il 17 novembre il Gran Cancelliere ha partecipato alla ministeriale on line dell’organizzazione e ha ribadito l’impegno dell’Ordine a promuovere la libertà di religione e a facilitare il dialogo e la comprensione tra le religioni. La presentazione del documento “Religions in action”, sul quale abbiamo lavorato a lungo insieme ad un selezionato gruppo di esperti religiosi, cristiani e musulmani, è stata rinviata al 2021 a causa della pandemia. Questo documento contiene principi e linee guida sul ruolo che le comunità e le istituzioni religiose possono svolgere per contribuire a risolvere le situazioni di crisi, mitigarne gli effetti sulle popolazioni interessate e migliorare l’erogazione e la distribuzione degli aiuti umanitari.
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Eccellenze, cari Ambasciatori, l’elezione a Luogotenente di Gran Maestro è stata per me inaspettata. Ho accettato l’elezione dello scorso 8 novembre con spirito di servizio, promettendo di dedicare tutto me stesso a questo alto incarico, conscio delle responsabilità che questa carica comporta anche se dalla durata limitata ad un anno. Come ho avuto modo di dire nel mio discorso subito dopo l’elezione, al centro del mio impegno vi è la riforma della Carta costituzionale e del Codice. Il mio obiettivo è di convocare un Capitolo Generale straordinario, che avrà il compito di approvare la riforma, entro la fine del mio mandato. Al cuore delle modifiche vi è il Primo Ceto dei membri dell’Ordine e la necessità di aggiornare le regole che governano la vita dei religiosi dell’Ordine all’ultima revisione del Codice di Diritto Canonico che risale al 1983. Altri aspetti importanti che verranno aggiornati dalla riforma sono la revisione dei requisiti per l’eleggibilità del Gran Maestro e il miglioramento nelle strutture governative e regionali dell’Ordine. Per concludere, desidero ricordare la figura del fondatore del nostro Ordine, il Beato Fra’ Gerardo, che nel XI secolo a Gerusalemme fondò il primo ospedale per i pellegrini che giungevano in Terrasanta, ma che offriva cure agli abitanti di ogni altra fede, fatto questo straordinario per l’epoca. Nel 2020 l’Ordine di Malta in tutto il mondo ne ha celebrato la ricorrenza dei nove secoli dalla morte. Vi assicuro che il suo insegnamento e il suo esempio sono più vivi che mai nei membri dell’Ordine di Malta. Nel ringraziare gli Ambasciatori accreditati presso il Sovrano Ordine di Malta per il prezioso contributo dato ogni giorno nella promozione dei valori condivisi della pace, umanità e aiuto alle persone nel bisogno, auguro con tutto il cuore che il 2021 porti a tutti noi e al mondo interno nuove speranze di pace e un futuro più luminoso.“
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