Vivant compie 20anni
Con la discrezione che la contraddistingue Vivant, l’associazione per la valorizzazione delle tradizioni storico – nobiliari di Torino, celebra i suoi primi vent’anni.
Il sodalizio guidato dall’infaticabile Fabrizio Antonielli d’Oulx in realtà ha iniziato la sua attività un paio d’anni prima della sua fondazione formale, ma giuridicamente è il 2015 a segnare il simbolico ma anche significativo traguardo. Non dunque un fuoco di paglia, non una delle tante effimere iniziative, ma una realtà concreta, capace di incidere sul tessuto sociale e culturale del suo territorio d’origne (Torino ed il Piemonte), ma anche nazionale con iniziative continue, varie e il più delle volte di notevole interesse, come la “Ricerca sui pittori di famiglia” l’iniziativa che celebra l’anniversario dell’ente e che si è concretizzata in una mostra aperta lo scorso 5 febbraio presso la prestigiosa Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, e in un bel volume a cura di Maria Luisa Reviglio della Veneria che ben rappresenta le finalità statutarie di Vivant: “L’Associazione ritiene che il ruolo della Nobiltà non debba considerarsi esaurito e che questa possa, oggi, nella complessiva crisi dei valori che coinvolge la società contemporanea, rivestire un ruolo specifico e non facilmente sostituibile, ricollegandosi idealmente alla grande operosità dei ceti dirigenti passati. A tal fine l’Associazione intende svolgere una duplice azione, rivolta verso l’interno del mondo aristocratico per riaggregarlo nei valori comuni e verso l’esterno, con l’intento di far conoscere il positivo ruolo della Nobiltà“.
E per meglio comprendere contenuti e portata della nuova iniziativa di Vivant proponiamo di seguito la presentazione della stessa che ne fa il suo presidente: “Ancora una volta Vivant è arrivata nelle case di molti soci ed amici, alla caccia di notizie, di quadri, di ritratti: così è nato, con la collaborazione di tanti ed il coordinamento di Maria Luisa Reviglio della Veneria, questo ennesimo lavoro, che molti davano ormai per perso ed irrealizzabile.
Ma si è voluto davvero realizzare questo volume, perché riteniamo che anche nell’arte, nel bello, le antiche famiglie abbiano dato un notevole apporto alla società, contribuendo così a fare dell’Italia uno dei paesi più affascinanti del mondo. Un lavoraccio.
Più di 300 lettere spedite, innumerevoli mail, telefonate, ricerche, consultazione di pagine gialle, elenchi di soci di club in giro per l’Italia… il tutto per trovare qualche notizia, la fotografia che mancava, la data poco chiara. E questa è stata solo una parte del lavoro, perché le ricerche di testi che parlavano dei pittori e della pittura, delle mostre, delle esposizione, hanno comportato applicazione e dedizione non da poco.
Certamente non è un lavoro completo, forse non presenta proprio tutti i pittori di nobili origini che esposero alla Promotrice delle Belle Arti di Torino, ma è un contributo che crediamo importante per mettere a fuoco un mondo che faceva della pittura e del disegno un elemento importante nell’educazione, divenendo così costruttore di cultura.
Non è uno studio genealogico, né un trattato di araldica (anche se non abbiamo voluto omettere, quando possibile, i nomi dei genitori dell’artista e l’arma famigliare, elemento distintivo e significativo); a fianco di pittori nobili non abbiamo potuto tacere di alcuni altri personaggi che, per le loro frequentazioni, per le loro parentele, erano di fatto parte della buona società. Di alcuni abbiamo trovato molte notizie, di altri riscontriamo solamente il nome negli elenchi della Promotrice, essendosene persa memoria: ma non ci è parso giusto il tacerne.
Abbiamo privilegiato i pittori piemontesi, avendo comunque come linea guida (anche se non sempre rispettata) il fatto che avessero esposto alla Promotrice e che non fossero più tra noi (e questa direttiva è assolutamente rispettata).
Non è un libro da leggere come un romanzo: emergerebbero con troppa evidenza le differenze tra una scheda e l’altra, tra le notizie ampie e diffuse sulla storia di una famiglia a fronte di nulla per altre…. abbiamo cercato di consegnare alla stampa quante più notizie Maria Luisa Reviglio della Veneria sia riuscita a raccogliere, anche lei impegnata da anni a inseguire discendenti,parenti più o meno lontani, testimonianze, fotografie, notizie.
In effetti l’apporto delle famiglie è stato fondamentale, anche perché si è scelto di pubblicare il più possibile fotografie di opere inedite ancora conservate presso gli eredi (troppo facile, per molti, sarebbe stato andare alla GAM di Torino…); questo ha ovviamente comportato che alcune fotografie siano un po’ sfocate, o un po’ scure, che qualche quadro non sia proprio dei più belli…ma un lavoro di questo genere, coinvolgente più di 200 famiglie, non crediamo che sia facilmente ripetibile.
Succederà di sentirsi dire, come sempre in questi casi, “…se avessi saputo”, “…se me lo dicevate…”. Abbiamo fatto il possibile per raggiungere quanti più parenti di pittori ci riuscisse, sono anni che parliamo di questa iniziativa: ci scusiamo comunque per eventuali dimenticanze assolutamente involontarie.
Finito il lavoro, buttate via tonnellate di appunti, di brogliacci, di minute, possiamo dirci orgogliosi di questo volume che, ancora una volta testimonia la vitalità e l’impegno di Vivant, “associazione della valorizzazione delle tradizioni storico-nobiliari””.
Per approfondire: Vivant
Leggi anche: Le ricerche sui pittori di famiglia
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