Sotto il segno del biscione

Questa sera, martedì 1° ottobre, alle ore 18.00 per iniziativa della Civica Biblioteca d’Arte del Comune di Milano, si terrà presso la Sala studio della stessa istituzione, all’interno del Castello Sforzesco, la conferenza dal titolo “Sotto il segno del biscione, tra mito, storia e araldica” di Gianfranco Rocculi.

La conferenza si basa su ricerche iconografiche, iconologiche e sull’analisi scientifica d’immagini araldiche alla luce di molteplici letture possibili, relative all’antica strategia di visualizzazione e alla raffinatissima progettazione che la dinastia dei Visconti ha usato per i propri fini politico-encomiastici e di legittimazione del potere. Si tratta di un’indagine che, quale disciplina documentaria della storia, si propone di considerare i reperti attraverso prospettive diverse da quelle fornite da fonti letterarie e dalla storia dell’arte, ma a esse complementari.
Mitiche leggende intrise di storie fantastiche, riprese e sviluppate nel tempo da antiquari e storici cinque-seicenteschi avvolgono le remote origini del simbolo del serpens o del draco le cui connotazioni simili sfumavano tra loro nel mondo medievale tanto da renderli spesso non distinguibili e quindi intercambiabili. Fascinoso è il ripercorrere a ritroso il molteplice sviluppo del mito del serpente-drago il cui codice iconografico ha ispirato misteriose leggende e ne è stato ispirato. Un mondo estremamente ricco e complesso la cui elaborazione ed armonizzazione, alla luce del supporto delle attuali fonti, appare arduo compito, lontano da certezze esaustive. L’insegna araldica della stirpe dei Visconti con «la vipera che Melanesi accampa» di dantesca memoria è senza dubbio una delle più remote e ricche di simbologie. Al 1288 risale il primo fondamentale documento. In quell’anno è Bonvesin de la Riva, maestro di scuola appartenente al Terz’Ordine degli Umiliati, che attesta il conferimento ai Visconti del privilegio d’innalzare il vessillo raffigurante una vipera per contraddistinguere il luogo dove l’esercito comunale si sarebbe acquartierato. Mezzo secolo più tardi sarà lo scriba dell’Arcivescovo Giovanni Visconti, il frate domenicano Galvano Fiamma, a reintrodurre un’aura di mito con il descrivere dettagliatamente l’impresa del serpente attorcigliato divorante un uomo, precisando come l’arma fosse stata conquistata al Re saraceno Voluce che la portava istoriata sullo scudo, da Ottone Visconti che l’aveva sconfitto in duello sotto le mura di Gerusalemme, durante la prima crociata. Si trattava di una “bestia”, la “bissa” del dialetto lombardo che dà il nome al biscione visconteo, figura vigorosa e forte, dai tratti chimerici e fantastici più vicina al drago che non al serpente.
L’immagine grafica del biscione, viene utilizzata dai singoli Visconti nelle proprie strategie politiche comunicative, non solo in scudi, bandiere, vessilli, diplomi, ma anche in monumenti, edifici pubblici, castelli e ovviamente in armature, cimieri, monete e sigilli, dapprima isolata poi variamente incrementata da altri simboli come i gigli, l’aquila imperiale e le varie imprese che appaiono ripetersi nelle più diverse forme ma con estenuante continuità.
Attraverso l’analisi accurata di un vasto numero di reperti che costituiscono il prezioso materiale iconografico rinvenuto, si è cercato d’individuare quali fossero i principali criteri aggregativi della peculiare “ars combinatoria”. Nonostante la patina di uniformità che a prima vista sembra appiattire ogni elemento, si sono analizzate in sequenza le più cospicue tracce araldiche di cui si è potuto disporre, ricomponendo i frammenti sparsi di una preziosa storia del pensiero simbolico, ricco di valenze emotive ed echi remoti.

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Gianfranco Rocculi, laureato in Architettura presso il Politecnico di Milano, svolge attività di libero professionista. Suoi principali interessi, quale Cultore della Materia, sono focalizzati nell’Archeologia Medioevale e nelle Scienze Documentarie della Storia, con particolare attenzione allo studio di reperti araldici e imprese. Le sue più recenti ricerche si sono concentrate nel periodo visconteo-sforzesco. Membro di numerose associazioni storico-araldiche italiane e internazionali quali SSL-Società Storica Lombarda, SISA-Società Italiana di Studi Araldici (Segretario), IAGI-Istituto Araldico Genealogico Italiano (Socio Corrispondente), SSA-Società Svizzera di Araldica e IIC – Istituto Italiano dei Castelli (Consigliere Nazionale), ha al suo attivo numerose conferenze e pubblicazioni. Sue sono le recenti schedature dei reperti araldici del Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano.

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L’immagine che caratterizza il sito “Araldica viscontea-sforzesca”

1 Ottobre 2019
Redazione

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