Societas Internationalis Studiorum Dynasticorum
Lo scorso 6 luglio, con un pubblico annuncio, Andrea Borella, direttore dell’ “Annuario della Nobiltà Italiana” ha annunciato la fondazone della “Societas Internationalis Studiorum Dynasticorum”.
Di seguito riportiamo il testo di tale annuncio:
“per la Societas Internationalis Studiorum Dynasticorum
sua fondazione
« Per tutte le famiglie reali la fedeltà alle proprie leggi tradizionali è una condizione indispensabile di esistenza. Questa fedeltà è l’unica salvaguardia delle famiglie reali deposte. Senza questa fedeltà ci sarebbero solo il capriccio e l’arbitrio, con tutte le loro conseguenze: l’invasione, la violazione dei diritti degli altri, conflitti e rovine. » (Filippo VIII d’Orléans, dichiarazione del 15 luglio 1901)
Cari lettori,
il 30 maggio 2016 davo notizia del nuovo progetto “Guida Genealogica e Dinastica delle Famiglie Reali e dell’Alta Nobiltà nel Mondo”.
E’ la prima volta che si tenta di pubblicare una guida di questo tipo, che unisca cioè sia l’aspetto genealogico, sia la successione dinastica di queste famiglie alla luce delle diverse leggi dinastiche di ciascun Casato.
Da allora moltissima strada è stata fatta e questo progetto coinvolge attualmente decine di persone nel mondo, ognuna esperta in una o più case reali, o gruppi dinastici, e del loro diritto dinastico.
Appassionanti dibattiti e confronti con vari studiosi di queste materie si sono sviluppati nel corso di questo ultimo anno.
Nonostante la mia nota avversione a società, accademie e simili, se non finalizzate ad un progetto preciso, è emersa la necessità di creare un gruppo di studi internazionale dedicato specificatamente allo studio delle leggi dinastiche e delle successioni negli Stati monarchici o già monarchici, o retti o già retti da aristocrazie basate sul principio ereditario.
Nelle monarchie ereditarie l’ordine di successione determina chi sarà il nuovo monarca quando il sovrano in carica morirà o abdicherà. Tale ordine di successione, in genere, indica un processo di selezione, per legge, che viene applicato per indicare quale parente del sovrano precedente, o altra persona, ha il diritto di succedere, e quindi ha il diritto di assumere il trono.
Particolare importanza riveste lo studio di questi aspetti quando la dinastia in oggetto non è regnante proprio perché tanti aspetti di queste leggi sono ignorati persino da coloro che scrivono abitualmente di queste materie.
Spesso la linea di successione è limitata alle persone di sangue reale, con varie esclusioni (matrimoni morganatici, ipogamici, non ammessi, non autorizzati), cioè a quelle legalmente riconosciute come nate o discendenti della dinastia regnante o da quella di un sovrano precedente. Le persone in successione per ascendere a un trono sono chiamate dinastia. Costituzioni, statuti, leggi interne alla casa e norme possono disciplinare la linea di successione e l’ammissibilità dei potenziali successori al trono.
Le leggi di successione non hanno per oggetto lo Stato, bensì la dinastia che ha giurisdizione sovrana sullo Stato. Per questo motivo, talvolta, dette leggi non si trovano espresse nelle Costituzioni dei Regni, in quanto queste ultime regolano i rapporti tra gli organi dello Stato o stabiliscono i principii fondamentali della convivenza civile nello Stato, mentre per la successione si rinvia, più o meno esplicitamente, a norme – scritte o non scritte – particolari e proprie della dinastia.
Talvolta uno Stato dispone di una propria legge di successione che può divergere da quella della dinastia regnante, come nei casi dell’Hannover o del Lussemburgo.
Molte della materia inerente le leggi dinastiche case reali non più regnanti è oggi solo disordine e confusione.
Un panorama tristissimo punteggiato da menzogne, omissioni, falsi esperti che mirano, nella migliore ipotesi, a procacciarsi onori e cavalierati per sé e amici o sodali, principi fasulli e ordini cavallereschi contraffatti.
Oltre alle numerose truffe e ciarlatani esistenti, raramente perseguiti dalle leggi, almeno in Europa (fatta salva qualche notevole eccezione) c’è una diffusa ignoranza delle leggi internazionali e naturali che governano i diritti dinastici.
Questo triste stato di cose non deve continuare.
Ecco quindi che oggi, dopo molti ripensamenti, do notizia della creazione della “Societas Internationalis Studiorum Dynasticuorum”.
La mia piccola esperienza nell’Annuario della Nobiltà e la compilazione della parte I, dedicata alle Case Reale, mi ha insegnato questi studi sono spesso provocatori, in quanto portano in luce verità giuridiche e documentali che sono relativamente sconosciute, male interpretate o totalmente incomprese.
Purtroppo quando si studiano questi argomenti molti partono da una idea preconcetta, alle volte maggioritaria, ma destituita da qualunque fondamento storico-scientifico.
L’effetto di queste verità legali può essere destabilizzante per alcuni, specie per quelli che attorno a certe dinastie, sovente non regnanti, talvolta non legittime, hanno costituito piccoli o grandi centri di potere, troppo spesso fonte di distribuzione di ordini, onori ed onorificenze, non sempre legittime, approfittandosi della mancanza di araldi e giuristi esperti che assistano i Principi nelle questioni dinastiche e dalla quasi universale ignoranza del pubblico, oppure che, molto più prosaicamente, hanno ricevuto qualche ordine o qualche medaglia da taluni erroneamente identificati come depositari di una fons honorum.
Oggi si assiste anche al fenomeno di persone che, con pochissimo o nullo lustro, ricevono ordini cavallereschi apparentemente altisonanti, fenomeno tipico dei nostri tempi.
A tutto quanto sopra detto si aggiungono, talora, i tentativi, spesso malriusciti, di modificare le leggi dinastiche di una casa da parte degli stessi Capi di vere Case Reali.
Questi mutamenti, e tentativi di mutamenti, sono stati e vengono rigorosamente ed imparzialmente esaminati: ogni tesi è sostenuta da prove ed esaminata alla luce del diritto dinastico di ciascuna casa reale, sovrana od ex sovrana, ricordando sempre le parole di Filippo VII d’Orléans nella sua dichiarazione del 15 luglio 1901: «La volonté du Roi ne saurait créer ce droit, lequel préexiste et échappe à son pouvoir. Mais il peut y avoir dans des cas donnés à constater ce droit, à l’affirmer s’il est mis en question, à en préserver l’application, à le maintenir et à le défendre s’il est attaqué.»
Gli esempi ed i disastri sono, invece, purtroppo molto numerosi, soprattutto oggi.
Questo genere di studi fornisce una serie di strumenti che consentono, se applicati senza preconcetti, di identificare i contraffattori, gli usurpatori, le pretensioni infondate in buona o in cattiva fede mentre, per contro, supportano e rafforzano il Principe saldo nel suo proprio diritto.
Tali studi possono fornire anche soluzioni e risposte a problemi annosi che affliggono alcune dinastie e che ne possono minare la sopravvivenza.
Raramente le persone interessate alle case reali comprendono, o conoscono pienamente, il diritto legale e dinastico del Capo di una casa reale e di una Famiglia già sovrana, troppo spesso abbacinati e distratti dallo sfoggio di apparati esteriori, mantelli, gioielli e coreografiche cerimonie.
Se le modifiche alle leggi di successione di una dinastia regnante possono sollevare delle crisi di legittimità, nel caso delle famiglie non più regnanti queste non fanno altro che alimentare dispute dinastiche che indeboliscono le potenzialità di restaurazione.
Occorre vagliare meticolosamente l’autorità con la quale il capo della Casa dà luogo alla modifica, se cioè abbia il potere di farlo, e verificare che tale atto sia riconosciuto come legittimo dagli altri membri: ecco altra obiettivo di questa Società di Studi.
Questi studi possono fornire un grande contributo alla perpetuazione e alla continuità delle case reali ed, anche, talvolta, alla loro restaurazione sul Trono: attraverso questi studi si può ripercorrere anche la storia degli Stati del Mondo sin dal loro apparire.
I particolari per la partecipazione a questo progetto saranno diffusi successivamente ai richiedenti e indicati anche on line su apposito blog multilingue.
Per chi fosse interessato ad avere ulteriori informazioni su questo progetto può scrivermi direttamente.
Non esistono presidenti, o segretari, ma solo un coordinamento di base per gruppi di studio strutturati per dinastie o gruppi di Case Reali.
Si è deciso di intitolare questa Società di Studi a Huig de Groot (Hugo Grotius, in italiano: Ugo Grozio) (Delft, 10 aprile 1583 – Rostock, 28 agosto 1645) giurista, filosofo, teologo, umanista, storico, poeta, filologo, nonché politico, olandese “Hugo Grotius, gravissimus philosophus et philologus præstantissimus” (Joh. Baptistae Vici, De universi iuris uno principio et fine uno, Neapolis, Felix Musca, 1720, p. 9), autore del “De iure belli ac pacis” (1625) con il quale contribuì alla formulazione del diritto internazionale moderno e che tanta importanza ha avuto anche nel campo degli studi delle leggi dinastiche.
Cordiali saluti
Andrea Borella“
Il sito dell’ “Annuario della Nobiltà Italiana”
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