Pubblicato lo stemma di mons. Gervasoni

Il sito della diocesi di Vigevano ha pubblicato lo stemma adottato dal suo nuovo vescovo, mons. Maurizio Gervasoni, che si presenta come un equilibrato e gradevole inquartato.

L’araldica religiosa contemporanea spessissimo fa propria la scuola ottocentesca che attribuisce a ciascun elemento che caratterizza lo stemma un significato, un messaggio; si tratta di un uso dell’araldica estraneo alla sua tradizione più antica e per lo più estraneo all’araldica familiare, ma che in campo religioso può assumere anche la particolare funzione di annunciare il progetto pastorale del vescovo che rappresenta. Anche lo stemma di mons. Gervasoni segue tale scuola e lo stesso sito diocesano riporta l’interpretazione dello stemma in questione:

L’azzurro del primo e del quarto quadrante dello scudo, simboleggia l’acqua del lago d’Iseo che bagna Sarnico, paese d’origine di Mons. Gervasoni e quella del Ticino, il fiume che attraversa Vigevano, la Diocesi affidata da Papa Francesco alla cura pastorale del Vescovo Maurizio. Inoltre è anche il colore simbolo dell’incorruttibilità della volta celeste, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio.
L’ape è un classico simbolo di Sant’Ambrogio, Patrono di Vigevano ed anche la Cattedrale è a lui intitolata. Infatti, Sant’Ambrogio era solito paragonare l’operosità della Chiesa all’alveare e i suoi membri devoti alle api. È simbolo pasquale, come canta l’exultet descrivendo il cero “frutto del lavoro delle api”. C’è poi la dolcezza dell’ambrosia, che richiama la grazia.
Il giglio, qui rappresentato in foggia araldica, identifica Sant’Alessandro, Patrono di Bergamo, diocesi di provenienza di Mons. Gervasoni. Infatti, nell’iconografia artistica, il santo, che era un militare della milizia tebana prima del suo martirio per non aver abiurato alla fede cristiana, vienerappresentato a cavallo, rivestito di un’armatura e recante un vessillo gigliato. Secondo la tradizione al suo martirio dove cadevano le gocce del suo sangue fiorivano gigli.
Il secondo e il terzo quadrante dello scudo sono occupati da un motivo “scaccato” di dodici quadrati colorati in argento e rosso. Tale simbologia è tratta dallo stemma di famiglia del Vescovo Maurizio il cui scudo era occupato da dodici piccoli quadrati a rappresentare, sembra, dodici piccoli appezzamenti di terreno di proprietà della famiglia. Il numero dodici vuole anche costituire un chiaro riferimento ai Dodici Apostoli, di cui i Vescovi sono i diretti successori.
Il colore rosso dei quadrati simboleggia l’amore, la Carità, mentre l’argento in araldica è il simbolo della trasparenza, quindi della Verità e della Giustizia, doti che, unitamente alla Carità, devono sempre sostenere lo zelo pastorale del Vescovo“.

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7 Ottobre 2013
Raffaele Coppola

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