Leonardo Visconti di Modrone, nuovo Governatore Generale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Dal 29 giugno 2017 l’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme ha un nuovo Governatore Generale nella persona dell’ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone. E’ stato il cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestro dell’Ordine a effettuare la nomina del successore di Agostino Borromeo, precedente Governatore, una nomina effettuata in stretta continuità con il mandato di Borromeo, come chiarito dal video con cui l’Ordine ha ufficializzato il nome del nuovo governatore.

Video annuncio di nomina del nuovo Governatore Generale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Leonardo Visconti di Modrone è nato a Milano nel 1947 e si è laureato in Economia e Commercio nel 1970. Entrato per concorso in carriera Diplomatica nel 1971 ha prestato servizio nelle sedi diplomatiche italiane di New York (ONU), Cairo, Londra, Vienna e Madrid ed ha compiuto missioni all’estero in vari Paesi europei, in America del Nord e del Sud, in Africa, in Medio Oriente ed in Asia. E’ stato consigliere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con dieci diversi Capi di Governo. Dal 2005 al 2010 è stato Capo del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica. Ha terminato la sua carriera nel 2012 come Ambasciatore d’Italia in Spagna. Successivamente ha ricoperto incarichi per il Governo Italiano fra i quali ultimamente quello di consulente nell’organizzazione del Vertice G7 di Taormina.
E’ membro del Gran Magistero dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme dal 2014.
Sposato nel 1971 con Anna Sanfelice di Monteforte, ha tre figlie e sei nipoti.

Leonardo Visconti di Modrone, nuovo Governatore Generale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

L’Ufficio Comunicazione del Gran Magistero dell’Ordine del Santo Sepolcro ha realizzato per l’occasione un’intervista al neo Governatore dell’Ordine, che riproponiamo integralmente:

Eccellenza, quali sono i suoi sentimenti più profondi in questo momento in cui si insedia in qualità di Governatore Generale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro ?
Avverto una certa trepidazione, essendo ben consapevole che si tratta di un incarico molto importante nella Chiesa per il servizio ai nostri fratelli in Terra Santa. Il Professor Agostino Borromeo ha dedicato la sua vita professionale alla storia della Chiesa e ha sempre vissuto il suo impegno nell’Ordine come una missione ecclesiale, quindi era molto preparato a ricoprire, per due mandati, questa responsabilità di Governatore. Gli rendiamo omaggio perché il suo bilancio è entusiasmante: non abbiamo mai avuto così tanti membri e così tante donazioni. La mia esperienza è molto diversa dalla sua in quanto ho servito il mio paese nella carriera diplomatica come ambasciatore e questo mi ha permesso di stabilire numerose relazioni importanti a livello internazionale. Confido che questo possa essere utile alla nostra istituzione pontificia la cui dimensione è universale. Tuttavia ho ancora molto da imparare dalle mie consorelle e dai miei confratelli, le Dame e i Cavalieri in tutto il mondo, e conto su Agostino Borromeo per accompagnarmi, soprattutto nella prima fase del mio mandato di quattro anni. Voglio servire l’Ordine in continuità con il mio predecessore.

Ha accennato alla sua esperienza diplomatica. In cosa ritiene potrà esserle utile nell’esercizio del suo nuovo ruolo, a fianco del Gran Maestro, a capo dell’Ordine ?
Le Luogotenenze e le Delegazioni Magistrali che strutturano la vita dell’Ordine in tutti i continenti sono un po’ l’equivalente delle ambasciate per un governo. Guardando la mappa delle nostre strutture periferiche, in molti paesi, penso al mio lavoro che è consistito, per oltre quarant’anni, nel dialogare con una rete diplomatica multilaterale. Posso pertanto mettere a disposizione questa esperienza di dialogo al fine di promuovere la cooperazione, lo scambio, la coerenza nell’azione e una dinamica di comunione tra tutte e tutti. Dovrò visitare le Luogotenenze, mantenere frequenti contatti con i nostri responsabili locali, in continuità con ciò che ha realizzato il Professor Borromeo e in conformità con le direttive del nostro Gran Maestro nominato dal Santo Padre, sua Eminenza il cardinale Edwin O’Brien. Egli stesso dà l’esempio viaggiando frequentemente per incontrare i nostri membri e per incoraggiare la loro vita spirituale e la loro missione di servizio alla Chiesa Madre, che è in Terra Santa. Le sue visite, negli ultimi anni, hanno rivitalizzato l’Ordine in modo veramente eccezionale.

Il suo braccio destro, l’Ambasciatore Alfredo Bastianelli, Cancelliere dell’Ordine da circa un anno, è stato uno dei suoi più stretti collaboratori nella carriera diplomatica. Come funzionerà la vostra collaborazione ?
Sono lieto di ritrovare il mio collega e amico l’Ambasciatore Alfredo Bastianelli. Abbiamo già lavorato insieme presso il Ministero italiano degli affari esteri, in stretta collaborazione, per molti anni. Come Cancelliere dell’Ordine, la sua conoscenza delle situazioni in corso mi sarà di grande aiuto, soprattutto durante i miei primi passi come Governatore Generale. Continueremo a lavorare in stretta vicinanza e complementarietà, come abbiamo fatto in precedenza durante la nostra comune carriera diplomatica.

A suo parere qual è l’attuale situazione dell’Ordine e quali sono le sfide che l’attendono nei prossimi anni ?
L’Ordine è importante per la Chiesa e per la società ma merita maggiore considerazione perché è troppo spesso sconosciuto al pubblico e anche al mondo politico. Ad esempio, siamo onorati che il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella sia membro dell’Ordine. Il suo impegno potrebbe ispirare altre autorità che, avvicinandosi alla nostra istituzione pontificia, contribuirebbero a sviluppare una sinergia al servizio degli abitanti del Medio Oriente che soffrono così tanto in questo tempo di « guerra mondiale a pezzi » come l’ha definita il Papa. La nostra azione in Terra Santa è infatti fondamentale, in particolare attraverso le opere di educazione che sosteniamo in Giordania, Palestina, Israele e a Cipro, sul vasto territorio del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Dovremo aumentare ulteriormente le nostre comunicazioni per partecipare alle iniziative in favore della giustizia e della pace in queste regioni del mondo dove le persone aspirano alla fraternità e alla serenità nel dialogo delle culture e nel rispetto delle diverse tradizioni religiose.

Il Papa conta sull’Ordine del Santo per continuare a sostenere i cristiani del Medio Oriente, il cui ruolo di mediazione è fondamentale: essi costituiscono un ponte tra le comunità, testimoni dell’apertura verso gli altri e attori del dialogo nella fedeltà al Vangelo di Cristo. A suo avviso, per meglio attuare questa missione, cosa dovrebbe migliorare nel funzionamento dell’Ordine ?
Il Santo Padre ci invita alla coerenza evangelica. Le sue direttive ci interpellano: dobbiamo dare meno importanza all’aspetto esteriore della nostra appartenenza all’Ordine e privilegiare il nostro impegno interiore, spirituale, affinché possa radicare in profondità la nostra lotta per il dialogo e per la giustizia sociale in Terra Santa. La mia concezione della Chiesa è in pieno accordo con quella di Papa Francesco e auspico che i membri dell’Ordine siano sempre più incentrati sul Vangelo vissuto, abbandonando tutto ciò che da vicino o da lontano potrebbe evocare la vanità, l’orgoglio e la « mondanità ». Questa è l’espressione della fede cattolica che io e mia moglie abbiamo cercato di trasmettere ai nostri tre figli ed è anche ciò che ora testimoniamo ai nostri sei nipoti. L’umiltà è l’unico cammino che irradia da questo mondo la gioia del Regno di Dio.

Qual è il primo messaggio che desidera inviare ai membri dell’Ordine al momento del suo insediamento ?
Invito tutti i membri dell’Ordine all’unità e chiedo loro di rafforzare la loro effettiva partecipazione alla risoluzione dei problemi in Terra Santa, specialmente recandosi il più spesso possibile in pellegrinaggio in loco, a contatto con la gente. Da parte mia, sono stato molto segnato, fin dall’adolescenza, dai miei pellegrinaggi in Terra Santa, dove a 13 anni ho avuto la possibilità di vivere qualche settimana in un kibbutz con altri pellegrini e il sacerdote della mia parrocchia, e credo che dobbiamo fare di tutto per formare i giovani ad amare questa terra, dove il Dio fatto uomo ha dato la vita per insegnarci a vivere come fratelli. In questo senso, le celebrazioni liturgiche non devono essere sovradimensionate rispetto alla nostra missione di solidarietà: il loro significato è nutrire spiritualmente il nostro impegno al servizio delle opere della Chiesa sui territori biblici che il Papa affida alle nostre cure. Per questo dobbiamo creare sinergie locali con tutte le forze politiche, sociali ed economiche, desiderose di promuovere la pace e la giustizia in queste terre di sofferenza e di speranza.
Prepariamoci alla Consulta del 2018, che riunirà i responsabili dell’Ordine, al fine di accogliere i nostri nuovi statuti per adattare tutta la nostra azione alle sfide che ci attendono. L’urgenza è la coerenza.

Intervista a cura di François Vayne,
per l’Ufficio Comunicazione del Gran Magistero dell’Ordine del Santo Sepolcro

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Raffaele Coppola

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