Araldica civica svizzera: un disastro
Recentemente la Svizzera ha assistito un notevole fenomeno di aggregazioni municipali, circostanza che ha determinato la necessità di ideare ed adottare dei nuovi emblemi araldici; non solo un aspetto formale per una nazione in cui gli stemmi dei diversi cantoni sono parte integrante delle targhe automobilistiche e i vari patriziati cittadini difendono gelosamente le loro prerogative, ivi compreo l’uso dello stemma familiare.
Eppure le nuove creazioni araldiche municipali fanno storcere il naso a molti araldisti, tanto che recentemente Hans Rüegg che ha effettuato una classificazione e una valutazione dei nuovi stemmi comunali per conto della Fondazione svizzera per gli stemmi e le bandiere, ha espresso pubblicamente un giudizio severo, soprattutto nei confronti dei nuovi stemmi adottati da alcune neonate municipalità della Svizzera italiana, criticati per il mancato rispetto delle regole, per lo scarso ossequio alla tradizione araldica, per l’impostazione cervellotica e per la grafica opinabile.
Interpellati da Tio (portale Internet del Ticino) i rappresentanti degli enti interessati si sono difesi con una motivazione comune anche a molti amministratori italiani: non importa il giudizio dei tecnici, quel che conta è che i nuovi emblemi piacciano alla gente, tanto che in diversi casi sono stati scelti proprio coinvolgendo i cittadini. Come dire: non importa se l’intervento al cuore sia fatto correttamente, e da un chirurgo competente, l’importante è che i familiari del paziente siano d’accordo.
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