Fides et Caritas. Il Beato Gherardo de’ Saxo e i 900 anni dei Cavalieri di Malta
Nella giornata di ieri, presso la Biblioteca Isimbardi a Milano, si è tenuto l’incontro su “I 900 anni dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme in Milano”, tema del volume “Fides et Caritas. Il Beato Gherardo de’ Saxo e i 900 anni dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta” di Alessio Varisco (Edizioni Effigi), iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano, dall’Accademia Domus Templi e da edizioni Effigi.
All’evento sono intervenuti l’avv. Anna Mantini, avvocato e presidente associazione “Il Ragno” e il prof. dr. uff. Alessio Varisco, docente e direttore Antropologia Arte Sacra, ufficiale dell’Ordine pro Merito Melitensi e autore del volume; a moderare la serata è intervenuta la dr.ssa Chiara Benedetta Rita Varisco, giurista e studiosa di ordini cavallereschi. Fra gli intervenuti, da segnalare, il Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Milano dr. ing. Novo Umberto Maerna.
Non è facile seguire le vicende storiche del Beato Gherardo. La pubblicazione del Professor Alessio Varisco scava in profondità le fonti, le mette a confronto, le colloca nella loro cornice storica e geografica, dentro la cultura del tempo, con l’ausilio di un linguaggio chiaro, così che il Beato Gherardo è nei suoi confini spirituali, culturali, del suo agire fino alla fondazione degli Ospitalieri di San Giovanni.
L’indagine parte dall’analisi dei “classici” storici, nel solco di in una seppure scarna, pressoché impossibile ed invisibile agiografia, facendo affiorare i contenuti essenziali dello “spirito” del nostro Fondatore. L’autore esamina, in maniera scrupolosa, le fonti, giustapponendo ampie citazioni bibliografiche con un apparato strumentale e scientifico davvero lodevole, corredato anche, in ultimo, dalla descrizione delle decorazioni del SMOM e dell’Ordine pro Merito Melitensi. Nell’incipit espone il determinarsi del “fenomeno monastico”, in particolare il carisma dell’Ospitalità (da cui la cura peregrinorum dei Giovanniti), prescrizione Evangelica che deve essere resa al povero. L’esaltazione del Monachesimo Occidentale, con ampie citazioni anche di quello Orientale, dell’Obsequium Pauperum già in nuce nel LIII della Regula Sancti Benedicti conducono il lettore lungo il percorso di indagine sulla vita e le opere di un giovane monaco cui l’Abate affidò l’hospitium gerosolimitano e da cui nacque – successivamente grazie al sostegno dei mercanti amalfitani – lo Xenodochium, oltre altre pertinenze presenti anche in Italia Settentrionale (Asti), beni acquisiti ad sustendandas peregrinorum et pauperum necessitates.
Varisco esamina la presenza, il determinarsi dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni Gerosolimitano, riproducendo la Bulla approbationis et confirmationis “Piae postulatio voluntatis” benevolmente concessa dalla Library National of Malta, impreziosendo il suo meticoloso lavoro di una sezione “Apparati” che contiene anche la riproduzione anastatica – un’edizione con litografie stampate a Venezia, il primo ritratto del Beato Gherardo de’ Saxo – di “La Vita de’ Gran Maestri” del Giacomo Bosio.
L’autore individua una delle descrizioni migliori del Beato fondatore della Sacra Militia giovannita nelle pagine di Girolamo Marulli che nel 1586 scrisse la “Vita de’ Gran Maestri” in cui sono fornite alcune notizie biografiche sul fondatore. Giacomo Bosio descrisse in La Corona del Cavaliere le motivazioni che portarono a quella fondazione di cui quest’anno avete festeggiato i nove secoli dalla costituzione canonica dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni. Il Marulli, confermato anche da ulteriori testimonianze precedenti, dichiara che il Beato Gherardo «morì questo buon servo di Dio, nell’anno 1118. Il corpo fù trasportato in Provenza, e collocato in una cappella, nella Chiesa del Borgo di Monnasca».
Alcuni ritrovamenti di Codici in Biblioteche di Monasteri Benedettini confermerebbero, come afferma Varisco, l’origine e la filiazione benedettina, così come esposta da S.E. Mons. Cesario d’Amato, cui l’Autore ha dedicato l’opera.
Per leggere in profondità tale pubblicazione è doveroso, oltre che piacevole, seguire le note poste a corredo del testo, frutto della ricerca lunga ed approfondita che ha posto in essere l’autore e chiariscono i dubbi dei lettori, aiutandoli a “gustare” l’opera.
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